Note to self: la prossima volta che si va in uno stato estero smettere di prendere in giro i profili idrografici del territorio che occupano 8642385 pagine della guida touring e leggerli.
Comunque.
L'altra sera ho ripreso le prove con il coro di sparaventose, quello di pazzi di città.
Sapete, di solito proviamo in una deliziosa piccola chiesa del centro storico, chiesa consacrata ma in cui viene celebrata la messa solo 2-3 volte l'anno, e popolata principalmente da vecchiette al rosario quotidiano.
Il che significa *pochissime rotture di maroni*.
Ora, da un paio d'anni a questa parte la chiesa è stata invasa da una specie perniciosa e infestante, perfetto riflesso dell'incuria e del degrado in cui versano i beni culturali italiani: Quelli della Messa in Latino.
Vediamo nel dettaglio.
Quelli della messa in latino (Qu-MeL) sono un gruppetto sparuto di 10, 12 persone su 180'000 che non si sanno vestire, apparentemente dimessi, di solito avvocati del centro storico, gente insomma che non ha mai preso un treno in vita sua o che non ha mai lavorato a più di un quarto d'ora di tempo da casa, solitamente ricca di famiglia.
Essi sono anche fanatici religiosi, e perciò pericolosissimi.
fase 1. Prodromi
In un primo stadio dell'infezione da Qu-MeL (il picco influenzale è a maggio) l'unico effetto collaterale consiste nel dover aspettare la fine del rosario in latino prima della prova del coro, ossia fino a circa le 21.20, con il capo Qu-MeL che periodicamente esce sul sagrato a chiedere tutto scocciato ai coristi intenti in chiacchiere "beh potreste anche venire dentro a pregare con noi", ovviamente senza nemmeno supporre che nella #cittàsenzafiume del 2013 metà coro è ateo e il direttore agnostico, tipo.
fase 2. Diffusione del morbo
Poi, tipicamente, appaiono oscuri e misteriosi cartelli con i quali venite accusati di crimini contro l'umanità (dare troppe mandate alla porta blindata):
Molto amata anche l'altra accusa, avete spostato le sedie.
Ora, lo so che metà dei miei coristi è coltissimo ed erudito e perciò quando vede un arredo sacro tutto solo a marcire in un angolo di una chiesa di solito
E tuttavia eccoci alla fase 3., Morte.
Ultimo stadio, verificatosi molto elegantemente l'altra sera, IL CAMBIO DELLA SERRATURA.
E' stato bellissimo arrivare davanti alla chiesa con il clima di gennaio e scoprire che ci avevano senza tante storie lasciato fuori, tipo l'ex morosa che vi caccia di casa e per sicurezza cambia tutte le serrature della porta blindata.
Telefoniamo e il capo Qu-MeL si scusa per "non aver pensato ad avvisarvi che sbidiguda si è rotta la chiave nella cazzola", guarda te giusto ieri.
Molto probabilmente era anche vero, ma ovviamente nessuno pare abbia pensato di avvisare me o uno sparaventose qualunque, ma guarda che sbidicazzola.
fase 4. Espianto degli organi
ore 21.35
Visto che non voglio rimandare tutti a casa e perdere la prova nonostante le risate per la cosa stiano raggiungendo livelli da disturbo alla quiete pubblica, ci ingegniamo per trovare un'altra chiesa disponibile.
Una serie di indimenticabili opzioni vengono vagliate ("andiamo tutti in #altra città" "torniamo a casa" "ehi geniale andiamo nella sala convegni di #grandehotelraffinatissimo che il concierge è un nostro ex coristaaaa" "ora telefono al segretario del vescovo e se dorme chissene" "figatatuttiacasamiaaaah!" "c'è freddo" "torniamo a casa") finché non risolvo la cosa chiamando l'ex moroso organista e facendomi aprire #chiesadimenticatadadio, enorme, barocca, gelida, in disarmo, data in pasto agli ortodossi.
ore 21.52
Il tragitto per compiere i 360 metri di centro storico che ci dividono da #chiesadimenticatadadio viene coperto con fatica.
Dopo 5 minuti metà coro si è sguinzagliato da solo in vicoli a caso e l'altra metà chiacchiera amabilmente a braccetto come si fa a piedi nudi nel parco in giugno con frotte di scoiattoli tra i piedi, mentre piccoli gruppi di
L'euforia regna sovrana, tipo alle corse campestri e al grido di "ehi, è come un flash mob!".
Come portar in gita la II B, uguale, solo che questi si perdono davanti alle vetrine di Roberto Cavalli.
ore 21.58
Entriamo in immensa #chiesadimenticatadadio.
La temperatura è prossima allo zero, il fiato esce come vapore e subito dopo condensa.
Scopriamo subito che gli ortodossi hanno trasformato il dedalo di locali e corridoi di ingresso in una perfetta riproduzione della Berlino est del '79 stile diorama di un museo di storia novecentesca.
Faccio fatica a tenere a freno l'entusiasmo dei coristi al riguardo.
"fighissimo, è tutto così hipster!"
"EHIMITICOSUBITOUNCAFFEEEE"
"cooool"
"uuh, ma quanto è sordido?! Fiico"
"a-do-ro questa cosa del degrado, fa così underground culture in una TAZ rave"
Non chiedetemi come ma ovviamente alle 22.02 qualcuno fa scattare il mega allarme della chiesa.
Alle 22.16 siamo pronti per provare, nonostante n. 3 coristi siano attualmente ancora dispersi nelle cantorie e n. 2 siano stati chiusi, assiderati, nello stipo del badalone.
Alle 22.17 siamo già su facebook, in circa 56 fotografie per corista in cui io faccio una bellissima figura vestita così.
L'entusiasmo è alle stelle, anche perché una chiesa immensa ha, se ci si canta in tanti, un'acustica della madonna.
Ne siamo usciti vivi.
Spero solo che non abbiano rubato le statuine del presepe.