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venerdì 19 aprile 2019

L'Incredulo

Ci sono dei rischi a lavorare nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, e uno di questi è rappresentato da L'Incredulo, un utonto che disgraziatamente coincide anche con Il Melomane.

L'Incredulo si presenta quotidianamente proprio travestito nei panni de Il Melomane: egli è pensionato la moglie lo scopa fuori di casa, ma dato che lui disprezza i cantieri (è Melomane, mica cazzi bassi come tubi e fognature) il suo appuntamento fisso siamo noi per cui viene in biblioteca tutti i giorni alle ore 14.00 GMT Oslo-Roma-Parigi per ascoltare dischi della triade Scotto-Tebaldi-Di Stefano.

Alle 14.00 mette la bisaccia negli armadietti, alle 14.01 chiede la solita cuffia ("signorina mica la numero 4 che ha degli squilibri nei bassi della cuffia destra gne - mai nessuno in 10 anni di lavoro in conservatorio l'ha notato, ndr - lo sa che io voglio la numero 5 gne"), alle 14.02 è alle postazioni audio in celeste compagnia di Scotto-Tebaldi-Di Stefano.

Alle 18.15 se ne va, non prima di aver riconsegnato la cuffia numero 5 - se non gli abbiamo prestato la 5 perché impegnata, invariabilmente seguono 15 secondi di recriminazioni sulla qualità audio della cuffia-non-numero-cinque, in cui la mente di noi bibliotecarie di solito vola selvaggia a rimembrare quanto si stava bene quando si portava da casa le cazzo di cuffie sue, prima che scoprisse quanto si sente bene dalla cuffia numero 5.

Ma esiste una variante hegeliana a tutto ciò: quando il CD ("ah, erano molto meglio i vinili gne") salta, e allora seguono 125 secondi di "signorina segni però che le tracce 5, 9 e 10 saltano, non si riescono ad ascoltare, insomma fate qualcosa perché non è possibile che Cavalleria rusticana blablabla e poi qui c'è José Carreras che blablablabla, gne".

Così, ogni santo giorno da ormai 10 anni. 
Eppure, come nei migliori fumetti della Marvel, c'è un momento dell'anno in cui il superpotere del Nostro si risveglia ed egli diviene >>>>> L'Incredulo!

È sufficiente che ci si approssimi ad un periodo di chiusura vacanziera che zac, ecco la telefonata de L'Incredulo!

"pronto, biblioteca dei pazzi di conservatorio, sono Trantor mi dica"
"pronto signorina, sono Il Melomane travestito da L'Incredulo"
"buongiorno, mi dica"
"senta, ma volevo sapere. Domani, che è sabato santo, sarete aperti?!"
"sì, come abbiamo scritto ovunque mandato mail tappezzato di cartelli la biblioteca avvisato a voce messo sul sito ricordato anche a te de visu l'altro ieri sì, siamo chiusi solo da Pasquetta a X, quindi sabato santo siamo ape..."
"no perché sa, ho letto la mail arrivata ieri ma pensavo aveste sba... eh, no, di aver letto io male"
"non è un errore, se abbiamo mandato la mail e così c'era scritto, vuol dire che domani saremo aperti"
"ah, ma come mai?"
"... perché il direttore ha deciso così"
"ma è sabato santo."
"lo sappiamo anche noi."
"ma perché tenete aperto??"
"perché così è stato deciso"
 "ma verrà qualcuno?"
"senta non lo so, anche noi vorremmo stare a casa qualcuno (certamente lei) verrà di certo"
"...ah. Che strano."
"eh."
"... ma insomma la biblioteca comunale però chiu...."
"LO SAPPIAMO"
"ok, allora domani vengo"
"sì, l'aspettiamo"
"bene"
"bene"
"gne."


Ora sono le 14.37, e questo significa una cosa sola: alle 14.00, puntuale come la scenetta finale della Marvel, è venuto. Nell'interstizio fra gli armadietti e la cuffia numero 5 prego ripetere da capo il copione, identico ma con ancora maggiore incredulità e, a latere, la fintamente cortese e acidissima aggiunta "beh io mi metto di là, sempre se non disturbo eh, gne".

Al 31 luglio dunque per una nuova avventura de L'Incredulo!, il supereroe anziano che con una grossa I sulla maglietta gira per le biblioteche a controllare l'esattezza degli orari di apertura comunicati online!!!

martedì 27 marzo 2018

come Vasco

Sono sempre io
Sono ancora qua
Faccio sempre lo stesso lavoro

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio.

#1 - quella che ha visto troppi film nell'high school americana

ore 9, abbiamo appena aperto.
Antefatto: la biblioteca è dotata di alcuni armadietti in cui riporre le borse, dato che non abbiamo sensori antitaccheggio. WOAH. ARMADIETTI.

"chao."
"ciao, #utontadeficiente"
"xao. Prendo dall'armadietto la mia roba che ho lasciato ieri, ochei?"
"ok, cer... scusa, in che senso lasciato ieri?"
[sorrisone] "ieri. Oh sì. E anche l'altro ieri."
[voce alla Carlo Verdone] "scusa, in che senso"
"beh, sono settimane che faccio così. Tanto si chiude a chiave, no? Ci lascio tutte le mie cose." [sorrisone]
"ah."
"perché? [occhi a cartone animato giapponese] Che problema c'èèè?"
"beh l'armadietto non è tuo, teoricamente a fine giornata dovresti liberar..."
"ma cosa cambia? Di notte nessuno li usa."
"sì, ma mica è un garage in affitto in cui stipi roba tua"
"sì, non siamo negli Stati Uni..."
"NON CAPISCO"
"non è tuo, l'armadietto. Va liberato e la roba te la porti a casa"
"NON CAPISCO"
"DEVI SAPERE CHE L'ARMADIE..."
"Trantor, è inutile, lascia perdere."
"ok vabbè, niente."
"bene allora ciaooooo"
"ciao."
"."


#2 - quella che ha visto troppe metafore della sinistra italiana aka Tafazzi


Antefatto: in biblioteca gli utenti che stampano fogli dalle postazioni internet pagano ciascuna stampa 10 cent. Se però ne fanno meno di 4, al giorno, fino a 4, allora quelle eccezionalmente non le pagano. Ma essendo un'eccezione, e dovendo esistere da qualche parte nel panorama filosofico odierno l'odioso concetto metaforico, simbolico e fottutamente concreto di "SOGLIA" (aka "nun t'allargà"), se ne stampano 5 ne pagano 5.
Per cui sì, teoricamente potreste venire da noi e stamparvi 4 fogli gratis tutti i santi giorni. Sì. Potete.

"ciao, sono #utontaTafazzi"
"ciao Tafazzi, dimmi"
"devo stampare delle pagine dalla chiavetta"
"ok, accomodati lì alle postazioni libere"
"ok. ... fatto. Sono 16 pagine"
"sono un'euro e 60"
"eh eh eh sì, però [ammicca] c'è lo sconto di 4 fogli, quindi... ehehe uno e 20."
"no, un euro e 60, non hai letto tutto il cartello? Lo sconto vale solo se ne stampi poche e solo quelle, la regola è che le fotocopie costano dieci cent..."
"MA CHE CAZZATA!"
"ma Cristo d'un Dio prego?!"
"CHE CAZZATA IMMANE"
"scusa, Tafazzi, ti veniamo incontro se stampi poco e tu ti lamenti?"
[veemenza alla marco travaglio quando ancora faceva seconde domande] "ma insomma che logica è blablabla dite che fate degli sconti e poi invece blablabla antani blablablae allora io scusa adesso vengo ogni giorno e e e e e e e eeee stampo 4 fogli per sempre!!!! GNE!"
"sì. Esatto. Puoi. Fallo. Cazzo. Fallo. Ti aspettiamo. Ogni mattina alle 9. Prego. Stampa pure i tuoi cazzo di 4 fogli al giorno. Ne hai facoltà e sai cosa?, non ce ne frega un fottuto  c a z z o, vuoi lamentarti anche di questo?"
"...nu."
"bene. Allora sono un euro e 60."
"mpf. gnæckø."
"prego?"
"ecco."
"30, 40, 50, 60... Perfetto. Grazie."
"..."
"..."
[mette via il borsellino con la verve di un cane bastonato che medita sul teorema di Arrow] "comunque tutto questo non ha senso."
"brutta imbecille non ha senso che critichi la possibilità di avere uno sconto dimostrando la stessa agile logica di un Bertinotti che fa cadere il primo governo di sinistra dai tempi di Anco Marzio "per il bene del Paese", se mai"
"vabbè. ciao."
"Tafazzi."
"eh?"
"niente."
"."

E domani sarà un nuovo giorno.

lunedì 26 settembre 2016

wwwww.ilGiornalista.it (Ma così? Così come? Ma a voce? Ma quindi? E perché?)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra Il Giornalista.


"ehi ciao, sai chi sono?"
"... no"
"sono Il Giornalista, figlio di tuo #excorista."
"ah ma dai! Piacere, salutami tanto #excorista"
"piacere mio"

Mi dà una mano completamente bagnata.

"vorrei ascoltare questi cd"
"benissimo, te li prendo"
"ma come funziona?"
"tu mi hai dato i titoli, io ho trovato la collocazione, ora vado a prenderli nelle cassettiere e te li porto"
"ah."

Mi asciugo la mano da qualche parte.
Ha i capelli lunghi e ricci, i baffetti da sparviero medievale, ma non è bello.
1 minuto dopo torno con i cd.

[sospettoso] "ma scusa, ma così, senza fare richieste?"
"ma se me l'hai chiesto tu ora"
"sì, ma nessuna richiesta scritta?"
"perché?"
[sarò scema?] "perché questa è una bibliotecaaa"
"ed è una biblioteca in cui funziona come ti ho detto prima, che io vado a prendere i cd nei cassetti e te li porto"
"ma tutto a voce? Così?"
"sì, così, ma perché?"
[scocciato] "ma senza schede, senza richieste scritte, senza consegna di documenti??"
"ti ho detto di no, è più sem..."
"ma perché non fate come #GrandeBiblioteca?!"
"perché facciamo quel cazzo che ci pare perché quella è una biblioteca storica, perché questa è a scaffale aperto e perché io non capisco dove sia il problema"
"ah"
"eh"
"..."
"i tuoi cd. Non li vuoi più?"
"no no, ok, li prendo"
"bene"
"..."

Il Giornalista ha stracciato il cazzo.
C'è sempre un motivo se i coristi diventano ex.

lunedì 12 settembre 2016

Sentirsi sottovalutati vol. 1

Al lavoro nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, sto catalogando dei noiosissimi fascicoli tutti uguali.

io: "#capa, allora questi 78 fascicoli vanno siglati tutti, giusto?"
"giusto"
"inizio da 0001/a, 0001/b e quando arrivo alla z ricomincio da 0001/aa, giusto?"
"esatto. È un po' noioso, ma qualcuno deve pur farlo"
"ahah certo, figurati, lo faccio volentieri. [battuta] Il rischio in questi casi è più che altro quello di sbagliarsi con l'alfabeto! [/battuta]"
"... ahah. Beh, oddio, a me non capita."
"..."
"sai perché a me non capita mai?"
"..."
"perché da piccola avevo un libro con l'alfabeto, e tutte le lettere erano disegnate con degli animaletti intorno che vi si abbarbicavano."
"..."
"ho imparato così l'alfabeto. E l'ho imparato bene. Sapevo anche dove stavano le W e le J, lo sapevo già allora. Era un libro fatto molto bene. Gli animaletti erano buffissimi! Per cui adesso non mi sbaglio mai."
"però..."
"sì però capisco che chi non ha avuto quel libro faccia fatica. Era uno splendido metodo per allenare la memoria visiva. Non tutti hanno avuto la fortuna di averlo. Me lo comprarono i miei genitori, e trovo che fosse uno splendido strumento educativo."
"..."
"sono stata fortunata ad averlo, no tutti l'hanno avuto purtroppo. Per cui capisco che si faccia fatica."
"..."
"ce lo dovrei avere ancora in canti..."
"era una battuta"
"..."
"non è che mi sbaglio davvero"
"... aaaah eh, kf."
"..."
"..."
"."

esce
rumore di ventilatori nell'altra sala
facepalm (e napalm, anche)


bonus.

bonus 2 per riprendersi dal primo.

lunedì 5 settembre 2016

Stefy & Amica di Stefy

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio.

"pront..."
"prontooooo"
"pronto, buongiorno, mi dica."
"sei tu Stefy??"
"no sono Trantor, Stefy oggi non è in tu..."
"Stefy Stefy Stefy ti devo assolutamente dire una cosa!!!"
"sì ma io..."
"è nata! È nata! È nata!"
"ok, però io..."
"è natamianipotesonodiventatanonnaaaa"
"estiqatsi, solo che io..."
"è nata con due mesi di anticipo Stefy pazzesco pensa che la volevano blablablabla poi allora blablablabla invece blablablabla però Stefy devi assolutamente venirla a vedere perché blablablabla"
"mm, a-ha"
"...lablablablattro chili e nove di blablablabl..."
"a-ha"
"...lablablablepiduraleblablabl"
"a-ha. Ma dai. A-ha."
"Stefy guarda è un angelo"
"no beh, che altro?"
"un angioletto che assomiglia tanto a blablabl"
"straordinario"
"mia figlia è al settimo cielo, Stefy."
"il mio cuore scoppia"
"...eh?"
"tantissime congratulazioni"
"grazie Stefyyy ti voglio bene"
"a-ha"
"venerdì vengo in biblioteca a portarti delle foto da vedereeeee"
"e io farò certamente in modo di essere in turno"
"perfettissimo ciaooooohh"
"cia..."
clic.


Prendiamola così: grazie a Stefy & #amica di Stefy ora sappiamo che esiste una band che si chiama Stefy che fa canzoni di plastica (l'entusiasmo causato da ciò nel mio ipotalamo è appena superiore a quello provato per "Stefy guarda è un angelo", perché amo molto dire "canzoni di plastica"), io nel frattempo ho avuto tempo sufficiente per battere a scacchi il computer, prenotare un tavolo per uno nel migliore ristorante di Induno Olona e soprattutto abbiamo finalmente un alibi per googlare "a-ha" e raggiungere indisturbati questo o questo.

Il trash anni '80 salva sempre.


PS a Induno Olona andateci. Andate a vedere lo stabilimento della Poretti, e successivamente andate a mangiare nel ristorante migliore dei vostri ultimi 4 anni, quello con la V (chissà che ne direbbe Freud).

Se poi ci andate venerdì, I'll be there.

venerdì 24 giugno 2016

La FOTTUTA SINDROME DELL'ATTEGGIAMENTO DA TELETUBBY

Il Nerd Rockettaro Pulitino (NRP) è ormai un ospite fisso della biblioteca dei pazzi di conservatorio in cui lavoro, diciamo da 17 giorni a questa parte.

Maschio, bianco, 38 anni, grado di pericolosità 3/10, grado di insofferenza delle bibliotecarie (GIB) 10/10, barbetta e capelli alla Nino d'Angelo, intenso odore di borotalco che copre sudore vecchio che si sparge immediatamente nella sala in cui da tempo, ormai, si accomoda col suo #belportatile alle 9 per uscirne alle 18.30.

Attenzione: l'alto GIB dell'NRP non è dovuto ai 35 dvd che ogni giorno ci fa tirare fuori dalle cassettiere per masterizzarseli in silenzio mascherando la faccenda da #cosaseria ("mi sto occupando di arie d'opera, sa", un po' come dire "sto studiando il terriccio eurasiatico" se sei geologo), no.

Non è neanche dovuto al tanfo da abiti non completamente insozzati dal sudore ma nemmeno puliti che probabilmente riutilizza per mesi prima di buttarli in lavatrice (senza detersivo), no.

Non è dovuto allo splendido siparietto in cui, mentre in biblioteca sono (letteralmente) percepiti 43 gradi, il vento solare entra dalle vetrate senza speranza e il sudore ti si appiccica addosso lui ha fatto una scena greca perché nell'altra sala a 15 metri di distanza uno scalcagnato ventilatore di plasticone sposta faticosamente aria calda ("signorina può spegnerlo per favoreee?").

Non è dovuto ai frizzanti dialoghi di altissima dialettica logica (ad esempio "salve, posso aiutarla?" "sì, cercavo materiale su #compositoreignoto" "ok ... mm, purtroppo non abbiamo nulla, mi spiace." "h." "vediamo, #compositore ignoto è un contemporaneo?" "vede, io lo studio perché mi interessa." "..." "..." "..." "..." "ok, ma nel senso. E' contemporaneo?" "eh?" "insomma, è morto?" "beh, nell'800 credo" "MA COSA CAZZO..." "eh?" "niente." "h."), no.

Ma nemmeno al prosieguo del dialogo, per dire ("ma quindi non lo conosceva??" "no, confesso la mia ignoranza" "aaaahh!!! Ma quindi, lei non si intende di musica?!" "guardi che sono laureata in musicologia, ma non posso conoscere tutti i #compositoriignoti del mondo, specie se mi sono laureata sul Rinascimento" "hhhhhh interessante..." "..." "[guarda in alto e finge di richiamare qualcosa alla memoria] ri-na-sci-men-to." "..." "ma, Rinascimento in che senso?" "MA COSA CAZZO..." "eh?" "niente." "h.").

E non è nemmeno dovuto ai capelli alla Nino d'Angelo, anche se so che la cosa potrà destabilizzare i più impressionabili.

No, l'altissimo GIB del NRP è dovuto alla FOTTUTA SINDROME DELL'ATTEGGIAMENTO DA TELETUBBY porca puttana, una cosa che se possibile ha il potere di scatenare i più bassi istinti miei e di #collegaG ben oltre il viso di bruno vespa, vaffanc*lo!

Comunque, andiamo con ordine.

La FOTTUTA SINDROME DELL'ATTEGGIAMENTO DA TELETUBBY è qualcosa di malvagio, oscuro. Probabilmente non è di questo mondo, come il polpo Paul; la sindrome si manifesta con un DEFICIENTE che, credendosi simpatico ed essendo probabilmente caduto nel paiolo da piccolo ha bisogno di riempire i vuoti nelle conversazioni con gli atteggiamenti tipici di chi fa le vocine stupide ai bambini nel tentativo di farli crescere scemi, un comportamento peraltro ben diffuso se si escludono le persone che frequento, voi (naturalmente) e alcuni protozoi verdi dei paraggi di Rho.

Esempio: siamo davanti alle vetrine dei dvd e deve sceglierne 16 da consultare masterizzare col suo #belportatile? Ecco che l'NRP inizia a ondeggiare la testa canticchiando prima "lallallà, lallallà, lallallà" e "zan-zan-zan, zan-zan-zan, zan-zan-zan" poi, picchiettandosi teatralmente la tempia come a dire "su su su pensa pensa pensaaa" e infine toccandosi la barba alla Sherlock Holmes fischiettando come se stesse davvero deducendo qualcosa, nell'irresistibile tentativo di mimare, porca puttana, il fatto che sta scegliendo dei fottuti dvd.

La cosa prosegue per all'incirca 125 secondi (125 anni, secondo il vostro #tempodiBergson, lasso di tempo nel quale l'Inghilterra ha frattanto votato per uscire dall'isola e l'isola ha votato per uscire dall'Inghilterra, così che la famiglia reale si è ridotta a vivere su di un frangiflutti al largo delle Falkland), quando finalmente sceglie questi cazzo di dvd.

Ma non lo fa normalmente, no: la FOTTUTA SINDROME DELL'ATTEGGIAMENTO DA TELETUBBY gli impone di emettere un simpatico suono ogni volta che prende un dvd dallo scaffale (ZAC!) (OPPALALA'!) (ECCOTI QUA!) (FLUPP!) (SHCKLOCK! [schiocco con la lingua]) (FLÜSSSSS [rumore del risucchio di spaghetto]) ([gesto con cui si mima il furto con destrezza di qualcosa con conseguente risatina complice verso di voi]) e altre amenità moltiplicate per 16 18 (perché cambia pure idea), finché voi, stremati, finalmente non chiudete la maledetta vetrina.
E' allora che vi segue (ZANZANZAN, ZANZANZAN) per fare il prestito di tutto ciò (SHCKLOCK!), e francamente è meglio se sorvoliamo (FLÜSSSSSSSSS).

Ma perché nerd, perché rockettaro, direte voi?

Molto semplice: nel fornirvi la tessera il primo giorno avete subito notato che l'NRP possiede, come ovvio, un nome assurdamente ridicolo (Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio).
I passi successivi sono quindi stati: 1) googlarlo immediatamente insieme a #collegaG 2) scoprire che l'NRP suona in un gruppo rock carichissimo, tipo la coverband dei Kiss.

Epilogo:
Dopo aver faticosamente sopportato lo scollamento fra l'immagine reale dell'NRP e quello che ricordate voi dei Kiss, la soluzione appare semplice: è metaforicamente un nerd (suona come i Kiss - magari un gradino sotto, eh - ma riesce a comunicare in modo proprio e acconcio solo mentre fa quello) (per non parlare della faccenda del ventilatore), e SHCKLOCK!.



*.

sabato 28 maggio 2016

Scuole di suore, ville venete, chiasso, acciughe, unghie di Fendi. Necessariamente in quest'ordine

Ogni tanto commetto degli errori. Ad esempio, andare a sentire un concerto, fare le foto e alla fine infilarmi al ristorante con i musicisti.
Pessima idea, a volte.

Siamo io, Flautista e i suoi genitori veneti, Organista, Percussionista, Violoncellista #2, la Dama Fiamminga e una tizia che stava sui coglioni già a mio nonno nel ’37. 

La Flautista si lamenta del moroso, da poco divenuto fidanzato. Dà la colpa tutta seria all’Organista, che per un caso tempo prima li ha fatti incontrare. 
Non dice che solo 3 mesi fa veniva a sfogarsi da noi in biblioteca perché non lo amava più, lui la tradiva e disprezzava pure il suo essere musicista, pretendendo che stesse a casa a stirare. 
Non dice che a marzo aveva platealmente annunciato di averlo lasciato, che si stava guardando intorno scopando intorno gente e che per circa 2 ore ha fornito a me e #collega sufficiente documentazione per la tesi di dottorato dal titolo "La sindrome che porta gli utenti a vomitarti addosso piangendo disgrazie amorose perché tanto sei al front-office di una biblioteca e per le prossime 8 ore non puoi andare in un cazzo di nessuna parte". 
No, non lo diciamo, quello.

I suoi genitori, più veneti di una villa veneta, le danno ragione, “tutta colpa di Organista, che disastro, e ora si dovranno pure sposare, povera cara”.
Per qualche minuto accarezzo l’idea di accartocciarle la Napoli in faccia, solo che poi è la pizza migliore della città e pare brutto nei confronti delle acciughe.

Il padre, più veneto di un comizio di Zaia, cambia discorso. Non perde occasione per “ah io se viene ad un colloquio un ragazzo con il piercing o un tatuaggio non gli rivolgo neanche la parola, così impara”, lui e la sua camicina azzurra residenti a Belluno.

La madre, immaginate voi quale bijou possa essere, si schiera dalla parte delle scuole di suore.
Anche la Dama Fiamminga, dall’alto del suo perfetto chignon biondo, delle grinze lampadate a 42 anni e soprattutto della sua borsetta di Fendi è orgogliosa di aver mandato la figlioletta dalle suore. Lei, che è divorziata da un stalker violento e che attualmente si fa tradire dall’attuale compagno che si pare si spazzoli le allieve.

Poi le unghie. 
Eh, dalle suore sì che sanno tenere la disciplina, "niente smalto sulle unghie delle ragazzine", dice la borsetta di Fendi con il suo secco clac mentre 10 dita smaltate di rosso la chiudono nervosamente.

Il Violoncellista #2 invece è bello, racconta aneddoti, finge un basso profilo, finge di ignorarmi e vuole tantissimo le mie foto. 
La moglie, quella che stava sul cazzo a mio nonno già nei tempi antichi, ci tiene molto a far sapere che risiede nei pressi di Bellinzona, e nel frattempo mi odia. 
L’Organista, che è quasi un fratello per me, se la ride e ordina un’altra pizza.
Percussionista mi strizza l’occhio, anche lui capisce, ma che ci vuoi fare, d'altra parte è il compagno della Dama Fiamminga e così va il mondo, fra un'allieva e l'altra.

Tutto di colpo non so cosa sto facendo lì, che nemmeno ho preso la pizza perché avevo cenato a casa.
Ho un abito troppo elegante, sono passati 65 minuti e qualcuno a capotavola mi odia ancora, dall’alto del piano regolatore di Chiasso.


Non faccio come Flautista, scelgo di andarmene. Ora ho fame e un discreto numero di foto da sistemare.
Almeno le foto si fidanzano raramente, e comunque non a Mendrisio.

venerdì 19 febbraio 2016

"Is it a star?" "It "is" a star, very good!"

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra #utonta.

"buongiorno, mi dica"
"eee sono venuta per i libri."

Mi guardo intorno.
Siamo in una biblioteca.
Indico con un vasto gesto le sale intorno a noi.

"siamo in una biblioteca, esattamente quali libri intende?"
[basita & scocciata] "eeeh ma come, avevamo parlato per telefonoh!!"
"dunque. Sa se aveva parlato con me?"
"no."
"ecco, infatti siamo in 4 colleghe e turniamo continuamente. Se vuole gentilmente dirmi A QUALI LIBRI si sta riferendo magari ricostruisco la cosa"
"gne."

Vi risparmio il resto.
Buongiorno a tutti dalla biblioteca specializzata in lettura della mente e parapsicologia.
Che fare in questi casi? Come sempre, aprire il tubo e guardare Bill Murray.

mercoledì 16 settembre 2015

Strapparsi le pellicine a morsi nuda

Volevo scrivere un post con i risultati del contest precedente e relativa classifica, ma a parte che i miei conti di ieri notte non collimano con Morbido (grazie per l'aiuto Morbido :) ) perché io ho tipo ammesso in classifica dei voti inclassificabili (aka Zicchi), a parte che per come sono ridotta faccio veramente queste cose di notte e ormai non dormo mai prima dell'una e 28, sì proprio 28, credo sia un complotto, a parte tutto questo dico è appena capitata una perla che degna di essere raccontata in diretta.

Siamo nella Biblioteca dei pazzi di conservatorio, 5 minuti 5 fa, entra il vincitore annuale per la categoria IMM (Insopportabile Melomane Misogino), il buon (...) vecchio utonto M-SCUD-CS.

[per una trattazione definitiva relativa all'utonto M-SCUD-CS cfr. qui]


"buooongiorno"
"buongiorno a lei, #Melomane Sospettoso Come Un Dingo Che Sputa"
"bfff."
[va di là nell'emeroteca]
"prendo questo fascicolo di rivista"

Me lo sfarfalla davanti alla faccia come si fa con la busta di ciappi davanti al muso di un cane nel tentativo di nascondermi il più possibile il titolo, poi bello (...) come il sole fa per uscire.

"eh no un attimo, devo registrare il prestito!"
[accomodante] "oh ma no, ma fa lo stesso, non si preoccupi, non serve" [fa per uscire]
"no, ma io devo registrarlo, capisce?"
"boff bum bla buh no ma se esco solo un attimo!"
"senta, ogni cosa che esce dalla biblioteca va registrata, no? Se no non sarebbe una bibl..."
"okokokokok ufffff."

Resisto alla tentazione di tagliargli la faccia con l'angolo della copertina di #rivistadelcazzo, non so come. Nel frattempo lui si sporge sopra la mia scrivania per leggere cosa sto scrivendo su #cosechenonsonofattisuoi.

"[bofonchiamento indistinto]"
"..."
"...ha fatto?"
"un attimo!"
"..."
#collegaG: "Trantor, intanto che fai il prestito vado a prendermi un qualcosa di fresco da bere alle macchinette"
"ok figu..."
[sarcasticissimo] "beh ma non lo prenda fresco, meglio caldo, no?!"
"... beh NO, io lo voglio fresco fottuto idiota, ok?"
"okokokok. Boff buh brrromm bum uff. Ha fatto?" 
"SI'"
"bene. Vado"
"affanculo"
"eh?"
"niente."
"..."

Adesso vado alle macchinette, piuttosto di prendere qualcosa di caldo mi strappo le pellicine della mano sinistra a morsi nuda

sabato 11 luglio 2015

Buongiorno (manca solo un fantastico cane)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, ore 9.14, entra L'Idiota.

Per la cronaca, L'Idiota (donna, bianca, classe 1978) ha un diploma di conservatorio in canto, è carina, canta in un gruppo pseudo-jazz, ha partecipato alla raccolta di canzoni di questo (peraltro con un pezzo proprio niente male), siamo stati bene finché era a studiare al conservatorio di Madrid, invece tempo fa si è iscritta nella sede staccata del nostro conservatorio per pagare meno tasse ma furba come una faina veniva a far lezione nella sede centrale - solo che poi com'è come non è l'han vista in corridoio ed epic fail -, è hipster a livelli cosmici.

ore 9.14

L'Idiota: "ciao. Vorrei andare su internet"
"ok, lì c'è la postazione. Servono però le credenziali, le hai?"
"eeee ihihihihi eeehhm nooo..."
[fa approssimativamente questa faccia]
"...mm. Ma le avevi?"
"sììì..."
"e quindi? Non le hai scritte da qualche parte?"
"nooo... ihihihi ehmmmm ihihi"
"... ok. Facciamo [l'ennesimo, andiamo avanti così da eoni] recupero password. Ti verrà inviato un sms sul cellulare, ce l'hai?"
"eh? No è che ihihih non me lo ricordo... boh non lo sooo"
"... no, ma dico. Il cellulare. Ce l'hai con te adesso o no?"
"..."
"HAI UN CELLULARE"
"aaaah! sì sì sì scusa!"
"eh. Ok. Allora faccia..."
"no ma un attimo, dici ehm il mio cellulare?"
"secondo te?"
"no ma non ce l'ho"
"non hai il cellulare qui?"
"no."
"ma cosa... vabbé. Allora niente internet, mi spiace."
"[faccia]"


ore 9.18

"mmmm"
"..."
"psssst"
"eh?"
"ehm."
"sì, dimmi."
"cercavo #pezzo"
"ok, cerca pure sul catalogo, no?"
"è che non so se c'è"
"ma finché non cerchi..."
"e se non c'è?"
"ma perché non dovrebbe esserci?"
"beh perché è spagnolo"
"..."


ore 9.19

"ma ehm, per cercarlo?"
"il catalogo è lì [indico il pc]"
"qui? [indica gli schedari cartacei]"
"[facepalm]"
"[imbecille]"
"ma no. Sul pc, no?"
"aaah okkei!"
"uccidimi"
"come?"
"lascia stare"
"ok!!!"
"..."


ore 9.20

"sì, ma come faccio."
"apri il browser di internet"
[guarda il monitor con la scintilla di vivacità tipica dello sguardo di Pizzarotti, nel frattempo sempre faccia, poi schiaccia il ditino al centro del desktop, sullo stemma del conservatorio]
"qui?"
"... ma secondo te? Quello è il desktop"
"ah sì sì scusa scusa scusa."
"apri il browser di internet. Lo so che lo sai, deficiente."
"questo. Mozilla."
"sì. Porca puttana."
"eh?"
"niente."
"..."
"ecco, adesso nel campo titolo metti il titolo, nel campo autore metti autore"
"sì lo so!!"
"ah, pensa te"
"eh?"
"niente."
"..."


ore 9.21

Ritorno alla scrivania, ma mi accorgo ben presto che sta guardando la pagina del catalogo della biblioteca [una cosa come questa] con la verve di un bradipo particolarmente scemo.

"e adesso?"
"clicca su CATALOGHI"
"..."
"..."
"dove?"
"è lì davanti a te..."
"..."
"..."
"dove?"
"santo cielo, LI'. [mi avvicino e le clicco la parola 'cataloghi', che era a un millimetro dalla punta del mouse]. Cataloghi. Era lì, no?"
"aaaaah!"
"..."


9.24

"oddio aiuto dove sono cosa come perché si è impallato tuttooooo!!!"
"è perché hai usato le frecce avanti-indietro del browser"
"MA IO COME FACEVO..."
"lo vedi #enormecartello a fianco del monitor? #enorme cartello? Sì, quello. Bisogna usare le frecce interne al catalogo, non quelle del bro..."
"oddio oddio non lo sapevo"
"sì, ma c'è #enormecartello. Comunque adesso lo sai"
"sìì. Le frecce dici queste??" [indica il combo "cd/lp/partiture/libri" - giuro]
"... ti sembrano frecce?"
"no."
"ma non vedi che quello è un combo dove selezioni il materia..."
"aaaah no, QUESTE frecce!"
"sì, quelle sono frecce"
"HO CAPITO!"
"..."


9.26

"aiuto. Non lo trovo."
"cosa"
"Evocation di Albeniz"
"fammi vedere ... sì ma è con la T."
"e io come l'ho scritto?"
"è lì davanti a te idiota maledetta. Hai scritto Evocacion, con la c. Ma non vedi?"
"ah! ihihihihihi"
"ihihihi un cazzo"
"come dici?"
"niente"
"...ok. Adesso torno indietro e..."
"usa le frecce del catalogo, non quelle del browser, mi raccoma..."
[e mentre fissa lo schermo con #faccia indovinate cosa fa]
"ma che cazzo, se ti ho appena detto di non usarle!"
"ah nonononononono scusa! Oddiocazzo!!!!"
"beh mica scoppia tutto a parte i coglioni, adesso però devi rifare tutta la ricerca perché si è impallato. Te l'avevo appena detto però"
"... m."
"sì, mm."
"m"
"eh, mm."
"okgrazieciao."
"... ciao."

Con "ciao" significa semplicemente che si è voltata verso il catalogo escludendomi dal suo mondo fatato per nuove, entusiasmanti ricerche.
Erano le 9.26.
E' andata via nel pomeriggio.

Potete andare avanti voi, tipo Raymond Quenau, tanto qualsiasi cosa inventiate ci andrete sempre fottutamente vicino.

La volete sentire la canzone di Caterpillar in cui lei canta? Eh?

venerdì 26 giugno 2015

Aborti & telefoni

Biblioteca dei pazzi di conservatorio.

Alzo la cornetta.
Compongo il numero di MIUR (Madre Idiota di Utente Ritardata).

Suona libero, aspetto.

Un pensiero fugace mi attraversa la testa.

meglio non dire da dove chiamo, se no poi magari sbatte giù ahahah
"tu... tu... tu..."
cazzo se sono maldisposta però, mica il mondo fa necessariamente così schifo eh
"tu... tu... tu..."
mica deve per forza essere l'ennesima idiota lobotomizzata che cerca di evitare le proprie responsabilità
"tu... tu... tu..."
forse dovrei avere un po' di fiducia nel prossimo
"tu... tu... tu..."
il mondo mi ha cambiata
"tu... tu... tu..."
mi faccio schifo
"tu... tu... tu..."
non sono una bella persona
"tu... tu... tu..."
diamine facciamo le persone corrette, chiamo io quindi mi presento per prima, sarà sicuramente una signora gentile e ben dispo...
"EH PRONTO."
"ehm pronto buongiorno, sono Trantor e chiamo dalla #biblioteca dei #pazzi di #conservatorio per un prestito di un cd preso da sua figlia #minorenne e scaduto OTTANTUNO giorni fa, parlo con la signo..."
"umpf!"
CLIC.
"ma porca puttana! torna qui brutta s*za!"
"tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-tu-t---"
"STRONZA INFAME!"
collegaG: "ehi cosa diamine..."
"quella puttana mi ha buttato giù il telefono!"
"ma fottuta deficiente!"
"il mondo è morto"
"il mondo fa schifo"
"lo dicevo io che ci meritiamo l'estinzione"
"mi ha fatto lo stesso scherzo la settimana scorsa quella tr*a di m*a"
"non ci posso credere"
"che puttana"
"adesso rintraccio questa [omissis] e le citofono finché non esce di casa"
"falle male!!!"
et similia.


A seguire, io e #collegaG abbiamo sviscerato google in lungo in largo nel tentativo di scovare i più infimi segreti di MIUR, la madre che, pur di non diventare adulta e ammettere che sua figlia di 11 anni prende in prestito cd a cazzo, sbatte in faccia la cornetta a chi chiama dall'istituto dove la cinna studia, peraltro riuscendo a eliminare preventivamente ogni possibilità di essere avvisata in caso che ne so, di nausea, storte, sbucciature, cadute dalle scale, meningite e morte della suddetta.

Ella fa l'avvocato che difende donne vittime di abusi, è spesso sui giornali locali, ha un centro di aiuto per donne gravide, fa parte del movimento per la vita, è pro-sentinelle in piedi, sbatte giù il telefono.

Quindi io non solo non posso abortire, ma nemmeno dirle che un cd in prestito da 81 giorni va riportato.
Che vita del cazzo.
(la sua).

mercoledì 22 aprile 2015

Svilupparsi in verticale AKA Vecchioli del cazzo

Non ci posso credere. Tutto appena successo, vi scrivo in diretta con #collegaG che ride accartocciata dietro il monitor della #biblioteca dei pazzi di conservatorio.

In pratica devo catalogare un volume, cerco sul catalogo nazionale per vedere chi ce l'ha, trovo un record poco chiaro posseduto da 7 biblioteche (spoiler: solo 2 su 7 rispondono al telefono, le altre da sito risultano aperte ma epic fail).

Decido quindi di chiamarle andando in ordine finché non trovo qualcuno che può confrontare al telefono il frontespizio con me.
Roba da tutti i giorni, ci si mette un minuto a far tanto, niente di che.

Alzo il telefono, ma prima vorrei che sapeste che, per la prima volta da quando questo blog esiste, farò NOMI PRECISI.

Mi sono rotta i coglioni di coprire della gente che non se lo merita, e soprattutto non voglio privarvi per alcun motivo del divertimento di giocare anche voi al medesimo esperimentoh!

Per cui, oltre al mio gruppo sanguigno (A+), potrete disporre finalmente di luoghi, nomi, numeri civici, numeri di telefono e mail! Finalmente fatti, non parole!

Ma andiamo con ordine.

#1 

Questa la pregevole conversazione:

"EH PRONTO."
"... pronto, parlo con la Biblioteca?"
[già scocciato] "beh, la Biblioteca dell'Associazione [scandisce perché sono scema] MAESTRO LIPIZER, sì"
"ah, ecco. Buongiorno, chiamo dalla #biblioteca dei pazzi di conservatorio di #città senza fiume, vorrei cortesemente confrontare un volume che sto catalogando con l'esemplare in vostro possesso, questione di pochi secondi, posso parlare con lei?"
"no no no no no guardi signorina, noi qui mica abbiamo frontespizi scansionati immagini sul computer foto e roba simile blablabl"
"no ma guardi, che c'entrano le foto, devo solo confrontare il frontespizio in diretta. Se va a scaffale un attimo e prende in mano il li..."
"senta ma noi qui siamo in una situazione particolare come tutte le biblioteche eh! Sa i tagli sa il governo sa la crisi e poi la biblioteca del [scandisce] MA-E-STRO LI-PI-ZER è tutta sviluppata in verticale per 4-5 metri proprio in alto eh quindi io come faccio signorina mica posso fare tutto qui servono giovani e poi mica abbiamo scale con rotelleeee ma scherziamo! Senta signorina, se mai lei ci scrive e prima o poi noi le rispondiamo. Ecco."
"scusi, ma io come potevo sape..."
"no, ma blablablablanche se noi qui facciamo cose abbiamo concorsi concerti cose mica possiamo stare lì a fare tutto in biblioteca [...?] signorina qui poi la biblioteca si sviluppa in verticaleeee [ama molto quest'aspetto della questione, ndr] e ci vogliono giovani, giovani, giovani!, io sa quanti anni ho?! E vorrebbe che io andassi su dalle scale che mica hanno le rotelle ahaha!!! Ma scherziamo e bl..."
"CHIAMO QUALCUN ALTRO, nessun problema."
"no ma ci scriva! Ci scriva!! Ci scriva e dopo che abbiamo fatto tutte le cose che ci sono adesso forse poi nei prossimi tempi avrà una rispo"
"no, grazie. Buongiorno."
"...4-5 metri e mica ci sono rotelle sulle sca..."
clic.

Non ho esagerato neanche una virgola, anzi forse ne ho pure dimenticate.
Provate, registrate poi mi dite.


Ma veniamo al

#2


Questa la pregevole conversazione:

"seee prooondooo Carafa."
"ehm buongiorno, parlo con la biblioteca Pilati?"
"ecché, Carafa, seee!"
"eh, ok. Dunque, chiamo dalla #biblioteca dei pazzi eccetera, vorrei cortesemente confrontare un volume che sto catalogando con l'esemplare in vostro possesso, questione di pochi secondi, posso parlare con lei?"
"eh?"
"VORREI CONFRONTA..."
[scocciato-ironico come solo certi napoletani misogini sanno essere] "signorì, ascolti. Io sono un ragazzo, un ragazzo che tanto tempo fa aveva 80 anni." 
"..." [silenzio, probabilmente aspetta che io rida]
"un ragazzo, che ama andare al mare."
"..."
"amo andare al mare ed è ddallà chevvengo proprio adesso"
"..."
[con sufficienza] "chiami di mattina, eh signorì? Di mattina, alle 10, di mattina, eh?"
"sì, ho capito. Solo che sul sito gli orari dicevano mercoledì ore 15-19."
"eccheccivuol fare, mica devo fare io codesto lavoro, e io qui sono solo signorì"
"ah ma certo. Vabbè, ok."
"di mattina"
"sì ho capito. Salve."
"sal..."
clic.


Allora avete capito?

Quando siete giù di forma, quando piove, quando vi hanno rubato la bici, quando ammazzereste colleghi, clienti o utonti con un bastone componete lo 0481547863 oppure lo 0815513691, magari di mercoledì pomeriggio, così si spera che i turni là (ammesso che conoscano il concetto) siano gli stessi, interloquendo così:

"buongiorno, chiamo dalla biblioteca musicale di X, vorrei cortesemente confrontare un volume che sto catalogando con l'esemplare in vostro possesso, posso parlare con lei?"

LE RISATE!

venerdì 5 settembre 2014

Gìsas ìnfans

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X, dove io e il mio corista #tenoreOne (quello con cui amo condividere il sushi nei non luoghi dopo le sconfitte elettorali) cataloghiamo libri antichi - pattume, come ha elegantemente chiosato una collega locale -, è arrivata una nuova #stagista.

Diciottenne, fresca di patente, iscritta all'ultimo anno del Classico, bionda, camicina benetton, la faccia di quella che si iscriverà a Lettere.

Discorriamo di libri antichi pattume. Ma che bel lavoro, da quanto lo fate, che bello catalogare, io sono solo una stagista ma ho grandi progetti, amo il classico, adoro il greco, che bello il latino, historia magistra vitae, bla.

#tenoreOne tira fuori dal libro antico pattume che sta catalogando un santino del '700.

Fa schifo, uno stile tipo ex voto di campagna, per cui ridiamo tutti, #stagista compresa.

Poi #stagista lo guarda.

"beh, e perché è in inglese?"
"..."
"..."
"come, inglese"
"inglese. C'è scritto Gìsas Infans"
"..."
"non è inglese"
"voglio morire."
"non è inglese cazzo, è latino!"
"...ah"
"ma non facevi il classico?!"
"..."
"voglio morire"
"latino cazzo!"
"sì vabbè ok, ok!"
"..."
"..."
"..."
"muoio."
"."

Poi gelo.
Come vedete anche io ho i miei stragisti, diamine!

sabato 29 marzo 2014

dardenlindenbaum (sciuberth. - Salute!)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra Utonta Bovgotavo - questa.

(inoltre sarebbe meglio che i deboli di cuore - o i razionalisti - non aprissero questa foto. Il surrealismo involontario non è per tutti, credetemi.)

UB: "ciao"
"ciao, possiamo aiutarti?"
"sì, cercavo un libro di Sciubert, o Sciuman, non mi ricordo."
"...mm. Ma il titolo?"
"non lo so, tipo danderdenlindenbaum"
"l'avevi già preso, così guardo lo storico prestiti?"
"no."
"..."
"Sciubert o Sciuman, boh."
"è un po' difficile cercare così, comunque ci provo"
"beh, o Sciubert o Sciuman, tipo dandrenlinden, baum, lindenbaum. Dar der lindenbaum. Ecco."
"sì ma non è che..."
"insomma c'è una D, dentro"
"ah. Beh io comunque non trovo nulla di simile; non è che sono i Maerchenbilder?"
"no."
"le Davidsbundlertaenze?"
"no."
"i Frauenliebe und -Leben?"
"no."
"senti, allora io non saprei proprio cosa fa..."
"vado a scaffale, forse lo trovo"
"cercando a caso?"
"cercando a caso"
"uahuahuahuhauhauh beh, accomodati pure"
"ok."
"..."

Sta di là tipo 35 minuti, poi torna trionfante.

"eccolo!!! Ho riconosciuto la copertina!"
"ah, e che cos'era?"
"KLAVIERWERKE"
"vedo che c'è la D, dentro"
"eh? cosa?"
"niente. Ti faccio il prestito?"
"sì."
"danderdenlindenbaum."
"eh?"
"niente, niente."
"ok."
"ok."
"ciao."

martedì 17 dicembre 2013

Le chiamo un taxi

"pronto? Biblioteca"
"[sciabordio confuso]"
"questa è la biblioteca, signora"
"[sciabordio confuso]"
"no, questa è la biblioteca."
"[sciabordio confuso]"
"non chiamiamo i taxi, signora."
"[sciabordio confuso]"
"insomma le ho detto che... Comunque. Mi faccia cercare il numero"
"[sciabordio confuso]"
"le ho detto che lo sto cercando, porca %$£&@ç@"
"[sciabordio confuso]"
"se mi desse il tempo di cercare, cazzo. Ecco, è pronta? Ha la penna? Prontotaxi, #numero. Poi c'è anche Prontotaxi2, #altro numero. Ecco. Ha scritto?"
"[sciabordio confuso]"
"NO NON NE CONOSCO ALTRI DI NUMERI DI TAXI PORCA *"
"[sciabordio animatissimo]"
"LE HO DETTO CHE... Oh insomma se lo cerchi da sola! Buongiorno!"

Ascoltare le telefonate che ricevono i colleghi delle biblioteche civiche paga sempre.



(siamo tutti sopravvissuti alla corista col porto d'armi di cui al post precedente; seguirà resoconto demenziale. Nel frattempo, l'interfaccia windows stile lumia fa veramente schifo. End.)


giovedì 5 dicembre 2013

Il cappottino rosa!

Ed ecco il post agognato sul perché e il percome del cappottino rosa che guarda porno zoorasti in orario di lavoro.

Ho scoperto con orrore che la realtà supera la fantasia (nel senso, ma le anguille?) e che una esasperata stanchezza trasuda dalle parole di #collegaAdorabile.

#collegaAdorabile, ti vogliamo bene.
Grazie per la foto del gilet, è una finezza; credo che renda l'idea.
besos.

mercoledì 27 novembre 2013

Sotto il cappottino rosa


Al telefono con #AdorabileCollegaBibliotecaria di Paesucolo Boscoso.

"ehi cara! come stai?"
"bene, anche se la mia collega pazza è fissata con i porno con gli animali."
"... come, ma quella pazza col cappottino rosa?"
"esatto."
"quella che dice che va fuori #in altro ufficio e poi la trovi in paese che sta provando delle scarpe in un negozio?"
"quella."
"non quella registrata come sordomuta che fa finta di essere sorda"
"no, quella che scroccava i caffé a #collegaM."
"ma quella che porta la parrucca?"
"esatto, quella che si scopa il suo ginecologo."
"ok. Porno con animali"
"porno con animali."
"ma wtf."
"mi sono anche informata, si chiama zoorastia"
"e ha il cappottino rosa."
"il cappottino rosa, sì."
"sì."
"..."
"..."
"..."
"senti, vieni via di lì"
"non posso"
"vabbé, ma almeno facci un post"
"ok."


L'attendiamo, eh.

venerdì 22 novembre 2013

Il Pazzo Della Paglietta (aka Il Grande Equivoco)

Bene, ora che ci conosciamo è giusto che sappiate che nella biblioteca dei pazzi di conservatorio in cui lavoro più o meno due volte all'anno abbiamo in visita Il Pazzo Della Paglietta.

Il decorso è tipo herpes, che ti viene due volte l'anno / una e nel frattempo tu te ne dimentichi, ma quando ce l'hai bestemmi finché non viene già una delle statue di S. Pietro.

Il tutto comincia la sera del famoso folle concerto delle palline (un panettone speciale a chi si ricorda), nell'ormai lontano giugno 2012.


sera del concerto delle palline, ore 23.10

Al termine del concerto delle palline, nel quale ho diretto uno dei miei cori in situazioni improbabili, mentre smonto i leggii e gli ultimi spettatori lasciano la sala (i coristi superstiti sono già al rinfresco a gozzovigliare da 75 anni) mi avvicina un tizio con una paglietta, apparentemente normale, bianco, italiano, tipo 45 anni, un po' timido stile uomo che non ha mai avuto una donna: è il PDP.

PDP: "complimenti, molto bello"
"grazie, molto gentile!"
"che bello, veramente. Lei è bravissima."
"ma grazie!"
"ancora complimenti, davvero."
"...lei è davvero gentilissimo"
"siete voi che siete bravi"
"io, beh. Grazie" [sorrido - PRIMO GROSSO ERRORE]
"che bravi, che brava. Quando cantate ancora?"
"presto, tenga d'occhio il sito internet del coro e..."
"ma non mandate mailing list?"
"mi dimentico a causa della mole di cose da fare purtroppo non riesco mai a..."
"sa che sono regista?"
"ah dai, complimenti, interessa..." [SECONDO GROSSO ERRORE]
"mi piacerebbe molto tornare a sentirvi."
"sì, per questo le dicevo, abbiamo il sito aggiornato e la pagina faceb"
"devo rivedervi."
"sì, sul sito trova tutte le date."
"bisogna assolutamente che io vi riascolti!"
"... sì, ok. Ma il sito. Sul sito ci sono le date, ok?"
"facciamo una cosa. Lei - bravissima! - mi dia il suo cellulare, così io la chiamo quando voglio sapere se fate un concerto."
"come, prego?"
"mi dia il suo numero. Poi sa, se mi dà - mi dai - massì, mi dai - diamoci del tu! ;) - dunque se tu mi dai il tuo numero di cellulare io ti chiamo così puoi venirmi a vedere quando faccio teatro."
"..."

Non mi lascia più la mano (è anche sudaticcio) e io la sfilo via immediatamente.
Non accenna a togliersi dai maroni e mia madre, allarmata, si avvicina.

"non do il mio numero di telefono così, e poi è sufficiente che lei controlli sul nostro sito se vuole risentirci."
"allora dammi il tuo numero di casa"
"cosa?! Ma proprio no, ok?"
"ma allora come fai a sapere quando io faccio uno spetta..."
"MI INFORMO IO, se mai. Grazie e arrivederci."

Mi volto e torno a chiudere i leggii mentre mia madre dice ad alta voce "Trantor ora andiamo", più chiaro di così si muore ma lui no.

Sta ancora lì mezzo minuto incerto sul da farsi a mezzo metro da me, io e mia madre raccogliamo tutto e ce ne andiamo di fretta.
Lui ci segue lentamente a coda bassa.

Raggiungiamo la macchina guardandoci le spalle.


Il giorno dopo, ore 10.31, nella biblioteca dei pazzi di conservatorio

Entra qualcuno, alzo gli o...

PDP: "salve buongiorno!"
"... ...ma cosa..."
"ho chiesto a #maestroBifono [l'organizzatore del concerto] dove lavoravi e lui mi ha detto che lavori qua."

Lo guardo.
Somiglia ad un cane che ha appena riportato il fagiano e aspetta tremolando una pacca sulla testa, mentre io farei volentieri fare la fine del fagiano a #maestroBifono e butterei il PDP nel radon.

"sì, a quanto pare lavoro qua. Posso aiutarla?"

Non sorrido più, se no questo chissà cosa capisce.
Bofonchia due tre nomi di compositori estinti nel Rinascimento moldavo e alla fine si fissa su di una song di Purcell, bellissima eh la song di Purcell solo che ovviamente l'abbiamo solo in vinile e quelli non li prestiamo.

Ora, di solito questa cosa del vinile scoraggia gli utenti: noi diciamo "glielo cerco in cd in un'altra biblioteca" e loro si rassegnano, e nessuno chiede di ascoltare i vinili in biblioteca.

Ovviamente lui sì.

#collegaF vede che lui mi fissa insistentemente e allora lo serve lei, gli accende piastra e impianto, mette su il vinile con questa benedettissima song di Purcell e gli dà delle grosse cuffie lasciandolo al suo destino.

Alle 10.44 il PDP si mette le cuffie SOPRA LA PAGLIETTA.

Non si toglie nemmeno la giacca, non so se mi spiego.
Ogni tanto guarda verso il nostro front office, mentre noi riprendiamo a catalogare con un'occhiata di intesa.

Tempo 3 minuti e l'importantissima song di Purcell è finita, quindi torna da me e si ferma davanti al front office, fissandomi col vinile in mano.

"ha fatto? Tutto a posto?"
"sì. ..." 

Bofonchia qualcosa e inizia a tirare fuori dal borsone un cartoccio tipo Louis Winthorpe III decaduto che tira fuori il salmone dalla giubba sporca.

"..."
"ecco, questo. L'ho preso per voi. Ne volete?"

Tenta di darmi in mano il cartoccio con una vistosa macchia di unto trasudato e sia io che #collegaF ci ritraiamo istintivamente, "è un bombolone" "ma sta scherzando?!" "...no, grazie." "...ah.".

Se ne va mentre diciamo "arrivederci", molto mogio.

Un po' spiace ma santo cielo, questo mica è un bar dove ci provi con la tipa scosciata che beve whisky da sola offrendole la tartina salmonata - che poi vorrei dire a tutti che non succede mai, in Emilia, 'sta cosa del bar americano.


dicembre 2012

Come l'herpes torna, sei mesi dopo.
Entra in biblioteca, mi vede e fa un sorrisone che fa quasi pena, io saluto e mentre sto parl--

"ti ho portato 4 dvd miei in cui faccio le regie!"
"... ah. Ma chissenefrega. Beh, grazie, li controlliamo e se sono conformi al nostro patrimonio o di interesse musicale li inseriamo nel catalogo della biblioteca"
"no, li avevo portati per te. Li guardi e poi mi dici cosa ti sem..."
"mi spiace ma non sono interessata, e poi non ho tempo. Grazie per il dono alla biblioteca dei pazzi di conservatorio, arrivederci."
"nmflh."


giugno 2013

Come l'herpes torna, sei mesi dopo.

Per fortuna io sono in ferie e se lo sciroppano le colleghe per tipo 5 giorni di fila, povere.

giorno 1, entra, non mi vede, chiede quando ci sono e se ho guardato i dvd dell'anno scorso.
giorno 2, chiede quando ci sono.
giorno 3, chiede quando ci sono.
giorno 4, chiede quando ci sono e se le colleghe hanno guardato i dvd dell'anno scorso.
giorno 5, dona altri dvd a me alla biblioteca.
giorno 6, entra ma non chiede niente. Poi non resiste e chiede quando ci sono. Le colleghe mi scrivono allarmate mentre io sono a Rodi. Io dico di buttare i dvd nel vulcano di Mordor. Lui esce, mogio.


nowadays

Fra 8 giorni è dicembre e tornerà, me lo sento.

Ora, diciamolo tutti in coro (Mika, so che mi capisci): voglio che il Grande Equivoco venga finalmente chiarito, che diamine!

Su, tutti in coro! Pronti? Via!

Caro PDP e cari Analoghi di Cui è Pieno il Mondo (Ad-CEPIM), non è che se sono gentile in conseguenza al fatto che voi siete stati gentili, o meglio non è che se io sono di mio civilmente cortese SIGNIFICA CHE VI AUTORIZZO A PROVARCI INSISTENTEMENTE QUANDO ANCHE UN BOTOLO DEL BORNEO CAPIREBBE CHE NON E' NE' IL CASO NE' LA SITUAZIONE NE' VOI PROBABILMENTE MI INTERESSATE, OK?

Tutti in coro, su, da bravi, ancora una volta per scrupolo. Caro PDP eccetera, one more time!
Ecco, bravissimi.

Il Grande Equivoco ha stracciato il cazzo.





(non ero morta, ma ho un concerto importante con gli sparaventose domani e gli impegni si sommano sempre di più. Ma torno, eh. Non andate via!)

martedì 5 novembre 2013

Con la porta aperta

Il piemontese #collegaM è un amico.

Fu un santo l'anno scorso quando per lavoro condividevamo un appartamento freddo, spoglio e pieno di mobili anni '60 molto brutti a #PaesucoloBoscoso.

Io piangevo, allora bevevamo china martini e ascoltavamo Rachmaninov.

Adesso sto bene, e lui mi è venuto a trovare nella biblioteca dei pazzi di conservatorio della #città senza fiume, che non aveva mai visitato.

Né la biblioteca né la città, dico.

Innanzitutto appena entrato in biblioteca si becca l'epica scena di #UtontaPassenger che ha architettato un elaboratissimo piano il cui scopo finale era non portare la tessera della biblioteca rovistando in cambio fra tutti gli scatoloni del trasloco per mostrarmi il passaporto

("ciao, posso aiutarti?"
"ciao sì vogliofareunprestitomanonholatessera perché l'ho dimenticata a casa mentre gli alieni rapivano la sbiriguda e speedy gonzales mangiava la [fuffa a piacere] ma poi il mogwai ha ruttato sticazzi e bla." 
"vabbé, te lo faccio lo ste..."
"nonononomaaspetta!, per dimostrare che sono intelligente ci ho pensato davvero proprio un sacco perciò ti ho portato il passaporto." 
"il passaporto?!"
"il passaporto, sì. Pensavo andasse bene anche un altro documento, poi però ho pensato che col passaporto ero più tranquilla. Sì." 
"ma che cazzo c'entra sì ma mica siamo un'agenzia di viaggi, bastava la carta d'"
"no ma prendilo il mio passaporto, ti do il mio passaporto eccoilmiopassaporto!, il mio passaporto, eccolo, voglio che tu lo tenga lì così sono più tranquilla. Prendilo, il mio passaporto. Passaporto. Ecco. Passaporto." 
"ok ma guarda che ho già visto che sei tu" [vuole a tutti i costi che prenda in mano il passaporto]
"nu. Ti ho chiesto prendi il mio passapo"
"ADESSO BASTA"
"pff.").


Dopodiché, mentre #M è impegnato a vomitare risate in un cassetto dello schedario, entra #maestro911 - non sto qui a ripetervi la solita scenetta demenziale di lei che blatera a vanvera mentre nel frattempo percepisce 3 volte quello che prendo io per fare esattamente un terzo delle ore mie, nel contempo fregiandosi del titolo di "maestro di conservatorio" che boh, prima o poi bisognerà pur vietare a chi usufruisce di un TSO, non credete?

#M si accartoccia nel cestino mentre 911 mi fa tirare giù tutte le opere di Chopin per poi prendere quelle di Beethoven e poi va in bagno (le due cose credo siano collegate).

Dopo 5 minuti #M ritorna dal bagno tutto rosso come una iena col singhiozzo.

"non ci credo, avevi dannatamente ragione!"
"su cosa, mio caro?"
"su 911!"
"sì, beh. Lo so."
"non capisci, sono andato in bagno e l'ho trovata che stava facendo pipì con la porta spalancata! Con la porta spalancata, capisci?!"
"oddio. Sì, capisco."
"come l'ho vista ha anche fatto tutta la scena che uuh un uomo l'aveva vista e qui e là eccetera, e poi si è chiusa la porta come avessi cercato di filmarla"
"non ho parole"
"che schifo"
"hai visto com'è lavorare al pubblico?"
"e io che non ci credevo"
"dovremmo istituire delle visite guidate, qui, stile diorama educativo"
"sì, come esempi negativi, tipo i diorami dei campi di concentramento"
"sarebbe giusto"
"sarebbe il minimo"
"non ci sono parole"
"e io che non ci credevo"
"non ci sono parole"
"non ci sono parole."

Quando volete venire apriamo le visite guidate: l'ingresso è gratuito, è sufficiente depositare gli ombrelli fuori dalla biblioteca, non dare confidenza al CRC e ciappi a #maestro911 e portare il passaporto.

Vi aspetto.


(ero sparita, ma ogni tanto vado in Svizzera a spendere soldi alle terme di Vals - soldi maledettamente ben spesi, sapevatelo!)

sabato 12 ottobre 2013

Comunque io pessicurezza guaddo sempre addestra e assinistra

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio.
Sapete, ricominciano i corsi e le gabbie si aprono.

#1 pizza mafia mandolino

Entra #utontoCantanteLirico, uomo, bianco, phisique du role del tenore lirico, capello sciolto al vento, età 25, cantante lirico, ripeto: cantante lirico.

"ciao, possiamo aiutarti?"
"sì, vorrei prorogare questo libro."
"uhm. ... Non posso, mi spiace, è scaduto. Le proroghe sono vietate per gli scaduti"
"quindi?"
"...quindi lo devi riconsegnare e lo puoi riprendere fra minimo una settimana"
"ah."

Mi guarda interdetto, poi fa un sorriso piacione.

"beh vabbé, ma non è che non riesci proprio a farla, no?" [occhiolino]
"in che senso?"
"il programma te lo fa fare, se vuoi" [occhiolino]
"..."
"cioè, non è che proprio non puoi" [occhiolino e sorriso da macaco che seduce la bertuccia]
"se voglio posso, ma non voglio"
"ma mi conoscete da tanto!"
"sì, ma c'è una regola cazzo!"
[offeso] "ma io sono un cliente di lunga data"
"utente, se mai, comunque se c'è una regola c'è una regola"
"ma insomma, io sono #cantanteLirico!"
"e io non voglio creare un precedente"
"uffiii"
"scusa, ma se tutti facessero così?"
"umpf."


#2 Io pessicurezza guaddo addestra, assinistra e verso il sole perché potrebbe arrivare Armageddon

Entra Pierferdinando Catrame, sì, esatto, quello che credeva non mi ricordassi di aver diretto #grande coro del Nord Italia e che pensava di aver ragione lui, esatto.

"ciao ragazze"
"ciao, Pierferdinando"
#collegaF: "ciao, Pierferdinando."
"ciao. Ecchemipozzomettere alla pottazzione intennet?" [parla così]
"certo, Pierferdinando" [lo chiede ogni santa volta, non ci sarebbe bisogno ma almeno è educato]
"bene. Oh certo che qui a #cittàsenzafiume guidano tutti male, eh"
"guideranno bene nella tua ah, ma davvero?"
"essì nessuno sa usa' le rotonde!"
"vabbé, su questo concordo"
[urla] "io non capisco, non capisco, non capiscononcapiscoNONCAPI"
"Pierferdinando, sssh! Siamo in biblioteca!"
"aggià, scussa. No ma non capisco, laggente non le sa usablablablablabla patente ritiblablabla e io già alla prima lezione di zcuolagguida mi hanno insegnato a dare la precedenza addestra, e assinistra!"
"ma cosa..."
"come a destra e a sinistra"
"essì, addestra, e assinistra, nelle rotonde!"
"ma nelle rotonde vengono tutti solo da sinistra"

Silenzio.
Rimane a bocca aperta, con gli occhi di un totano smorto.

"... ... ..."
"nelle rotonde è senso unico, no?"
"... ..."
"sai, le roto..."
"mannò, mannò, nelle rotonde pozzono arrivare da qualsiasi patte!"
"...guarda, non so che rotonde hai visto ma fìdati, no"
[scocciato e saputello] "essì vi dico, nelle rotoblablablablabl..."
"basta"
"insomma ti dico di no, cazzo!"
"...lablablablavabbéh. Comunque io pessicurezza guardo addestra e assinistra. Anche addestra. E assinistra. Ecco."
"vabbé."
"buon pro ti faccia"
"ok."


Tralascio il fatto che nel frattempo sono entrati anche #maestroIntolleranza70 (il settantenne idiota che voleva fare il direttore d'orchestra ma che alla prima occasione buona litigò con l'orchestra), il quale da due ore scatarra nella sala di là e #utonta che si sta ascoltando un cd nello stereo con le cuffie e ci canta sopra imitando un theremin, come quando ti distrai un attimo e due o più dingo entrano in cucina dalla porticina del gatto a razziare il frigo, ecco, allora entra #maestro 911.

(Ricordate, la pazza che dovrebbe seriamente aver diritto ad un TSO ma che grazie al marito avvocato è stata reintegrata come insegnante di pianoforte di ruolo, stile taormina che difende la franzoni solo che qui poi suo marito ha vinto.)

"ehi salveeeee!"
"salve, maestro 911. Posso aiut"
"oh ma che bel vestitooooo"
"eh, grazie. Posso aiut"
[urla] "ooooh ma che fastidio questi nuovi smarfon, mio marito me ne ha regalato uno ma io non lo usoooo"
"ma che pecca..."
"no ma sa. Sa cosa? Sa cosa? Eh? Sa, pesa un chilo e mezzo. E' pesante, in borsetta."
"un chilo e mezzo? Ma è sicu"
"beh ma poi non capisco mica io come si fa a scrivere lì, è SCOMODISSIMO"
"io ci rie"
"eh ma lei non è mica pianistaaaa!"

Silenzio, la guardo.
Lei mi guarda a sua volta come se stesse dicendo "eh ma 2+2 fa 4" ad un bambino che continua a dire 5.

"veramente io sono pianista. Cioè, lo sono sta..."
"eh ma mica concertista che suona in tutta Europa!!!"

Mi sfugge il profondo senso logico della questione.

"scusi, ma proprio perché uno sa usare le dita, come lei, dovrebbe riuscire a digitare sulla tastie..."
"eh ma vabbé io non c'ho mica tempo!"
"senta, ma lei non è mica qui per un prestito?"
"'sti smarfon secondo me non li usa nessuno."
"eh? Ma che sta dicendo!"
"mai visti in giro, io."
"guardi che ce l'hanno tutti."
"nononononononono, nononono, ah nonono, mica vero. Ah poi i pianisti, secondo me non è fatto per i pianisti, proprio. Ah no."
"ma non è che solo perché lei non lo sa usa..."
"ah nonono nessun pianista li usa, soprattutto se girano il mondo. Non c'han mica tempo i pianisti, eh, per queste cose, sa signorina? Altroché signorina!"
"ma io ne conosco centina..."
"beh adesso ho lezione scappo salveeee bel vestitooooo!!!"
"..."

Avete capito?
Gli smarfon sono scomodi, pesano un chilo e mezzo e intralciano le tournée dei pianisti in giro per il mondo (per questo loro non li usano, mentre i sassofonisti sì), e poi nelle rotonde arriva gente da destra perché sono clienti da un sacco.
Non so come ho fatto a vivere fino ad ora.
Datemi il cordless di Michael Douglas, presto.