martedì 23 dicembre 2008

Simpaticissimo passante occhialuto, buon Natale anche a te

Trantor sta parcheggiando in centro storico. Il parcheggio è a S ed è abbastanza stretto. Trantor non ha il permesso fisso per la ztl, però ce l'ha solo per oggi, perchè deve suonare in una chiesa del centro e portare il suo pianoforte elettronico, che pesa la bellezza di 18 chili.

simpaticissimo passante occhialuto: "sì sì vada avanti signorina, ci sta ... raddrizzi ... un po' a destra ... così bene, ce l'ha quasi fatta ... no, non così, signorina ... un po' indietro ... ok perfetto, brava"
Trantor: "grazie mille, è stato gentilissimo. buona Natale, arriv..."
simpaticissimo passante occhialuto: "senta, ma lei ce l'ha il permesso?"
Trantor: "[...ca*** miei, comunque] mi hanno fatto l'ordinanza in comune, non l'ho qui ma se mi danno la multa la tolgono"
simpaticissimo passante occhialuto: "sì, ma righe bianche o righe blu?"
Trantor: "...prego?"
simpaticissimo passante occhialuto: "eh-eh signorina [fa di no col dito], questa è la ztl, ce l'ha il permesso per le righe bianche? e per le righe blu?"
Trantor: "boh, le dico che mi hanno fatto l'ordinanza, non l'ho qui perchè devo scaricare e non sono della città, ma le assicuro che è tutto a post..."
simpaticissimo passante occhialuto: "questo è centro storico, guardi signorina che se non ha il permesso prende la multa"
HO CAPITO SIMPATICISSIMO PASSANTE OCCHIALUTO, SE PASSO 2 VARCHI CON TELECAMERA E MI TROVO SUL LASTRICATO DIETRO IL DUOMO STAI TRANQUILLO CHE MI VIENE, IL SOSPETTO DI ESSERE IN CENTRO STORICO!
Trantor: "lei non si preoccupi, chiami l'assessorato cultura, ho il permesso in comune, è tutto elettronico e ora mi scusi ma devo proprio andare"
simpaticissimo passante occhialuto: "eh, buon Natale!"
Trantor: "sì, anche a lei" [umpf]

lunedì 22 dicembre 2008

I'm tired

Arrivi ad un punto dove non ce la fai più, dove il pensiero di quello che stai per fare ti nausea e non ci sono altre emozioni a confortarti.

Arriva il momento in cui i nodi vengono al pettine, in cui daresti ogni cosa per poter tornare indietro, per poter cambiare una semplice, piccola decisione.

Arriva il momento in cui ti rendi conto di essere stanca, di essere stata miope, di non aver seguito i consigli di chi ti sta vicino e di aver preso la strada sbagliata.

Arrivi al punto in cui la costante ripetizione di quello che anche ora stai per fare ti ha logorata dentro, senza speranza, e te ne accorgi di colpo, in un'epifania amara.

Arrivi ad un momento in cui finalmente capisci quello che devi fare:

smetterla di inserire Adeste Fideles nei concerti di Natale.





_____________________

Chiedo scusa a tutti i miei coristi dei vari cori, giuro che con questo brano ho chiuso.
Tra me è lui è una storia finita.
Piuttosto ripetiamo 7 volte Astro del ciel in cipriota, ma basta con Adeste fideles, ve lo prometto

Bonus che non c'entra una mazza ma è sempre un piacere

martedì 16 dicembre 2008

Una giornata bolognese

Impressioni da una giornata di studio misto a shopping nella bella Bologna.

1. Evidentemente c'è qualcuno che le compra, quelle fontanelle zen con fumi e cascatelle labirintiche che stanno consumando rapidamente tutta la riserva idrica della regione.

2. Possesso di un colbacco di vero pelo [alfa] gentilezza di eventuale commessa str**** in negozio [alfa] probabilità che venga inserito almeno un -ino nella conversazione [1/alfa] tutto questo se però per il resto sei vestita da studentessa.

3. Ho imparato finalmente a inserire il microfilm nel visore senza srotolarlo tutto buttandolo per terra e soprattutto senza impiegarci 35 minuti.

4. "Il treno 5478 ad alta velocità per Milano è in arrivo in ritardo al binario 6"
(ma come, solo 3 giorni di lavoro a 300 km l'ora su un binario tutto vostro e siete già in ritardo? Complimenti, non è facile!)

lunedì 15 dicembre 2008

Osservazione

Non c'è come indossare un colbacco di vero pelo di vera volpe russa (pace all'anima sua), frutto di un regalo, per essere trattata bene dalle commesse str**** dei negozi.






__________

Vi racconto l'ultima vicenda commessa-cliente che è capitata a Trantor, non a caso senza colbacco, e senza fare nomi nel negozio HM di parma.

Trantor [che lo suppone ma che lo chiede sempre per scrupolo]: "scusi, per caso non avete anche il 35, vero, di questa scarpa?"
commessa str**** 1: "eh? il 35? umpf. no. provi il 36"
Trantor: "già fatto, è che purtroppo è grande. fa lo stesso, grazie comunque! allora prendo solo la gonna"
commessa str**** 1 a commessa str**** 2, mentre Trantor è davanti a loro e porge la carta di credito: "il 35, ih ih ih ih, ce l'hanno solo i bambini...!"
commessa str**** 2: "...mpfghmuahmauhamuah, infatti, ma ti pare?!"

Ma baaafff.
Se non mi avessi già strisciato la carta, col c**** che ve la compravo la gonna, cari cassonetti dell'umido travestiti da commesse.

giovedì 11 dicembre 2008

Quesito #2. Se voi foste...

Ecco, se voi foste la nonna o il papà del bambinetto HGRIMPADC* che assiste in seconda fila ad un concerto di musica classica dove tra l'altro sta suonando la sua mamma, e che per tutti i 70 minuti del concerto giocasse ad arrotolare rumorosamente il programma di sala eguagliando i decibel emessi da una rotativa della gazzetta di parma, voi non gli direste forse di piantarla?

Deve proprio pensarci con occhiate eloquenti e dopo 40 minuti di pazienza una persona chiamata Trantor, seduta nella prima fila, a fornirgli le basi rudimentali di educazione in un luogo pubblico?





* "Ho Già Rotto I M***** Prima Ancora Di Cominciare".

Sappiate che gli anni stimabili del bambinetto HGRIMPADC sono approssimabili a 6, e quindi in un'età dove non basta più alzare gli occhi al cielo e sdilinquirsi in mille sorrisi tolleranti da "eh, che ci volete fare, povero caro lui non lo fa certo apposta, non può capire" come se fosse un nanerottolo di 2 mesi, ma un'età dove IMHO il bambino può anche imparare la differenza tra far casino per un'ora e sforzarsi di stare buono.

mercoledì 10 dicembre 2008

democrazia

"amore, cosa andiamo a vedere stasera?"
"non so, leggi i titoli"
"uhm... allora, bolt - un eroe a quattro zampe. dev'essere un cartone"
"no no no, già ne abbiamo visto uno l'altra volta..."
"la coniglietta di casa"
"..."
"la fidanzata di papà... bleah, ma è con boldi!"
"però almeno fa ridere..."
"lascia stare! ...andiamo avanti, max payne"
"... no"
"nessuna verità ... beh, questo forse"
"sì, forse"
"never back down... no, mi fa schifo"
"no no infatti"
"passengers - mistero ad alta quota...
"dai!! sì sì, questo!
"NO ti prego, ho paura, è triste, ci sono gli aerei che cadono, nooo!... fammi finire la lista almeno... saw V, MAPERCARITA'!"
"... perchè scusa?"
"ma scherzi?! è un horror, io non vado a vedere gli horror!... solo un padre... italiano? naaaa"
"..."
"torno a vivere da solo. umpf, c'è gerry calà... piuttosto sto a casa a guardare porta a porta"
"però almeno fa ridere..."
"lascia stare! ...andiamo avanti, twilight"
"no, non mi ispira. ok, allora passengers!!!"
"cooosa?! no, io ho paura, c'è un disastro aereo, ti prego ti prego ti prego nnnnoooo!"
"Trantor, l'ultima volta l'hai scelto tu, questa volta lo scelgo io!"
"ma era Kung Fu Panda, era fantastico, non puoi dire che non ti è piaciuto!!"
"passengers"
"dai amore, sei sicuro? e se dopo ho paura? se l'aereo cade e muoiono tutti? se è triste?"
"passengers"
"...ok... sigh..."

Ok ok, Trantor ha dei gusti un po' difficili, ma se c'era un film per lei da non andare a vedere era questo, uno di quelli tristi, malinconici, dove esci dal cinema avendo barattato 8 euro per avere in compenso 29 minuti di vita in meno [investiti, siccome c'è la crisi, per cercare parcheggio], 56 giorni di vita cardiaca in meno grazie alla trama psicologica del film, il trucco sciolto grazie alle scene strappalacrime dove il protagonista muore e soprattutto l'intima certezza di non voler prendere mai più un aereo fin che campi.

martedì 9 dicembre 2008

No, perchè sono due cose diverse, sai!

Ieri c'è stato un concerto col coro di voci bianche, quello di 110 bambini, nella frazione del paese di Trantor.

Il concerto era stato organizzato nella piazza principale davanti all'albero di Natale, per l'accensione.
Ora, il fato ha fatto sì che la piazza principale sia formata da un lato dalla facciata della chiesa di XXX, dall'altra da un palazzo; il riquadro davanti al palazzo è stato intitolato "piazza carlo alberto dalla chiesa", quello davanti alla chiesa coincide con il sagrato; la piazza è comunque un unico spazio aperto.

E i genitori dei bambini questo lo sanno benissimo.

Giovedì scorso, all'uscita da scuola dove i bambini fanno coro in una delle elementari coinvolte, una mamma apostrofa Trantor.

mamma FDICTPRLSEDLIDEF*: "ehi tu
[non ha detto proprio così ma il concetto era quello, solo un po' più ruvido], dove ci troviamo e quando?"
Trantor: "alle 15 davanti alla chiesa di XXX"
mamma FDICTPRLSEDLIDEF: "ma nel sagrato della chiesa o nella piazza carlo alberto dalla chiesa?"
Trantor: "beh non lo so esattamente, comunque se venite davanti alla chiesa ci vediamo"
mamma FDICTPRLSEDLIDEF: "no, scusa: il sagrato è una cosa, la piazza carlo alberto dalla chiesa è un'altra, sai? Io voglio sapere: dove devo venire?"
Trantor: "veramente sagrato e piazza sono spazi aperti comunicanti che distano [come lei sa benissimo, ndr] 5 metri l'una dall'altra, e insieme formano un'unica piazza, non penso che sia un probl..."
mamma FDICTPRLSEDLIDEF: "beh insomma sono due cose diverse, ci troviamo proprio sul sagrato davanti alla chiesa oppure nella piazza carlo alberto dalla chiesa, quella dove ci sono i negozi?!"
Trantor: "senta, è un'unica grande piazza, ci saranno 110 bambini vestiti con un poncho rosso e ci saranno 10 microfoni, il palco, l'albero di Natale e i fonici, credo proprio che lei ci veda!!!"
concerto voci bianche - blog
Come si nota in figura, sagrato e piazza carlo alberto dalla chiesa sono due aree che formano un unico spiazzo aperto. I punti rossi sarebbero stati i bambini col poncho rosso.

Non so, anche questo è un concetto difficile?



* FDICTPRALSEDLIDEUF: "faccio domande idiote così, tanto per romperti adeguatamente le scatole e dare l'impressione di essere una faina"

martedì 2 dicembre 2008

Quesito

Ma se voi foste in biblioteca a studiare e di fianco a voi ci fosse uno studente idiota che continua a schioccare la lingua, tirare su la saliva per darsi un tono, gesticolare in aria urlando a bassa voce* "seeee ma vieeeni, ho trovato la chicca della partitura!!!", a esasperare la r effeminata per fare l'intellettuale, a canticchiare cose a caso facendo il figo che legge a prima vista, a dispensare consigli di tedesco sbagliati a destra e a manca per intortare la studentessa di fronte e a saltellare sul posto come un imbecille solo perchè crede di aver scoperto chissà quale genialata e voi non poteste spostarvi, non so, voi cosa fareste?



* sì, urlando a bassa voce, quando uno afono emette dei sibili ma nella sua idea sta urlando



No cioè, io veramente odio quelli che fanno schioccare la r.
Come quei due sfigati della pubblicità del mon cherie, non ce la faccio, mi viene l'impulso di strangolarli tutti.
Sì sono insofferente, lo so, scusate.
Ma quando schioccano la r per fare i/le fighi/e...

lunedì 1 dicembre 2008

I genitori di bambini piccoli, la categoria faunistica più cretina dopo borghezio

No, decisamente non ce la fanno.
Di fronte a certi concetti essi reagiscono come le scimmie di 2001, oppure come borghezio se inserito ad un corso di letteratura italiana contemporanea.

Fatto: oggi come al solito Trantor e Frau Blucher vanno in una scuola elementare per tenere il corso di coro.
Dato che l'8 dicembre i bambini canteranno tutti e 110 ad un concerto all'aperto, si è pensato di far fare dei ponchi rossi tutti uguali da mettere sopra le giacche.

E' un coro => vestiti tutti uguali => ponchi tutti uguali.

Non so, è un concetto difficile?


La stoffa per i 110 ponchi viene comprata in blocco e quindi uguale per tutti da Frau Blucher, la quale oltre ad anticipare 550 euro per tutti questi genitori decerebrati si è pure presa la briga di fare i buchi per la testa e di ritagliare anche una sciarpina con la stessa stoffa.

Dunque, l'unico compito del genitore consiste nel pagare 5 euro e prendere il poncho all'uscita da coro.

Ma no, pur sapendo tutte queste informazioni con largo anticipo questi devono per forza correre dalla nonna o dalla zia e farsi fare un poncho ad hoc, ovviamente di una stoffa e di un colore diverso, perchè altrimenti si sarebbero dimostrati troppo intelligenti, e ciò non va bene.

Poi, è ovviamente necessario cadere dal pero e interpretare la seguente  scena madre:

"ma noooo, che peccaaaaato, zia astolfa e nonna adalgisa l'hanno appena finito, era così bello, se vedeste...! ...Lo so che l'avevate detto, ma mi è venuta in mente quest'idea... [e che idea del c**** è, scusa?!] Vabbè, ma proprio tutti uguali devono essere?... [ma nooo, 14 verdi, 26 gialli, 35 burberry, 3 dorati e 33 a caso, ma secondo te?!?] Sì?... Sicure?, no perchè secondo me mia figlia non si vede in mezzo a tutti gli altri... [oh la vuoi proprio far prendere in giro da tutti gli altri, brava!] Chi vuoi che ci badi...! ...no, eh? vabbè, lei in fondo ha anticipato i soldi, mi dia quello uguale per tutti... Ma che peccaaaaato però..."