Visualizzazione post con etichetta tamarri. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tamarri. Mostra tutti i post

mercoledì 2 luglio 2008

Cambio di sesso

Biglietteria del cinema. Al martedì (ieri) c'è lo sconto "lady" (le donne pagano solo 4 euro, gli uomini sempre 7.50).

Trantor e amica S. sono in fila dietro una tizia burina con gli occhi da triglia, sola.

tizia burina: "due biglietti"
commessa: "1 donna e...?"
tizia: "2 donne"
commessa: "ok... solo 8 euro"

In quel mentre, arriva Il Genio, ovvero il moroso tamarro della tizia burina.

tamarro: "oh, allora hai ordinato il biglietto anche per me?"
commessa: "ma non dovevate essere due donne??"
tizia: "ehm... no... siamo una donna e un uomo" [ma vah?!]
commessa: " ah, mi avevi detto due donne..."
tizia con aureola: "perchè cosa cambia?"
commessa: "beh, il prezzo!!"

Inutile dire che, se davvero non avesse saputo della variazione di prezzo, non avrebbe avuto alcun senso dichiarare "due donne" invece della verità, soprattutto se poi quel genio tamarro del tuo moroso gironzola lì in giro ed è così intelligente da venir lì anche lui.

Ma pazienza, dopotutto certa gente non ce la può fare.

giovedì 26 giugno 2008

Se sto giudicando scusatemi ma la tristezza mi invade

Non so.
Non vorrei in questo modo far passare l'impressione di ritenermi migliore di altri.
Non vorrei mai sentirmi superiore, dopotutto non credo sia furbo: anche io ho i momenti in cui so di essere antipatica, in cui non resisto coscientemente al piacere di mettermi in mostra (per poi sentirmi in colpa), i momenti in cui sono infantile e vendicativa, i momenti in cui mi sento pienamente dalla parte del torto eppure aspetto a chiedere scusa, i momenti in cui diffido dell'altro senza motivo, i momenti in cui mi vergogno di giudicare eppure lo faccio lo stesso.

Tuttavia, questo è il mio blog felicemente autoreferenziale, e l'altro giorno mi ha colpita una scena in modo particolare.
Ero in un grande negozio di scarpe; mentre mi aggiro tra gli scaffali, vedo una coppia.
Entrambi tamarri allo stato puro; lei, mentre prova delle scarpe oserei dire 'eccessive', da cubista di locale di infimo ordine (con tutto il rispetto per le cubiste di locali di infimo ordine), piene di patacconi di plasticume sberluccicoso, continua a chiedere il parere al suo maschio: "ammò, ammò, ti piacciono? Ammoò! Eddai, ti piacciono?!".

Lui, truzzo, palestrato tipo taricone del grande fratello, pelle color biscotto lampados, tatuaggi in ogni dove, non la guarda neanche.
E' impegnato a mandare occhiate lussuriose a qualunque esemplare di genere femminile presente nel locale che non sia la sua lei; anche Trantor (pur essendo sbattuta da una giornata di guidainautostrada-studio-guidainautostrada, con ogni residuo trucco ormai sciolto, spettinata che neanche Margherita Hack), MA avendo la gonna, riceve un'occhiata viscida di lui, proprio mentre lei lo chiama "amore".

Non so, sembrerà poco, ma mi è venuta tristezza per loro.