domenica 28 ottobre 2012

Un giorno alle prove (A night at rehaersals). Ossia, dell'ultimo 2

Insomma, saranno gli ultimi miei 365 giorni meno qualcosa con il 2 davanti.

Nel giorno in cui morì Chaucer, nel giorno in cui nacque una pornostar giapponese più bassa di me ma meno piatta, nel giorno in cui quel grandissimo figo di Kenneth Branagh travestito da Enrico V vinse ad Agincourt io e il coro degli sparaventose decidemmo di festeggiare il mio compleanno.

La domanda di tutti fu, finirà come l'anno scorso? Io all'ospedale imbottita di cortisone? A causa di quella maledetta cheesecake ricoperta di malefici frutti rossi del discount sotto casa? E Brooke sposerà il figlio zoppo di Ridge dopo aver ammazzato Stephanie con un libro di moccia? Eh? Eh? Eh?


ore 20.58, sto per aprire la chiesa

#coristaVigileA è stato il primo ad arrivare ed è già lì che mi aspetta.

"psst, Trantor"
"eh?"
"ssst!"
"ssst cosa, che succe..."
"parla piano"
"..."
"vedi quel capannello di gente là?"
"quel capannello lì?"
"quel capannello là"
"quel capannello lì a 10 me..."
"quel capannello là!"
"eh. Sì. E quin..."
"non voltarti!"
"ma dici quelli l..."
"mmgnnon indicare, per Dio!"
"ma insomma, cosa diavolo...!?"
"sono della digos"
"..."
"quello alto che fa finta di guardare la vetrina, è il capo della digos"
"..."
"quella bionda che si accende una sigaretta, è #gransticazzi della digos"
"..."
"quei 7 tizi con l'impermeabile, sono tutti della digos"
"estiqa..."
"NON FISSARLI!"
"ma insomma!"
"apri la chiesa. Ora. Poi chiudiamoci dentro presto"
"..."
"tra poco potrebbe succedere qualcosa di maledettamente importante"
"io..."
"qualcosa di maledettamente segreto"
"io..."
"qualcosa di maledettamente pericoloso"
"lo so già, è il mio complea..."
"chiudiamocisubitodentrooraaaahhh!"


ore 23.04

Dopo aver stremato i coristi con una prova fiume e dopo essermi inc*zzata come una maestrina dell'ottocento con la bacchetta a causa del si bemolle di battuta 64 pronuncio la fatidica frase "uff, dai, mangiamo".

L'effetto seguente è sempre quello ormai noto come effetto beagle (16 piccoli bracchi con la lingua fuori che tirano il guinzaglio puntando un fagiano), solo che alcuni prima di correre in sagrestia e spanciarsi sulla torta mi hanno regalato babbucce di artigianato austriaco e vasetti di confettura biodinamica.


ore 23.05 

La quantità di cibo portata dai coristi non ha paragoni nella storia recente, dato che le torte erano 8, di cui una una sacher che trasudava qualsiasi cosa e un'altra un'immensa crostata da un chilo e mezzo.

Ogni beagle ha portato almeno una bottiglia di lambrusco, #coristaSirCornista che compiva gli anni il giorno dopo di me si è presentato con un cabaret di 67 cannellini alla crema, vari sacchetti di patatine aperti e seccati prima il capo della digos finisse la sigaretta, e corista FrauD, mio Dio, FrauD che ha portato UN TUPPERWARE COLMO DI PANCETTA COPPATA.

Un tupperware colmo di pancetta coppata, ripetete ad alta voce per favore.

Non so se è chiaro, un tupperware, ok?

Io vorrei che lo immaginaste, adesso, proprio un tupperware.

Un tupperware di medie dimensioni.

Un tupperware, colmo fino all'orlo di pancella coppata già tagliata che i coristi hanno mangiato con le mani fra un bigné al cioccolato e una fetta di sacher, imboccandosi a vicenda con questo raffinatissimo stile.

"questa pancetta è particolarmente buona"
"dove l'hai comprata?"
"maiale di famiglia"
"vuoi dire che avete un'azienda di macellazione?"
"no, maiale di famiglia. Lui. Era il maiale di famiglia."
"...ah."
"ah."
"era."
"era."
"era."
"ah."
"era."
"devo quindi considerarlo un onore, il fatto che tu l'abbia portato qui per noi?"
"sì, certame..."
"MANGIAMO!"


ore 23.06

#coristaVigileF non poteva toccare cibo senza prima averci deliziato con la solita scenetta in cui si prova le tonache dei chierichetti e il cappello del parroco, trovando irresistibile farsi fotografare da tutti e andando ad assomigliare così a topo gigio, e così fu.

Niente falli modellati con le sacre tovagliette, con quelle aveva già dato.

Detto questo, non mi rimane che invecchiare di un altro anno e aggiornare il profilo, come qualcuno mi ha cortesemente ricordato di fare, e consegnare le prove A, B e C in busta chiusa al tribunale di Milano, così poi Mika prepara il faldone e voi finalmente potrete vedere questo benedetto ex maiale.

lunedì 22 ottobre 2012

50 sfumature di fottuto nero (relativismo cromatico)

L'altra sera alle prove dell'Altro Coro, quello di paese.

#coristaMiriam: "Trantor, che pianista viene stasera? #pianistaPugliese aka Disordine o #pianistaCalabro aka Gnocco?"
"#calabro"
#coristaSandra: "uh quello strafigo di 21 anni?!"
"esatto"

Sciabordio confuso
Risatine complici con mano sulla bocca
Grande eccitazione generale

"io... cosa..."
"eh eh eh"
"ih ih ih"
"uh uh uh!"
"vi spiace ricomporvi per favore?"
"eh eh eh"
"oh oh oh"
"c'è qualcosa che mi sfugge"
"uh uh Trantor, devih ih ih leggere (eh eh eh) 50 sfumature di grigioouahahah!"
"veramente sto leggendo Chau..."
"NON L'HAI LETTO?!?!"

Silenzio
Facce sconvolte

"non guardatemi con quella faccia come se avessi detto che leggo Topolino mese"

Facce sconvolte

"...mentre gioco a Seven Wonders"

Facce sconvolte

"...bevendo succhini alla pera"

Facce sconvolte

"santo cielo, signora Magda, lei ha 76 anni!"

Estremo disappunto
Voci sgomente

"allora non puoi capire."
"infatti."
"c'entra con #pianistaCalabro."
"l'ho intuito. Cosa c'è di erotico in un ventunenne sempre in ritardo che non guida e che devo andare a prendere e riportare a casa in #altra città ogni volta che facciamo un concerto? Capisco il masochismo, ma non è poi tutta 'sta..."
"uh uh uh ih ih ih devi assolutamente leggerlooo!"
"piantatela"
"devi legg..."
"ho appena comprato questo."
"devi le..."
"...e adesso, guardate, basta."


Qui di 50 sfumature di grigio ci sono solo quelle dovute all'errata interpretazione del concetto "nero" all'interno della locuzione "abito nero da concerto".

(l'aver detto "uomini, sabato cravatta bordeaux" ha poi originato successivamente 8357 sfumature di rosso e [numero che esce dalla calcolatrice] sfumature di blu.)

(Ho le foto.)

venerdì 19 ottobre 2012

Del tagliare i rami, e lasciar crescere gli altri

Quando avevo 17 anni iniziai a studiare canto.

L'insegnante, #grandissima cantante specializzata nel barocco, venne scelta anche perché per anni aveva abitato sotto i miei genitori, nello stesso condominio, e loro la conoscevano bene.

Quando avevo 20 anni #grandissima cantante mi propose di fare un corso di musica antica sperso nelle langhe piemontesi, un posto assurdo, ma tanto assurdo che probabilmente non esiste più.

Insieme a me sarebbe venuta l'altra sua allieva Caterina, che allora non conoscevo.
Allora partimmo insieme, io e Caterina, sull'A21, per rimanere nelle langhe piemontesi due settimane.

La casa in cui ci ospitarono comprendeva altri due musicisti, giapponesi.

Yasutoki e Mamiko furono i primi orientali che conobbi veramente; ci divertimmo molto, loro cucinarono la carbonara più buona che abbia mai mangiato, Caterina cucinò il risotto ai peperoni più buono che abbia mai mangiato, io cucinai delle zucchine trifolate assolutamente ordinarie, io spaccai i maroni per avere quante più informazioni possibili sul loro alfabeto, loro ci raccontarono della leggenda di quel coniglio che fa continuamente delle robe con un'incudine sulla luna (Valeren urlerebbe ma che quarzo...!?), suonammo e cantammo insieme, infine ci salutammo con nostalgia.

L'anno dopo riandammo tutti al corso nelle sperdute langhe, e di nuovo carbonara, peperoni, zucchine, coniglio (ma cucinato), musica insieme.

Era il 2004, ma quando Yasutoki e Mamiko tornarono in Italia, anni dopo, li ospitai e feci in modo di organizzare per loro due concerti.
Loro mi regalarono delle trottole giapponesi, io una pagina di codice miniato.

Ci scrivemmo subito quando venne il terremoto là, quando venne lo tsunami là, quando venne il terremoto qui, quando venne il terremoto là, quando venne il terremoto là, quando venne il terremoto là, quando fu semplicemente capodanno.

Caterina intanto era divenuta parte del coro degli sparaventose (nel quale pure io cantavo prima di dirigerlo trasformarlo in una manica di debosciati), e nel quale conobbi l'Allora Moroso, che è stato parte della mia vita per quasi sei anni.
(adesso basta).

Caterina poi smise di cantare con noi perché andò ad abitare relativamente vicino - ma sufficientemente lontano -, ma due volte all'anno io e lei mangiamo ancora il suo risotto ai peperoni, preparato bruciandoli sulla fiamma viva del fornello e borbottando "nessuno conoscerà mai la ricetta di mia madreeeeehh!".

L'altro ieri Yasutoki e Mamiko sono tornati in Italia per un concerto nella città gota da cui provengo, e io e Caterina siamo andate a sentirli, nel giorno in cui metà dell'A22 venne chiusa al traffico ma ai benzinai veneti bisognava tirar fuori le parole di bocca con un attizzatoio di sinistra per farselo confermare.

Giornata gota, cena gota, casoncelli, rimpatriata, concerto e constatazione di come i rami buoni mantengano le persone uguali a ciò che ricordiamo nonostante gli anni, più o meno come i fiori di ciliegio.


Tutto questo per dire che 1) ho un aggancio per andare a Tokyo, 2) le zucchine trifolate mi vengono ancora così, 3) non ho mai saputo la ricetta del risotto ai peperoni, 4) quando i veneti fanno così mi vien voglia di prenderli a badilate, 5) quella dei fiori di ciliegio è stata inserita solo perché volevo nominarli almeno una volta se no non è Oriente, e Borges sostiene che l'Oriente è il giardino che ho perché il... lasciamo perdere, 6) e che se non sono molto brava a tagliare i rami secchi o quelli che mi fanno soffrire adoro però tenere vivi gli altri.

Ora vado a giocare a trottola (7).

E Borges ha sempre ragione.

lunedì 15 ottobre 2012

Scenes from an italian restaurant #3

Tentativo di festeggiamento #3

E' quel martedì, quello della cena del mio coro di sparaventose in cui #collegaV ha cantato nell'ultimo anno, dato che è mantovano ma lavorava con me nella mia città senza fiume, per salutarlo definitivamente prima che vada a Cambridge.

Sì lo so, mancano le Scenes from an italian restaurant #2, quelle in cui mi buttano via pezzi della Nikon e V dorme con me e cugina Lurker Lucy battibeccando fino alle 3 di notte sulle virtù del fumo, ma l'avrete.

E' come Star wars, viene prima l'episodio che mi pare.


ore 19.15, prima della cena facciamo una prova in chiesa ("l'ultima cantatina insieme!", implorò V).

Dopo 1 minuto e 7 secondi V viene rinvenuto in sagrestia mentre si prova il cappello del parroco fingendo di officiare un funerale.
In latino, chiaramente.

Dopo 4 minuti e 27 secondi #coristaVigileF viene bloccato mentre tenta di realizzare altri falli con i sacri tovaglioli presenti sull'altare, tentativo falloide prontamente stroncato più dalle risate che altro.


ore 20.43

io: "ok ragazzi basta cantare, ho fame; ci troviamo tutti al ristorante, fra 15 minuti"
"ok"
"ok"
"ok"
"V e Trantor, siete a piedi? Volete un passaggio?"
"dai grazie!, perché n..."
"no. E' l'ultima volta che io e lei facciamo la strada insieme."
"ok. Mi defilo. A dopo."
"io... :)"
"non dire niente e chiudi la chiesa."
"...fatto. Andiamo. Ma sta piovendo?"
"chissene."
"vieni qui, a braccetto."
"vieni qui. Sposta la borsa a sinistra"
"penseranno che..."
"#lei non mi vedrà, vive sopra il Po. E tu?"
"non me ne frega un *."
"bene."
"bene."
"allora andiamo."
"a braccetto"
"sì, così."
"sì, ho fame."
"parliamo ancora un po' del tactus a fine '500"
"no, parliamo delle scarpe che ti sei messo."


ore 21.03, a cena

Circa 45 secondi dopo aver ordinato viene riesumato il vecchio verboso e controverso dibattito sull'importanza delle dimensioni di [quinto emendamento] mentre si [quinto emendamento].

Il clima è da processo di biscardi, la foga delle argomentazioni da eresiarchi tardoantichi, la minuzia empirica degli esempi condotti a prova da teoria del controllo matematico, ma la mia opinione su [quinto emendamento] no che non ve la dico.


ore 22.10

"mmh, ma è sedano questo?"
"sì, sedano"
"ottimo, adoro il sedano"
"ahahah lo sai cosa aromatizza il sedano, vero?"
"no."
"..."
"..."
"..."
"..."
"ma scusa, non hai letto..."
"cosa?"
"non l'hai letto?!"
"ma cosa!"
"non l'hai letto, cazzo."
"ma wtf!?"
"mi stai dicendo che in tutto il blog leggi solo i post che riguardano te?"
"sì, perché?"
"ti odio."


ore 23.02, "voi due"

Siamo al dolce, si appropinqua #coristaDucale, che adoro.

"V, Trantor. Io devo chiedervi una cosa. Da mesi."
"vai", facendo l'occhiolino alla cameriera.
"spara", scattando foto con la Nikon.
"ma insomma. Voi due. Ecco, ridete sempre, vi capite al volo, avete studiato le stesse cose, siete liberi, indipendenti, siete giovani. Perché non..."
"no."
"l'avremmo già fatto"
"ve l'avremmo già detto"
"...ok. Capisco. E' solo che stareste proprio bene, ecco."
"...", addentando 2 pezzi di gnocco fritto 3 tigelle e un salame.
"...", cambiando obiettivo e scattandole 14 foto di cui la metà in bianco e nero.
"insomma, ma ci avete pensa..."
"ci ridiamo sopra più o meno una volta al giorno", affettando il culatello.
"ma perché tutti pensano che di queste cose gli amici non parlino?", inserendo il grandangolo e sbagliando l'ISO.
"..."
"...", masticando rumorosamente.
"...", [clic].
"...", aprendo il lambrusco.
"...", valutandomi le doppie punte con la ruga sulla fronte.
"devo avere altro lardo"
"devo tagliarmi i capelli"
"ma insomma! Io non vi capisco, santo cielo, sareste così cari..."
"ERA NO NEL SENSO DI NO"
"no, no. Ehi. Sorridi. Vuoi una foto? [clic.]"


ore 23.45, cavallette fino in fondo

Si fa strada l'idea di poter portare a casa il gnocco fritto avanzato ("ma ehi, portiamo a casa il gnocco fritto avanzato!").

Non azzardatevi, non mi avrete, io non dirò mai lo gnocco fritto, è chiaro?
Bene.

Comunque, qualcuno suggerisce di portare a casa il gnocco fritto avanzato.
Lo so che sembra assurdo che i miei coristi abbiano avanzato del cibo, ma quello era il terzo giro.

Viene chiamato il cameriere, al quale viene timidamente proposto di portare a casa 6 sacchetti di gnocco fritto, 375 tigelle fredde due sedani 5 bottiglie quasi estinte e tutti gli scatolini della nutella.

Sembra che improvvisamente a casa dei coristi sia pieno di cani.


ore 00.43

Usciti dal ristorante V mi accompagna alla macchina.
Ci salutiamo, ci abbracciamo, ma questa volta non è come le altre, perché lo sappiamo bene che è l'ultima.

Oddio, a Natale è di nuovo qui.

Ma se sei abituato a vederti quasi tutti i giorni per 8 ore al giorno più le prove e i concerti le cene e le uscite le telefonate e gli sfoghi e i ricordi poi ci si guarda come ci siamo guardati noi quella sera.

E niente, basta.

Ora è là e sta mangiando cigni.

mercoledì 10 ottobre 2012

This is England

"#collegaV, allora vai a Cambridge, eh? Bravissimo. Hai vinto il dottorato in un college prestigio..."
"il migliore."
"già. Ma è il college di Paul Dirac?"
"lo sai perfettamente."
"sì, lo so. Ma è quello più ricco in assoluto in termini di finanziamenti disponibili per ogni studente?"
"sì."
"quello in cui Elisabetta I entrò a cavallo commentando l'atrio?"
"sì."
"quello dello scopritore di Nettuno?"
"sì."
"quello di Wyatt, Butler e Wordsworth?"
"sì."
"quello di Douglas Adams?!"
"sì."
"ma quello con lo stemma d'Inghilterra blu oro e rosso?"
"sì."
"quello stemma per me è l'Inghilterra, e l'Inghilterra per me è questo"
"sì. Il mio college è tutto questo, cara"
"ammirazione totale"
"lo so."
"[occhi]"
"...e poi c'è la storia dei cigni."
"che storia dei cigni?"
"la storia dei cigni."
"la storia dei cigni?"
"la storia dei cigni."

Questa.

(eravamo a cena con V e il coro, quando la registrammo. Non sentite tante risate perché quando si ride troppo non si fa più rumore. Due coristi sono crollati dentro la ciotolina del lardo, un altro è stato trovato sotto il tavolo tre giorni dopo, che rideva ancora. Io da allora l'ascolto nei giorni di pioggia.)

"vorrei farti notare che la storia dei cigni è vera."
"io..."
"lo so lo so che palle sei sconvolta perché non è etico uccidere i cigni e blablablabla e poveri cigni e blablablabla e le tue robe ambientaliste del blablabl..."
"no. I cigni mi stanno sul cazzo. Ma trovo intollerabile che possiate mangiarli solo voi. E se mi dai di nuovo dell'ambientalista, per quanto in sostanza e fondamentalmente io lo sia, ti nascondo la bandiera francese nel trolley."
"ok."
"ok."

Bonus.

giovedì 4 ottobre 2012

Esta noche ripago el mio debito (aka Altro Disordine, Ma Questa Volta Non Adorabile)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, 4 mesi fa, ore 15.03

"Trantor"
"ciao, maestro bifono" [lui è questo qui]
"il 4 ottobre vieni a cantare nel mio coro in concerto 6 pezzi difficilissimi tra cui Verdi tra cui una messa difficilissima composta da me gratis difficilissima facendo prove gratis anche se lo so che non è il tuo genere odi Verdi hai mille impegni non hai più una vita privata non dormi non riposi non hai più tempo per te ma io ho assolutamente bisogno di una cazzo di mano?"
"no."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, 3 mesi fa, ore 16.30

"Trantor!"
"ciao, maestro bifono"
"ciao, bellissima."
"mmhssno, ma ti posso aiutare?"
"il 4 ottobre vieni a cantare nel mio coro in concerto 6 pezzi difficilissimi tra cui Verdi tra cui una messa difficilissima composta da me gratis difficilissima facendo prove gratis anche se lo so che non è il tuo genere odi Verdi hai mille impegni non hai più una vita privata non dormi non riposi non hai più tempo per te ma io ho assolutamente bisogno di una cazzo di mano?"
"no."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, 3 mesi e 27 giorni fa, ore 10.25

"Trantor, ueila!"
"ciao, maestro bifono"
"ciao, cara."
"...dimmi."
"ti posso offrire un caffè?"
"no, dimmi"
"una brioche?"
"no, dimmi"
"un pacchetto di rin..."
"no, dimmi"
"il 4 ottobre vieni a cantare nel mio coro in concerto 6 pezzi difficilissimi tra cui Verdi tra cui una messa difficilissima composta da me gratis difficilissima facendo prove gratis anche se lo so che non è il tuo genere odi Verdi hai mille impegni non hai più una vita privata non dormi non riposi non hai più tempo per te ma io ho assolutamente bisogno di una cazzo di mano?"
"no."
"ti ho mai detto che hai dei bellissimi cape..."
"non è necessario."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, 3 mesi e 15 giorni fa, ore 09.00

"salve salvino!"
"oh maestro bifono. Buongiorno, se hai bisogno di un libro dimmi veloceme..."
"sai, ti trovo proprio bene, stamattina"
"no."
"invece sì, sei così radio..."
"sono al telefono con un bookseller da Milano, per cui dimmi"
"il 4 ottobre vieni a cantare nel mio coro in concerto 6 pezzi difficilissimi tra cui Verdi tra cui una messa difficilissima composta da me gra..."
"hai detto gratis?"
"sì"
"no."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, 1 mese fa, ore 18.27

"..."
"bentrovato, maestro bifono"
"tu sai cosa ti voglio chiedere"
"se non è il facsimile del manoscritto Modena alfa.5.24 olim lat. 568 credo di poter intuire con un sufficiente margine di sicurezza"
"vieni?"
"non ho più una vita privata"
"lo so. Vieni?"
"no, ma posso darti il facsimile"
"no."
"peccato."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, 19 giorni fa, ore 19.13

"Trantor."
"ciao."
"fra 19 giorni è il 4 ottobre. Ho maledettamente bisogno."
"non riesco a venire a nessuna prova, ho altri due cori che questo mese provano due volte a settimana ciascuno, concerti, open day della biblioteca, i concerti della rassegna e non vedo i miei amici da un mese"
"ti prego."
"senza prove non canto"
"le sposto al venerdì, solo per te"
"le persone normali al venerdì vedono gli ami..."
"ti prego."
"stanotte ho dormito 3 ore e un quarto"
"ti scongiuro."
"leggerei a prima vista, non ho tempo di studiare le parti al di fuori delle prove"
"va benissimo"
"odio Verdi"
"dopo c'è il rinfresco"
"il concerto è in una chiesa degli anni '60, hai una vaga idea di cosa vuol di..."
"ti [vm14] prego!"
"..."
"..."
"hai scelto quest'ora per prendermi per sfinimento?"
"sì."
"...va bene."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, il giovedì della prova, ore 14.00

"Trantoooor tesoro!"
"ciao, maestro bifono"
"allora stasera! Vieni alla prova stasera, vero?"
"...veramente avevamo concordato venerdì, domani."
"ah. Oggi non è venerdì?"
"no."
"ah."


Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, il venerdì della prova, ore 10.01

"Trantor."
"ciao, maestro bifono"
"sono molto offeso."
"scusa?"
"ieri sera non sei venuta. Hai mancato di parola."
"spero che tu stia scherzando. Avevamo concordato venerdì, e oggi, è venerdì."
"ah."
"eh."
"scusa."
"ok."
"..."
"..."
"hai dormito?"
"no. Ma va bene così"
"lo so, sei radio..."
"smettila"

Esta noche ripago el mio debito, direbbe quel gatto.

Mi sdebito con bifono per aver ingaggiato uno dei miei due cori al famoso prestigioso concerto delle palline.

Anche quello era gratis, btw.

Ed è noche nel senso di sera, vorrei che questo fosse chiaro.

Insomma, vediamo se domani addì 5 ottobre duemiladodici dopo Verdi e soprattutto dopo la difficilissima messa composta da lui sono ancora viva.

E scusate se latito su tutti i blog e su tutte le caselle mail, ma è un periodo pienissimo.
besos.