domenica 2 febbraio 2020

Nascondersi

Nascondersi.

Una festa estiva nella bassa mantovana, camminare sul prato dietro la chiesa, le tavolate lunghe con tovaglie di carta, mangiare quello strano risotto asciutto con #collegaV. C'è vento, c'è caldo, non sapere dove si è. Quei posti in cui la provincia è Mantova, la diocesi è Cremona, l'accento è anche un po' il mio, il risotto è asciutto.
Non ho guidato io, non so dove sono.

Nascondersi a Roma, in Santa Maria in Aquiro. Sono stata a Roma almeno 10 volte e ancora non mi oriento. Camminare a caso, i muri sono rossicci ma qualcuno è azzurro (sarà originale?). Entrare in Santa Maria in Aquiro, scomparire definitivamente. La chiesa è buia, illuminata solo da alcuni lumini. Una donna orientale pulisce e sale in piedi sugli altari. Odore di detersivo, il prete legge al buio. Nessuno sa che ci sono, io non so dove sono. L'intonaco delle cappelle è scrostato, c'è anche un Honthorst.
Fuori no, ma dentro è notte. Potrei non uscire più.

Lisbona, piazzetta del teatro S. Carlo. Nascondersi dietro un libro di fantascienza. Aspettare l'aereo, non voler partire. Mangio una banana, finisco il romanzo. Sull'altra panchina operai che scartano il pranzo. Turisti italiani, vento. Resto.

Nascondersi anche in Algarve, in una fabbrica di sardine abbandonata di cui si sente ancora l'odore e avere paura, o alla festa del grano di un paesino che normalmente non esiste, a sentire il liscio senza saper ballare.

Nascondersi.
Essere l'enciclopedia delle scienze del '67 che il #figlioonesto di #utontapazza ha rinvenuto in casa e ci ha riportato ieri, riconoscendo i timbri della biblioteca. Il libro si nascondeva da loro all'incirca dal '92, ma forse da prima. La copertina è avveniristica, mi sta simpatica.
L'abbiamo catalogato, ma ho preferito nasconderlo di nuovo.
Non lo trovate mica a scaffale, se venite.