Cronistoria fedele del matrimonio maledettamente complicato il cui importante e demenziale prequel è
qui
Arriva dunque il giorno del matrimonio.
Ricapitolando, devo dirigere alcuni gospel cantati dal mio
Altro Coro durante la celebrazione di un matrimonio di gente che non conosco, in un paesucolo della #collina senza fiume.
Al pianoforte, il ventunenne intelligente ed entropico
#pianistaCalabro, di cui sopra.
ore 11.32
sms da Trantor >>
#pianistaCalabro
"Calabro, [dato che hai 21 anni ma non la patente] fatti trovare alla stazione della Città Senza Fiume alle 14.40. [cazzo non capisco come tu faccia a non avere la patente e contemporaneamente a fare il musicista], comunque
non perdere il treno. [quando capirò sarà probabilmente troppo tardi o sarò avvocato], comunque c'è un treno che arriva alle 14.33 e uno alle 14.16, ci vediamo là così ti passo a prendere e andiamo in chiesa per le prove"
"ok."
ore 14.25
Io e
#collegaV, che per l'occasione è venuto a cantare nei tenori anche in questo coro qua, aspettiamo docilmente nelle rispettive macchine nel parcheggio della stazione.
Nessuno all'orizzonte.
C'è bisogno che vi dica che alle 13.30 siamo schizzati fuori dalla biblioteca e ci siamo precipitati a mangiare di corsa per non arrivare in ritardo? C'è bisogno?
ore 14.32
Nessuno all'orizzonte.
ore 14.40
Nessuno all'orizzonte.
ore 14.47
Nessuno all'orizzonte.
ore 14.51
Nessuno all'orizzonte.
Dato che diversi di voi leggendo il post precedente avete pensato
male, sappiate che se avessi veramente preso una cotta per
#pianistaCalabro (cosa che comunque è
del tutto fuori luogo, oltre che inconcepibile) non avrei mai avuto la folle tentazione di schiaffeggiarlo a quel modo col plutonio.
ore 14.53
sms da
#pianistaCalabro >> Trantor
"ho perso il treno. Perdonami. Arrivo alle 15.25 nella Città Senza Fiume."
Mentre sto urlando
c****! in quattro lingue nelle orecchie di
#collegaV stritolandogli il collo
Calabro ha un momento di decenza e mi richiama.
"pronto, Trantor?"
"[sottintesi insulti a caso]"
"lo so. Perdonami."
"[schiaffi con barre di torio]
"mi sono visto partire il treno davanti agli occhi"
"[secchiata di acido muriatico] dobbiamo essere alle 15.20 nel paesucolo sulle colline con il
pianoforte elettronico montato dalla Città Senza Fiume al paesucolo
c'è almeno un quarto d'ora di auto tu hai perso il treno e TU, TU cazzo TU non guidi!"
"io..."
"ok. Facciamo così. Tu adesso prendi quel [fottuto] [cazzo] di [plutonio] treno, per fortuna
#collegaV ha la sua auto, [torio], è una [fottuta e assurda] panda gialla, lasciamo perdere, sì cazzo lo so che è assurdo avere una panda gialla, comunque tu adesso [raggi alfa] prendi quel [maledetto e ***] treno, ok?, poi sali in auto con
#collegaV mentre io intanto [flebo di acqua pesante] vado là e scarico DA SOLA il mio
pesantissimo! pianoforte! elettronico! e inizio le prove col coro e voi venite in chiesa di corsa, ok?!"
"ok. Perdonami"
"no."
ore 15.07
Ho battuto il record personale Città Senza Fiume-Paesucolo e sto scaricando il pianoforte elettronico.
Alcuni coristi sono già lì.
"pronto, Trantor?"
"ciao Calabro dimmi"
"ehm, volevo dirti che non ho preso neanche questo treno."
"... ... ...
scusa?"
"no no no no no stai tranquilla, è tutto a posto. Hanno soppresso il treno. [!]. Ma ho rimediato un passaggio da un amico che casualmente passava di qua. Già avvisato V. Spiegami la strada"
Mentre i coristi mi fanno gentilmente notare che la strada a questo punto se la potrebbe trovare anche da solo e io invece gli cito a memoria le uscite di più o meno 157 rotonde, traslo il pianoforte in chiesa e mi viene improvvisamente in mente che ho dimenticato la cassa con cui amplificare il microfono.
ore 15.25
Il
giovane corista quindicenne che deve cantare tipo 85 gospel da solista
non è mai arrivato, dato che invece delle pattuite 15.20 ha capito di venire in chiesa alle 16.20.
Gli telefono e lo sgrido platealmente sul sagrato, ma grazie al cielo
#bassoFausto parte da casa più tardi e lo può passare a prendere.
(È superfluo farvi notare che tutti i modi con cui risolvo questi casini o sono opera mia, o sono opera del fato.)
(Di solito sono opera mia.)
ore 15.45
Arrivato quasi tutto il coro, arrivato
Calabro con i suoi occhiali da blues brother e il sorriso sereno di chi non ha mai diretto un coro, arrivato
#collegaV col suo accento mantovano e le parti arrotolate a cazzo, più o meno puntuali ci sistemiamo nell'abside, nascosti dietro l'altare.
Per fortuna, perché cantare lì dietro permette al coro di essere più libero, a me di trafiggerli con cerbottane quando sbagliano ritornello, girare le pagine al pianista e fare battute sottovoce per sdrammatizzare, se no è un casino.
L'unico lato negativo del non essere posti in vista in mezzo alla chiesa è che nugoli di coristi continuano a sgusciare fra gli stalli dei frati per commentare acidamente la pettinatura della sposa, un dettaglio di assoluta rilevanza formale, mentre altri trovano intollerabile tenere addosso le scarpe oppure non infilare continuamente le mani nella vaschetta dell'
incenso grezzo urlando "ehi qui c'è dello zucchero di canna!".
ore 16.47, stiamo provando le ultime battute prima che inizi la cerimonia, mi sciolgo i capelli.
corista settantenne sig.ra Edda: "Trantor, tesoro! Sembri proprio Lady Godiva!"
"nel senso che sono nuda su un cavallo?"
"ma nooo, nel senso che hai i capelli molto lun..."
Troppo tardi, 13 coristi stanno già vomitando dalle risate, in 4 sono venuti lì a tirarmi i capelli saltellando e
#pianistacalabro sta sputacchiando sul pianoforte dopo che gli è andata di traverso l'acqua.
"so che è un'immagine ç&$%#amente buffa, io nuda su un cavallo, o meglio
io su un cavallo, ma adesso ricomponetevi, Dio santo. Ok? Ricomponetevi. Ricom...
Ricomponetevi, &$£%/"
"aspetta. Na na na na naaa... Na na na naaa..."
"na na naaa... like lady Godiva..."
"na na na na na naaa! Accidenti, è..."
"Killer queen?"
"Bicycle race?"
"no, è..."
"Don't stop me now!"
"yeaaah! Senti, 10 mila punti in più per teee!"
"yeaaah! Che miti, il mio gruppo preferitoooo"
"yeaaah, altri 10 mila punti per teeeee"
"yeaa... [
ad libitum, gli occhi a forma di
Q]
"
ore 17.03
"Calabro"
"sì, Trantor?"
"vedo
che stai usando il mio raccoglitore con le mie partiture. Preferirei usarlo
io, ho su tutti i miei segni. In questi giorni ti sei fotocopiato le
parti come ti avevo chiesto, vero?"
"... no."
"
..."
ore 17.53
Dopo che durante il rito degli anelli
Calabro mi comunica ex abrupto la notizia della morte di
Dio, e nessuno si offenda, è solo una traduzione più o meno letterale, mentre lui era
veramente questo (e magari, come nel caso di
Guccini, basta semplicemente
arrivare alla fine della canzone per capire il tutto), e io mi sono tipo dovuta sedere, e dopo che
#collegaV ha esaurito i soprani a cui chiedere il numero, ebbene dopo tutto questo i due tizi finalmente si sposano.
Applauso scrosciante, i coristi si assiepano come scolaretti (o se preferite come
beagle davanti a un'enorme ciotola) per commentare le particelle subatomiche del vestito della sposa, mentre
Calabro si mette in bocca una paglia senza accenderla e guarda la scena con il curioso e attento distacco di chi può vivere senza patente.
"bella cazzata"
"glielo spieghi tu che convivere è uguale e che la moglie è senz'altro una folle rompic&$£ç?"
"tu la prima parte, io la seconda"
"l'importante è che ci paghino"
"bel-la caz-za-ta, proprio"
"già. Che folle rompiç@%£*, lei."
"lui un'ameba smorta succube e con un vestito di ***"
"l'importante è che ci paghino"
"l'importante è che ci paghino."
"lo è sopra ogni cosa"
"sopra ogni cosa"
"sopra ogni cosa."
"mi perdoni?"
"no."
ore 18.27
"Trantor"
"dimmi, Calabro"
"... perdonami."
"no."
ore 19.52
Siccome ha 21 anni fa il musicista ma non ha la patente e neanche una panda gialla, lo riaccompagno a casa a #suaCittà, che per fortuna mi è di strada.
Lo ammetto, ha guadagnato qualche punto aiutandomi a scaricare il pianoforte elettronico.
"senti, siamo quasi a casa tua. Prima che tu vada toglimi una curiosità."
"dimmi."
"la mail che ti ho inviato con i pezzi da suonare in allegato."
"m-mh."
"quella della settimana scorsa che non hai mai ricevuto."
"eh."
"non mi è tornata indietro. A chi l'ho spedita, scusa?"
"uhm. Misteriosa, 'sta cosa. Senti, l'hai spedita a pianista.calabro91@libero.gov, vero?"
"quello che mi hai dato tu. pianista.calabro@libero.gov."
"manca il 91."
"cazzo."
"allora l'hai spedita a mio cugino"
"tuo cugino è tuo omonimo? Ma che diav...?!"
"sì, omonimo. Ed entrambi abbiamo la mail con libero."
"immagino che per geni del male come quelli della tua famiglia rispondermi o inoltrare la mia mail a te fosse uno sforzo troppo grande"
"già."
"già."
ore 19.56
Lo lascio al suo destino nella giungla di rotonde e suv di #suaCittà,
mentre con un ringo in bocca, una lucidità pari a quella della rete vodafone in Val Camonica e il tramonto negli occhi prendo l'autostrada
alla volta di Milano.
Ma mentre apre la portiera, dopo i saluti,
lui si volta.
"Trantor"
"dimmi"
"tu credi che..."
"sì. Allora, promesso?"
"promesso. Da lunedì prendo la patente."
"è il caso."
"è il caso."
"allora ciao"
"ciao"
"e salutami tuo cuggino."
"certo. Ah, mi..."
"no."
Non l'ho più chiamato a suonare.