venerdì 17 giugno 2011

Cronache dell'ufficio delle entrate - E non è che il mondo sia cambiato poi così tanto, eh

anno 12068 dell'Era Galattica

Gaal si trovò la strada sbarrata da una ringhiera.
Un altro piccolo cartello indicava l'ufficio informazioni.
L'uomo cui la scritta si riferiva non sollevò nemmeno gli occhi dal tavolo.

Disse: - Dove volete andare?

Ma Gaal non fu pronto nella risposta e quei pochi istanti di esitazione bastarono perché dietro di lui si formasse una fila.
L'impiegato dell'ufficio informazioni alzò gli occhi: - Dove volete andare?

Le risorse finanziarie di Gaal erano piuttosto scarse, ma sarebbe stato solo per una notte; poi avrebbe avuto un lavoro.

Cercò di sembrare naturale: - Un buon albergo, per favore.
L'addetto allo sportello rimase indifferente: - Sono tutti ottimi. Quale preferite?
Gaal si guardò in giro disperato. - Il più vicino, per favore.

L'uomo schiacciò un pulsante. Una sottile striscia luminosa si formò sul pavimento, aggrovigliandosi ad altre di differenti colori e gradazioni.

Venne consegnato a Gaal un tagliando. Anche questo era luminescente.

L'impiegato disse: - Uno e dodici.
Gaal si frugò in tasca per trovare le monete. - Da che parte devo andare?
- Seguite la luce. Il biglietto rimarrà luminoso se manterrete la giusta direzione.

Gaal osservò il tagliando e cominciò a camminare.

C'erano centinaia di persone che a testa bassa attraversavano la sala, ciascuna seguendo la propria pista, ondeggiando e fermandosi ai punti di intersezione.

La sua traccia cessò.
Un uomo in splendente uniforme gialla e blu di fibra plasto-tessile antimacchia, si chinò a raccogliere le sue valigie.
- Linea diretta per il Luxor - disse.

Lo sconosciuto che seguiva Gaal sentì questa frase. Udì anche Gaal rispondere: - Bene - e lo osservò mentre saliva sul veicolo dal muso schiacciato.


anno 2011 dell'Era Antica

Trantor si trovò la strada sbarrata da 3 avvocati e una porta di vetro sporco.

Un altro piccolo cartello indicava l'ufficio informazioni.
La donna cui la scritta si riferiva non sollevò nemmeno gli occhi dal tavolo.

Disse: - Dove devi andare?

Ma Trantor non fu pronta nella risposta e quei pochi istanti di esitazione bastarono perché dietro di lei si formasse una fila.
L'impiegata dell'ufficio informazioni alzò gli occhi: - Eh allora non è che stiamo qui tutto il giorno a pettinar le bambole, si può sapere dove deve andare?!

Le conoscenze finanziarie di Trantor erano piuttosto scarse, ma sarebbe stato solo per pochi minuti; poi avrebbe potuto sbattersene fino alla prossima dichiarazione dei redditi.

Cercò di sembrare naturale: - Un funzionario per i rimborsi XYZ, per favore.
L'addetta allo sportello rimase indifferente: - Sono tutti ottimi. Quale preferite?
Trantor si guardò in giro disperata. - Il più onesto, per favore.

La donna schiacciò un pulsante.
Una sottile striscia colorata era incollata sul pavimento, aggrovigliandosi ad altre di differenti colori e gradazioni.
Venne consegnato a Trantor un pass unticcio. Anche questo era colorato.

L'impiegata disse: - Stanza 465 ala 41 giù di là complesso B svolti a destra corridoio K  ho-detto-K-non-H piano 7 dottoressa X.

Trantor aveva voglia di piangere. - Da che parte devo andare?
- Seguite la striscia. Il pass fondamentalmente non serve a un cazzo.

Trantor osservò il pass e cominciò a camminare.
C'erano centinaia di persone che a testa bassa attraversavano la sala, ciascuna seguendo la propria pista, ondeggiando e fermandosi ai punti di intersezione.

La sua striscia cessò.

Un umarell in golfino color vomito e tartan di misto-lana infeltrita le si buttò addosso per attaccar discorso.

- Ma anche lei è qui per l'irpef? Eh signorina ma che mani sottili che ha!, mi ricordano quelle di mia moglie che non c'è più, ma sa che lavorava in fabbrica e blablabla? E però non c'è più, e qui non funziona mai nulla e questi statali rubano lo stipendio io sì che ai miei tempi sapevo fare i conti e comunque io devo tornare a casa a farmi la minestra ma comunque sa, il pane l'ho già preso, ma mia moglie non c'è più, signorina, e blablabla - disse.

L'altro umarell in golfino infeltrito che seguiva Trantor sentì questa frase.

Udì anche Trantor rispondere: - Mi dispiace per sua moglie MA ORA MI LASCI CORTESEMENTE PRENDERE L'ASCENSORE - e la osservò mentre veniva inghiottita dall'ascensore di formica schifosa.

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