martedì 26 febbraio 2013

Confesso che han vissuto. Ad Avignone

Modellati falli con le tovagliette sacre dell'altare - fatto

Scritto "messa per Procopio ore 15" a caso sull'incustodita agenda del parroco nello sgomento generale - fatto

Valutata l'ipotesi di far prendere la polvere a squisiti candelabri settecenteschi nel salotto di casa propria invece di fare prendere la polvere a squisiti candelabri settecenteschi nella sagrestia della chiesa di X - fatto

Provate le tonache da chierichetto 8 minuti prima del concerto facendosi beccare dal prete - fatto

Ricevute avances gay dal sagrestano ("ti prego fammi toccare il tuo pacco") - fatto

Scritto "matrimonio Bartezzaghi-Sperindio domenica 7 luglio ore 11" sempre a caso sull'agenda del prete poco prima del concerto - fatto

Affondate le mani nel ricettacolo dell'incenso grezzo urlando "è zucchero di cannaah!" - fatto

Ritrovati casualmente antichi messali nel salotto di casa propria e sistemati gli stessi in bella vista nella libreria di casa propria pretendendo di averli "salvati da morte certa nella chiesa di X" - fatto

Provata la tonaca del vescovo 2 minuti prima della messa ridendo come scemi facendosi fotografare e lasciando apposta il caldino corporeo sulla stoffa - fatto

Postate le relative foto su facebook durante l'Elevazione - fatto.


A conti fatti i miei coristi sono gente che, se il papato si trasferisse ad Avignone, non saprebbe proprio come impiegare il tempo.


Bonus.

giovedì 21 febbraio 2013

Le fantastiche ultime uscite dei miei coristi!

aka Domani Sposto il Coro Alle Falkland (DSCAF)

In diretta dalle prove di ieri e l'altro ieri sera ecco le fantastiche ultime uscite dei miei coristi!

Chi è interessato ad altre e più perfette fantastiche ultime uscite dei miei coristi! può recarsi qui o qui.

(a seguito dei due post citati i coristi hanno successivamente passato 3 settimane a dividersi i categorie. Scrivendomi per mail ogni volta che si erano riconosciuti. Più volte. Al giorno.)


Corista #Sono Una Signora (SUS) (aka E Io Gli Ho Creduto)

io: "corista #SUS, ciao, ben arrivata in ritardo alla prova."
"oh grazie Trantor! Grazie! Che bello essere qui e rivedervi tutti! Che bello, che gioia, che be..."
"sì. E quindi tipo all'ultima prova dov'eri, che non sei venuta e ovviamente ti sei ben guardata dall'avvisarmi, darling?"
[vocetta angelica] "che prova?"
"tipo l'ultima."
"oh quella! Ah, già, che sbadata."
"..."
"..."
"e quindi?"
"uh guarda, io volevo scriverti solo che poi mio marito mi ha detto: se non vai alla prova e Trantor non ti vede è ovvio che tu non sei lì, giusto?, perché se sei qui non puoi essere lì e se potessi essere lì saresti lì ma non ci sei perché sei qui e allora beh, io gli ho creduto, perché suonava giusto. Oh ma che bello essere di nuovo q..."
"suonava giusto."
"sì."
"e tu gli hai creduto."
"certo, è mio marito."
"..."


Sì e no, due qui due là, trentuno

io: "allora, proviamo questo pezzo, da battuta 31, un, due, tre, vi..."
#coristaO: "ah ma io questa parte mica me la ricordo!"
"ma se è dal 7 gennaio che ci siamo sopra, santo cazzo"
"ah no, mai vista. Saranno sì e no due prove."
"due prove un cazzo"
"due prove, massimo tre. Mai vista."
"mai vista massimo tre un cazzo. Ci siamo sopra dal 7 gennaio, io le prove le ho fatte tutte, non abbiamo studiato altri pezzi e quindi *non dire* che l'hai visto due volte con la faccia della contadinella che scopre come nascono i bambini tutto in una volta perché forse sei tu sei mancata alle prove, chiaro? E' chiaro?!"
"ma io verame..."
"è chiaro?"
"..."
"è chiaro?"
"sì."
"oh. E adesso battuta 31."
"31?"
"31."
"non 32?"
"31."
"31"
"31."
"probabilmente ha a che fare col fatto che sono stata in Cambogia tre settima..."
"TRENTUNO"
"okokok."


I fashion-victim

"...e dunque a battuta 64 voglio che facciate un forte crescendo in corrispondenza della parola sicu..."
"blablablabla"
"pstpstpstpspspsstt"
"bla!"
"crescendo a 64, ho detto, scrivete"
"pstpstpspspsssssssss"
"ma bla!"
"#coristaDina, di grazia. Ti spiacerebbe smetterla di chiacchierare con #coristaMedico?"
"se mi spiacerebbe? Uh no. E' che le stavo raccontando dell'ernia dello zio del compagno di banco di mio ma..."
"piantala."
"ok."
"ripetimi cosa stavo dicendo"
"..."
"..."
"EHI POSSO FOTOGRAFARTI LE SCARPE?"
"scusa?"
"[clic]"
"uh è vero Trantor sono a-do-ra-bi-liiii!"
"dimmi dove le hai prese!"
"ma le hai prese da Mango?"
"no forse da Zara!"
"adoro quel cinturino!"
"tacco 10? 12? 8? 9? 6? 11? 14? 13? 1..."
"ti prego fammele provare"
"[clic]"
"sexy... Le scarpe alte mi eccitano..."
"dove le hai prese dove le hai prese dove le hai preseeeee"
"facciamo un acquisto congiunto!"
"[CLIC]"
"piantatela. Ora."
"ok"
"ok"
"ok"
"ok"
"ok"
"ok"
"ok"
"ok"
"ok"
"[clic]"
"riprendiamo la prova. Scrivete quel cazzo di crescendo e riprendiamo. 64."
"[clic]"
"...tacco 10, direi."
"basta."
"ok."
"le ho prese da HM, comunque"
"uauuuu lo sape..."
"basta."


Il Tenore Emigrante (TE)

"pronto?"
"Trantor?"
"ciao #tenoreOne!"
"ciao. Ehm. Devo dirti una cosa. A-hm."
"ok, spara."
"no, prima siediti."
"... ok. Ho già capito. Aspetta, mi siedo. Ecco. Ah fammi prendere il valium. Fatto. Anche il lexotan, via, me lo tengo vicino. Ok. Sono sedata. Adesso dimmi."
"sai che adoro questo coro"
"vai avanti"
"beh, non verrò più"
"£$%&*°#ç%&$@zzo. Ti ha offeso #coristaVigileF con i falli di tovagliolo? #farmaCorista ti ha negato una ricetta? Hai sostenuto la superiorità del grana sul Parmigiano e i soprani ti hanno tagliato le gomme della macchina?"
"no. Ho vinto un dottorato un musicologia, come #collegaV. Solo che è a New York"
"..."
"..."
"..."
"Trantor? Ci sei?"
"ma la piantate di emigrare tutti nel Commonwealth? Da quando dirigo questo coro il primo tenore è fuggito in Australia per un'esperienza di vita, il terzo ha vinto un dottorato per 3 anni nel college migliore di Cambridge e tu, tu, tu!, il quinto tenore cazzo, tu, adesso te ne vai a New York dai 4 ai 6 anni"
"già."
"sono io? Sono le mie scarpe? E' per come urlo durante le prove? E' per quella volta che avevo promesso le chiacchiere nel dopo prova e poi non le ho portate? E' per quello?"
"non sei tu, è New York"
"domani sposto il coro alle Falkland, facciamo prima."
"ok."
"ok."
"ciao."
"bye."

lunedì 18 febbraio 2013

Un buon non capodanno (a te, a me, a Marty Feldman)

E niente, all'alba del 18 febbraio è giunto il momento di raccontarvi di quando sono stata a Firenze, a trovare #cugina Folle e Bellissima (FB).

Sono rimasta da lei qualche giorno, e anche il 31 dicembre.

Per l'ultimo dell'anno ho quindi declinato l'invito dell'amico Formigo, il quale mi proponeva cibo biologico, salotto decontaminato da wifi decontaminato da microonde decontaminato da aspartame e sesso a tre.

Ho declinato l'invito di Valeren, il quale mi proponeva tavolate di cibo, tavolate di blogger, il ruolo di maestro di cerimonie nel suo imminente impero assolutista e due buffe cocorite con accento milanese le amiche di Mika Ela due buffe cocorite con accento milanese.

Ho declinato l'invito di #manipolo di coristi, i quali mi proponevano tavolate di cibo biodinamico, gossip biodinamico porcate biodinamiche e vino biodinamico dai possedimenti biodinamici di #coristaDucale (significa 4 portate a base di ceci e farro carotine broccoli e niente carne, in pratica il negativo di Valeren).

Ho declinato l'invito degli amici Pipes e iWally, i quali mi proponevano una festa in costume contadino in una palestra affittata apposta con altre 6485322966317698213 persone di cui note 3 normali una e tutte capitanate da un tizio noto come "il piovra".


La verità è che ero troppo stanca per festeggiare alcunché, per cui il 31 è stata praticamente l'unica sera del 2012 in cui sono andata a dormire prima dell'una e mezza (e se non è stata l'unica è stata una delle 4), ossia alle 01.23, quando la cugina Folle e Bellissima dormiva già da un'ora e 20.

Durante l'anno festeggio già abbastanza, fra pub dopo le prove, cene, viaggi, concerti e orari del cazzo.

Insomma, alle 21 del 31 dicembre FB - che, lo ricordiamo, è pazza - ha iniziato a sbadigliare e io pure, visto che negli ultimi giorni avevo preso i suoi ritmi.

L'idea geniale è stata tenersi sveglie a vicenda provando, sempre a vicenda, tutti i suoi abiti da concerto di chiffon e taffeta fotografandoci forsennatamente, sempre a vicenda.

(non so se vi posto una foto, boh.)

Le ho poi acquistato un vestito rosso lungo da concerto stile biancaneve (ma meglio) perché "sai io non ho mica occasioni per metterlo!", e ricordiamo che lei canta in tutti i teatri del mondo, e sottolineo del mondo, e perché semmai "magari lo do alla Caritas".

Il vestito lungo da concerto, certo.

Alla Caritas un vestito di taffeta rosso lungo, certo.


Ecco il resto delle assurdità, stile solita commedia di Beckett.
(non ho ancora deciso se poi vi posto una foto).


ore 21.02

"dovresti meditare. Sai, niente accade per caso. Le coincidenze non esistono. Tutto ha un senso. C'è un disegno superiore. Le malattie te le causi tu. Le guarisci tu. Guarda me, io guarisco da sola. Le medicine non servono a nie..."
"ecco per esempio, io sono miope. Tu hai fatto l'operazione col laser, giusto?"
"sì."
"potrei farla anche io"
"no. Se sei miope è perché non vuoi vedere"
"..."
"..."
"però con te il laser ha funzionato"
"..."
"se bastasse la mente non avresti dovuto fare l'operazio..."
"se sei miope è perché non vuoi vedere."
"io non credo"
"se sei miope è perché non vuoi vedere."
"... sai, non funziona così."
"se sei miope è perché non vuoi vedere."


ore 22.46

"l'hai visto Alta tensione di Mel Brooks?"
"sì bellissimo!"
"ed è bello anche Frankenstein Junior"
"uuuh sì con quell'attore sexyssimo!"
"..."
"..."
"ma chi, Gene Wilder?"
"ma no, ma no, quell'altro"
"...forse intendi Il mistero delle 12 sedie, con Frank Langella, grandissimo figo"
"ma no, ma no!"
"allora Robin Hood un uomo in calzama..."
"ma no, ti dico che è in Frankenstein Junior!"
"un-figo-in-Frankenstein-Junior."
"sì"
"ed è sexyssimo."
"sì."
"sexyssimo con la y."
"sì."
"..."
"ah ecco, Marty Feldman. Aigor. Lui. Sexyssimo!"
"io..."
"strafigo."
"..."


ore 23.24

"ecco, ora che l'esperienza è conclusa hai imparato qualcosa di nuovo, vero?"
"innegabile"
"ora sai come funzionano queste cose"
"m-mm"
"ma lo rifarai, ci scommetto"
"..."
"ti verrà voglia di rifarlo e lo rifarai"
"..."
"e tuttavia, prima o poi ti capiterà di pensare di non esserne più in grado"
"..."
"ci saranno volte in cui sarà un disastro, e ti verrà da piangere"
"..."
"volte in cui ti scioglierai i capelli con rabbia, ti guarderai allo specchio e ti odierai"
"..."
"ti sembrerà di non essere più capace"
"..."
"ti verrà voglia di lasciar perdere tutto, e fregartene"
"..."
"forse piangerai!"
"io..."
"questo lo devi sempre tenere a mente, voglio che tu lo sappia."
"..."
"devi essere preparata"
"..."
"non voglio averti sulla coscienza."
"..."
"sai, lo chignon non viene bene tutti i giorni."


Per cui sì, Valeren direbbe che dopo la mela cotta la minestrina e una visita al cantiere di fronte mi sono addormentata beatamente dall'alto dei miei 187 anni, quelli che non ho da fuori ma che al 31 dicembre 2012 mi sentivo dentro.

Alle 00.03 in sostanza abbiamo chiuso l'armadio e, come per caso, ci siamo fatte gli auguri di buon anno, bacetto (è mia cugina, che diavolo!), poi lei è drammaticamente crollata sul copriletto.

Quindi no, non ho affatto festeggiato nei modi canonici e anzi, l'ho fatto con una donna è questo è senz'altro un fatto senza precedenti (oltre che senza seguito).

Ma sapete, non me ne frega niente.

mercoledì 13 febbraio 2013

L'effetto Ken Burns (nuove vette di ineffabile variatio)

Carissimi frateli e sorele,
oggi impariamo a conoscere una simpaticissima categoria di persone affette da un oscuro e pernicioso morbo, ingiustamente dimenticato dal mondo accademico e purtroppo ancora troppo poco oggetto di adeguata sensibilizzazione nei laboratori di chimica farmaceutica.

Le persone affette da Morbo di Ken Burns manifestano una serie di buffi sintomi pressoché invariabili, se non fosse per l'eccezione di una squisita e compiaciuta variatio di stampo ciceroniano.

Il fattore scatenante del Morbo - poiché il paziente non sa di esserne affetto, pur essendone portatore fin dalla tenera età di 16 mesi - consiste in VOI CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA.

E' soprendente constatare - e qui è necessario citare i pioneristici e contestati studi di Fromm, Becken e Bauer, tenacemente sostenuti solo dalla parte pavese del cenacolo accademico e addirittura avversati dal Gruppo di Flare negli anni '50 durante la celebre Conferenza di Parigi, episodio poi passato alla cronaca per il misterioso ritrovamento di Flare, Rockwell e Kelby sbronzi a Montmartre - è dunque soprendente constatare come il vedere VOI CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA scateni la fenomenologia sintomatica del Morbo di Ken Burns con una tempestività tale da, francamente, rompere immediatamente i coglioni.

Riconoscerete la persona affetta dal Morbo - segnatamente: una donna - perché, non appena scorgerà VOI CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA, il paziente presenterà la seguente violenta reazione esantematica:

1) [scrollio di spalle e corsa subitanea dietro a un acero] "NONONONO non fotografarmi non fotografarmi non fotografarmi, uffi!"
 2) [risata di scherno misto a superiorità] "ahahah ma perché hai portato il cannone?! AHAHAH" [si è ad un concerto, ndr]
3) [risata di scherno misto a onesta incredulità e indice accusatorio puntato contro la reflex] "beh e quella?"
4) [tono offeso] "se provi a fotografarmi ti ammazzo"
5) [tono acido da strega dei fumetti ormai inscopabile] "le foto non le metterai mica su feisbuk, eeeh?!"
6) [tono da figa di legno misto a estremo fastidio] "gnee uffi, basta con queste maledette foto!" [non vi ha mai visto, ndr]

e così via.

Il decorso della malattia è tragico.

Voi ve ne fottete e vi limitate a cambiare il grandangolo 18-55 con un 55-200 molto nitido, mentre i pazienti intorno a voi - la quasi totalità delle persone - esplorano nuove vette di ineffabile variatio.

Una volta concluse le vostre foto, sapientemente eseguite evitando di inquadrare quei pazienti che hanno minacciato di eliminarvi con un bastone e rispettando le ultime volontà degli affetti dal Morbo, le scaricate sul computer, le sistemate, e le mostrate dunque al mondo.

Ed è allora che il Morbo entra nella sua devastante fase finale; riconoscerete immediatamente i sintomi seguenti, tanto violenti da maniferstarsi addirittura per mail, su whatsapp o per sms:

- "eh ciao. Ho visto le [53464] foto che hai fatto. Quindi me le mandi per mail tutte in alta definizione entro domani? Grazie."
- "cazzo come sono venuta bene, mettimele su dropbox ORA!"
- "ehm. Sai, oltre a quella cosa che mi devi dare su chiavetta... Ecco. Tipo. Cioè, nel senso. Quelle foto. No vabbè ma se non vuoi niente, eh. Però tipo. Le foto. Cioè. Le foto." [ad libitum]
- [gente che per i prossimi 34 anni userà le vostre foto come profilo facebook spacciandole per sue, possibilmente dimenticandosi come vi chiamate e rimuovendovi dagli amici]
- "l'ho sempre detto che sei bravina a fare foto, insomma sì, bravina; sei migliorata, via. Tipo, domani ci vediamo e puoi passarmele"
- "la tua foto che mi hai fatto è già sul sito del mio coroooooooooooooo!!!!!"
- "umpf. Non male, quella foto. Beh, se non fosse che mio marito le fa meglio sarebbe quasi da avere. Dico quasi, non è che la voglio. No no, non le voglio. No, no. Non mi serve. ... Dico, sbaglio o non avevi mica flickr, tu?"

L'unica soluzione è scattare.
Continuare a scattare, per la vostra sanità mentale.
Usarli come cavie, esercizi, sfide di bilanciamento del bianco o di fuoco manuale, come per gli animali dei safari.
Sì, dopotutto sono animali.
Tanti piccoli opossum, malati.
Poveracci.




[Ah ricordate, Valeren è immune.]

sabato 9 febbraio 2013

Trie palle #1

"uella!"
"uella, Trantor!"
"andiamo a giocare a biliardo stasera?"
"..."
"dài!"
"guarda che non gioco da quando ero al liceo"
"io faccio schifo pure, cosa credi"
"lo sai che lo adoro, maledetta"
"lo adoro anche io, ciò basta"
"ma dove andiamo?"
"conosco io un posto"
"uhm. Ci vedranno?"
"no, è una luunga fila di tavoli e noi ci mettiamo in fondo, confondendoci con le pareti"
"..."
"..."
"sei proprio sicura che non ci vedranno"
"certo"
"non voglio che mi vedano mentre rigo il panno verde"
"smettila. Con le regole siamo a posto?"
"sì sì, so tutto io. Stecca?"
"stecca. O snooker, ma è impossibile che abbiano i tavoli"
"allora stecca. E sia"
"e sia sì, per dio."
"yea."

Constatato che la sala contenente la luunga fila di biliardi, bowling, lasergame e altre amenità a cui non gioca mai nessuno esiste ancora da due anni a questa parte, entriamo.

Constatato che dietro il bancone la tizia che dà i tavoli è una slava con accento modenese, prendiamo un tavolo.

"vorremmo un tavolo all'italiano, per favore"
"italiano?"
"stecca"
"stecka?"
"..."
"..."
"non carambola."
"ah, ok. Trie palle."
"...sì. Tre palle."
"là in fuondo."
"..."

Prendo il vassoietto con le tre palle e i birilli con la faccia di un dalmata a cui hanno appena versato molto ciappi nella ciotola.

Constatato che il tavolo dell'italiano (quello con i 5 birilli e senza buche, per capirci, miei cari) consiste in un tavolo che nel '500 forse era da snooker ma con le buche strette, 8 bruciature di sigaretta sangue di un soldato di Agincourt dna di dodo e 14 strappi nel panno verde, torno dalla tizia slava.

"senta, ma noi volevamo giocare all'italiano. Ci serve il tavolo senza buche"
"sienza buche?"
"senza buche, sì"
"... beh, non c'è."
"questo lo vedo. Ma pensavo ce ne fosse un altro magari in un'altra sta..."
"no no, non c'è. Ah ma però c'era."
"ah che consolazione. E dov'è andato?"
"buttato via. Han fatto puosto a quella saletta là e l'han tolto"
"e nella saletta cosa c'è, mia adorabile urala donzella?"
"slot machines."
"AH."

Constatato che l'inserimento della saletta di slot machines ha comportato che tra il fianco sud del tavolo dell'italiano con buche strette e il muro ci siano tipo 50 centimetri, rendendo quindi impossibile giocare qualsiasi [quinto emendamento] palla se non tenendo la stecca inclinata a 45 gradi, e già io non vinco se non per caso figurarsi poi se devo giocare così, ci accontentiamo del DNA di dodo e cominciamo.

No, non ho vinto: ma ho vinto in Inghilterra a palla-8, 3-0, contro #collegaV. L'avrete.

Intanto guardatevi Mark Selby, tipo.

mercoledì 6 febbraio 2013

Fallo

"pronto?"
"ueila Trantor carissimaaaaaaaa"
"ciao Formigo!"
"ciao. Allora, come va con #lui?"
"benissimo, ci esco e mi diverto un sacco"
"oh bene. Usi una protezione, vero?"
"..."
"intendo, ce lo metti, vero?"
"..."
"..."
"..."
"..."
"m..."
"mi stai dicendo che non usi una protezione?! Che lo fai così?"
"guarda che sto attenta cazzo, mica ho 13 anni"
"tu sei pazza"
"boh, c'è il brivido della cosa"
"senti, devi usarlo. Non azzardarti a farlo ancora senza. E una volta che ne metti uno, non toglierlo cazzo, hai capito?, non toglierlo"
"ok"
"non toglierlo ho detto!"
"insomma va bene!"
"posso stare tranquillo?"
"ma sì"
"sì?"
"sì."
"ma sì?"
"ma sì"
"ma s..."
"che due maroni, Formigo"
"voglio che tu abbia capito, se succede qualcosa poi sono cazzi amari"
"lo so meglio di te"
"mm. Non è che fra tre mesi mi telefoni in lacrime"
"no-o"
"...ok. Meglio essere sicuri"
"certo"
"io, ad esempio, giro sempre con 2 o 3 di quelli"
"sì, Formigo"
"costano, ma è meglio prevenire"
"lo so, Formigo."
"allora fallo"
"d'accordo"
"promesso?"
"promesso."
"bene"
"bene."
"ciao"
"ciao."
"fallo"
"ciao."
clic.

A volte, quando si parla di filtri UV da avvitare per sicurezza sui nuovi obiettivi Nikkor con lente particolarmente esposta, Formigo sembra mia madre.




(scusate la latitanza, ma Deo gracias Anglia!)