venerdì 19 luglio 2019

Custodire camicie

"pronto?"
"ehi bastardaaaa"
"mio dio sei tu, ma quanto te..."
"amicaaa non indovinerai mai!!!"
"... ok dimmi"
"TOP! TOP! TOP!"
"ok, però dimmi"
"FIGATAAAAA"
"dimmi"
"Trantor, stasera rientro da un anno di lavoro in #paeselontanissimo e ho deciso di venire al #tuopaesino!!!!"
"stasera nel senso di fra 35 minuti?"
"siii sto arrivando!!!"
"no ma dimmelo più tardi, comu-"
"SINCRONICITA' JUNGHIANA"
"cazzo e sono anche libera, non ho parole"
"no vabbè GOOOD VIBES!!!!"
"ma sai che ho ancora la tua camicia che all'ultimo concerto avevi dimenticato dentro la custodia del mio pianoforte elettronico?"
"BEH, AMICA."
":)"
"AMICAAA!"
":)"
"NON CI CREDO, LA CAMICIA!!!!"
"ma sì, sai che ti avevo scri..."
"AMICA"
":) ok, allora a do..."
"GOOD VIBES!!! GOOD VIBES!!!"


Lui è ancora (è sempre) quello delle camicie.

È quello delle camicie mimetiche a pixel, quello che parte per l'India da solo senza guida, quello che 25 secondi prima di entrare in concerto col mio #altrocoro gli si rompe la patta dei pantaloni e io e 24 coristi ci troviamo costretti ad assistere alla febbrile costruzione di una maryshelleyana sutura della patta realizzata mediante n. 13 spille da balia recuperate dal fondo della mia borsetta.

Lui è #pianistapugliese2, non lo vedevo da 3 anni.
Ogni tanto messaggi audio deliranti, fiumi di chat come se ci fossimo visti ieri, poi niente, deve tornare in cucina e per mesi non ci scriviamo.
Fa il cuoco ad alto livello, sceglie le vacanze in base alla possibilità di salire su pescherecci, pescare molluschi giganti a mani nude e mangiarli vivi con un coltello, ed è l'unico pugliese nato sulla costa a cui non manca il mare.

Lo raggiungo alla festa dell'Unità del #miopaesino, dove ha deciso di andare per salutare più gente possibile dei vecchi tempi.
Lui è appena rientrato da un ristorante stellato in cui ha lavorato e fra un numero non elevatissimo di ore riparte per Dubai, altro ristorante, altro paese, altro anno, altra storia, altre camicie.

Ci riabbracciamo e, come al solito, in realtà non è mai partito: vive ancora nell'appartamento in affitto con i muri rosa confetto, ogni lunedì sera viene alle prove del coro, andiamo a comprare insieme le macchine fotografiche e mangiamo zangole di sushi parlando male di #fraubluecher.

È accompagnato da un amico sveglio e riccio, un sommelier molto più giovane di noi, lombardo, che viene da un posto che non esiste (Lodi) e che per brevità chiameremo #bambi.
Parliamo, ridiamo, #bambi beve mirto; è tutto uguale, come una volta.

Ad un certo punto si evince che sono arrivati al #paesino completamente a caso, senza auto; loro ridono come pazzi, ma allo stato in cui siamo, molto dopo mezzanotte, qualcuno li deve pur portare a #cittàcolfiume, dove dormiranno a casa di un'amica, un'altra che custodisce camicie.

Saliamo in macchina e molto dignitosamente scelgono di non commentare lo stato in cui versa la mia auto, piena fino all'orlo dei più disparati oggetti e arredi fra cui una cassetta per le offerte, un sacchetto sfrigolante di lucine da leggio, 2 leggii di ghisa, un treppiedi, scarpe, ombrelli, un trolley di partiture doppie, un manifesto e tantissimi scontrini.

In auto #pianistapugliese2 ama ricordarmi la sua teoria preferita, cioè che dopo 2 anni di relazione con una donna "basta, ancora?! Che cazzo!", in pratica gli si spegne il cuore e via con una nuova - possibilmente con lo stesso nome della precedente, è molto abile -, per cui come al solito segue animata disquisizione su questa cosa di stare insieme ad una persona oltre i 24 mesi, una faccenda che proprio #pianistapugliese2 non computa (#bambi invece, parzialmente inglobato dagli ombrelli, è d'accordo con me).

Ma poi siamo già lì, a casa dell'amica. È tardi, io devo tornare.
Lui e #bambi si descrivono sognanti a vicenda la colazione di domani, che andranno a fare nel migliore bar di #cittàcolfiume.

"in Emilia il cibo si condivide, mica come da noi, là, a Lodi"
"beh, infatti Lodi non esis..."
"lasciaci pure qui, andiamo a piedi ora. Grazie, amica."
"ok. Non dimenticare la camicia."
"WOAAAHHHHH GOOD VIBES!!! Non ci posso credere, hai tenuto la mia camicia tutto questo tempoooaaaahahhhhh"
"mettila a Dubai"
"FIGATA PAZZESCA!!"
"lol"
"ok."
"cia..."
"cià"
"cià."


(Se qualcuno di voi passa da Dubai e ha voglia di spendere moltissimi soldi nel ristorante di un hotel a ottanta stelle mangiando i piatti di #pianistapugliese2, che probabilmente è l'unica cosa che conviene seriamente fare a Dubai, passo il nome del ristorante)

venerdì 19 aprile 2019

L'Incredulo

Ci sono dei rischi a lavorare nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, e uno di questi è rappresentato da L'Incredulo, un utonto che disgraziatamente coincide anche con Il Melomane.

L'Incredulo si presenta quotidianamente proprio travestito nei panni de Il Melomane: egli è pensionato la moglie lo scopa fuori di casa, ma dato che lui disprezza i cantieri (è Melomane, mica cazzi bassi come tubi e fognature) il suo appuntamento fisso siamo noi per cui viene in biblioteca tutti i giorni alle ore 14.00 GMT Oslo-Roma-Parigi per ascoltare dischi della triade Scotto-Tebaldi-Di Stefano.

Alle 14.00 mette la bisaccia negli armadietti, alle 14.01 chiede la solita cuffia ("signorina mica la numero 4 che ha degli squilibri nei bassi della cuffia destra gne - mai nessuno in 10 anni di lavoro in conservatorio l'ha notato, ndr - lo sa che io voglio la numero 5 gne"), alle 14.02 è alle postazioni audio in celeste compagnia di Scotto-Tebaldi-Di Stefano.

Alle 18.15 se ne va, non prima di aver riconsegnato la cuffia numero 5 - se non gli abbiamo prestato la 5 perché impegnata, invariabilmente seguono 15 secondi di recriminazioni sulla qualità audio della cuffia-non-numero-cinque, in cui la mente di noi bibliotecarie di solito vola selvaggia a rimembrare quanto si stava bene quando si portava da casa le cazzo di cuffie sue, prima che scoprisse quanto si sente bene dalla cuffia numero 5.

Ma esiste una variante hegeliana a tutto ciò: quando il CD ("ah, erano molto meglio i vinili gne") salta, e allora seguono 125 secondi di "signorina segni però che le tracce 5, 9 e 10 saltano, non si riescono ad ascoltare, insomma fate qualcosa perché non è possibile che Cavalleria rusticana blablabla e poi qui c'è José Carreras che blablablabla, gne".

Così, ogni santo giorno da ormai 10 anni. 
Eppure, come nei migliori fumetti della Marvel, c'è un momento dell'anno in cui il superpotere del Nostro si risveglia ed egli diviene >>>>> L'Incredulo!

È sufficiente che ci si approssimi ad un periodo di chiusura vacanziera che zac, ecco la telefonata de L'Incredulo!

"pronto, biblioteca dei pazzi di conservatorio, sono Trantor mi dica"
"pronto signorina, sono Il Melomane travestito da L'Incredulo"
"buongiorno, mi dica"
"senta, ma volevo sapere. Domani, che è sabato santo, sarete aperti?!"
"sì, come abbiamo scritto ovunque mandato mail tappezzato di cartelli la biblioteca avvisato a voce messo sul sito ricordato anche a te de visu l'altro ieri sì, siamo chiusi solo da Pasquetta a X, quindi sabato santo siamo ape..."
"no perché sa, ho letto la mail arrivata ieri ma pensavo aveste sba... eh, no, di aver letto io male"
"non è un errore, se abbiamo mandato la mail e così c'era scritto, vuol dire che domani saremo aperti"
"ah, ma come mai?"
"... perché il direttore ha deciso così"
"ma è sabato santo."
"lo sappiamo anche noi."
"ma perché tenete aperto??"
"perché così è stato deciso"
 "ma verrà qualcuno?"
"senta non lo so, anche noi vorremmo stare a casa qualcuno (certamente lei) verrà di certo"
"...ah. Che strano."
"eh."
"... ma insomma la biblioteca comunale però chiu...."
"LO SAPPIAMO"
"ok, allora domani vengo"
"sì, l'aspettiamo"
"bene"
"bene"
"gne."


Ora sono le 14.37, e questo significa una cosa sola: alle 14.00, puntuale come la scenetta finale della Marvel, è venuto. Nell'interstizio fra gli armadietti e la cuffia numero 5 prego ripetere da capo il copione, identico ma con ancora maggiore incredulità e, a latere, la fintamente cortese e acidissima aggiunta "beh io mi metto di là, sempre se non disturbo eh, gne".

Al 31 luglio dunque per una nuova avventura de L'Incredulo!, il supereroe anziano che con una grossa I sulla maglietta gira per le biblioteche a controllare l'esattezza degli orari di apertura comunicati online!!!

venerdì 18 gennaio 2019

Poteva essere

L'altra sera, in un ristorantino fighetto del centro di #cittàsenzafiume.

È la cena di parte dello staff del lavoro e siamo io, Boss (direttore di #conservatoryo), Folle Vendicativa (segretaria 1 di #conservatoryo), Opossum (segretario 2 # conservatoryo), Brava Persona (funzionaria di #conservatoryo) e #maestro.

Ordiniamo, Boss sceglie per tutti il vino.
Battute con i camerieri, cazzate da sommelier, senta se va bene, manfrina dell'etichetta, sì va bene anche se #altre cazzate da sommelier, #battute, ce lo versano.

Arriva a me e io, WOA, "per me no, grazie :)".

Silenzio generale.
Il cameriere non dice niente e versa il vino a Opossum, che è seduto a fianco a me.
Finisce il giro, poi torna da me e mi versa mezzo bicchiere.

"ma le ho detto che non lo bevo..."
cameriere: "ah scusi, è che quando Boss porta qui delle signore di solito bevono tutte"
"..."

Opossum decide allora di partecipare al contest "Idiota di Gennaio", attualmente aperto e a cui si sono iscritti già in molti:

"senti, ma non bevi il vino?"
"non stasera, preferisco di no"
[occhiolino] "sicuraaa?"
"[cazzo], sì ..."
"ma però lo bevi."
"sì, ma stasera no"
"ah."
"..."
"..."
"..."
"..."
"..."
"è molto buono sai, credo proprio che dovresti assaggiarlo"
"ho detto che non posso"
"ma come mai?"
"sto prendendo dei farmaci"
"ah. Farmaci quindi..."
"è meglio non bere alc..."
[con fare paternalista] "ah quindi sei sotto psicofarmaci!"
"CAZZO NO HO LA CISTITE E DATO CHE TE LA CERCHI ORA TI RACCONTO ANCHE I DETTAGLI CAZZO"

E glieli ho raccontati, mentre sorseggiava quel cazzo di fottuto vino buonissimo di merda cercando faticosamente di darsi un tono.

Potevano essere antibiotici, potevano essere fermenti, poteva essere che sono astemia, poteva essere gastrite, potevano essere esami del sangue la mattina dopo ziocrysto, poteva essere che devo guidare, potevano essere una valanga di cazzi miei.
No, psicofarmaci.

Io sembrerò pazza, ma lui ha vinto il contest con 13 giorni di anticipo.