lunedì 30 luglio 2012

Are you snooking me?

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, in turno con #collegaV.

"V"
"dimmi Trantor"
"pensavo. Sai cosa mi piacerebbe fare, ora che sono [ahahahah] più libera?"
"ahahahahah. Ti prego non dirlo di nuovo. Più liberahahahahah. Muahahahahah. Tu liberahahaha. Hahaha. A..."
"basta."
"ok. Eh, quindi cosa?"
"iscrivermi ad un corso di biliardo"

Silenzio
Rumore di ventilatori sullo sfondo

"..."
"..."
"ma che cazzo..."
"ma che cazzo cosa?"
"che cazzo, cosa!"
"cosa, cazzo!"
"ma che ca... Ma wtf! Ma cazzo!"
"cosa!"
"cazzo, biliardo?! Cazzo, ma che diavolo... Biliardo, cazzo! Non me l'hai mai detto, ma wtf!?"
"c'è bisogno di scaldarsi tanto? Cazzo io al liceo giocavo!"
"cazzo, tu che giochi a biliardo?! AHAHAHAH"
"cazzo sì, e allora?"
"allora AHAHAHAH"
"sei scemo o cosa?"
"ma cazzo, biliardo...! AHAHAHAH"
"..."
"ma ci arrivi, al tavolo? AHAHAHAHAHHH..."
"piantala. Dammi quel cazzo di prestito interbibliotecario. E poi taci, cazzo."


(provate a sostituire cazzo con sifone)

mercoledì 25 luglio 2012

Mio cuggino, mio cuggino. Cuggino di Lady Godiva. Cuggino di Jon. Cuggino della sposa

Cronistoria fedele del matrimonio maledettamente complicato il cui importante e demenziale prequel è qui

Arriva dunque il giorno del matrimonio.
Ricapitolando, devo dirigere alcuni gospel cantati dal mio Altro Coro durante la celebrazione di un matrimonio di gente che non conosco, in un paesucolo della #collina senza fiume.

Al pianoforte, il ventunenne intelligente ed entropico #pianistaCalabro, di cui sopra.


ore 11.32

sms da Trantor >> #pianistaCalabro

"Calabro, [dato che hai 21 anni ma non la patente] fatti trovare alla stazione della Città Senza Fiume alle 14.40. [cazzo non capisco come tu faccia a non avere la patente e contemporaneamente a fare il musicista], comunque non perdere il treno. [quando capirò sarà probabilmente troppo tardi o sarò avvocato], comunque c'è un treno che arriva alle 14.33 e uno alle 14.16, ci vediamo là così ti passo a prendere e andiamo in chiesa per le prove"
"ok."


ore 14.25

Io e #collegaV, che per l'occasione è venuto a cantare nei tenori anche in questo coro qua, aspettiamo docilmente nelle rispettive macchine nel parcheggio della stazione.

Nessuno all'orizzonte.

C'è bisogno che vi dica che alle 13.30 siamo schizzati fuori dalla biblioteca e ci siamo precipitati a mangiare di corsa per non arrivare in ritardo? C'è bisogno?


ore 14.32

Nessuno all'orizzonte.


ore 14.40

Nessuno all'orizzonte.


ore 14.47

Nessuno all'orizzonte.


ore 14.51

Nessuno all'orizzonte.

Dato che diversi di voi leggendo il post precedente avete pensato male, sappiate che se avessi veramente preso una cotta per #pianistaCalabro (cosa che comunque è del tutto fuori luogo, oltre che inconcepibile) non avrei mai avuto la folle tentazione di schiaffeggiarlo a quel modo col plutonio.


ore 14.53

sms da #pianistaCalabro >> Trantor
"ho perso il treno. Perdonami. Arrivo alle 15.25 nella Città Senza Fiume."

Mentre sto urlando c****! in quattro lingue nelle orecchie di #collegaV stritolandogli il collo Calabro ha un momento di decenza e mi richiama.

"pronto, Trantor?"
"[sottintesi insulti a caso]"
"lo so. Perdonami."
"[schiaffi con barre di torio]
"mi sono visto partire il treno davanti agli occhi"
"[secchiata di acido muriatico] dobbiamo essere alle 15.20 nel paesucolo sulle colline con il pianoforte elettronico montato dalla Città Senza Fiume al paesucolo c'è almeno un quarto d'ora di auto tu hai perso il treno e TU, TU cazzo TU non guidi!"
"io..."
"ok. Facciamo così. Tu adesso prendi quel [fottuto] [cazzo] di [plutonio] treno, per fortuna #collegaV ha la sua auto, [torio], è una [fottuta e assurda] panda gialla, lasciamo perdere, sì cazzo lo so che è assurdo avere una panda gialla, comunque tu adesso [raggi alfa] prendi quel [maledetto e ***] treno, ok?,  poi sali in auto con #collegaV mentre io intanto [flebo di acqua pesante] vado là e scarico DA SOLA il mio pesantissimo! pianoforte! elettronico! e inizio le prove col coro e voi venite in chiesa di corsa, ok?!"
"ok. Perdonami"
"no."


ore 15.07

Ho battuto il record personale Città Senza Fiume-Paesucolo e sto scaricando il pianoforte elettronico.
Alcuni coristi sono già lì.

"pronto, Trantor?"
"ciao Calabro dimmi"
"ehm, volevo dirti che non ho preso neanche questo treno."
"... ... ... scusa?"
"no no no no no stai tranquilla, è tutto a posto. Hanno soppresso il treno. [!]. Ma ho rimediato un passaggio da un amico che casualmente passava di qua. Già avvisato V. Spiegami la strada"

Mentre i coristi mi fanno gentilmente notare che la strada a questo punto se la potrebbe trovare anche da solo e io invece gli cito a memoria le uscite di più o meno 157 rotonde, traslo il pianoforte in chiesa e mi viene improvvisamente in mente che ho dimenticato la cassa con cui amplificare il microfono.


ore 15.25

Il giovane corista quindicenne che deve cantare tipo 85 gospel da solista non è mai arrivato, dato che invece delle pattuite 15.20 ha capito di venire in chiesa alle 16.20.

Gli telefono e lo sgrido platealmente sul sagrato, ma grazie al cielo #bassoFausto parte da casa più tardi e lo può passare a prendere.

(È superfluo farvi notare che tutti i modi con cui risolvo questi casini o sono opera mia, o sono opera del fato.)
(Di solito sono opera mia.)


ore 15.45

Arrivato quasi tutto il coro, arrivato Calabro con i suoi occhiali da blues brother e il sorriso sereno di chi non ha mai diretto un coro, arrivato #collegaV col suo accento mantovano e le parti arrotolate a cazzo, più o meno puntuali ci sistemiamo nell'abside, nascosti dietro l'altare.

Per fortuna, perché cantare lì dietro permette al coro di essere più libero, a me di trafiggerli con cerbottane quando sbagliano ritornello, girare le pagine al pianista e fare battute sottovoce per sdrammatizzare, se no è un casino.

L'unico lato negativo del non essere posti in vista in mezzo alla chiesa è che nugoli di coristi continuano a sgusciare fra gli stalli dei frati per commentare acidamente la pettinatura della sposa, un dettaglio di assoluta rilevanza formale, mentre altri trovano intollerabile tenere addosso le scarpe oppure non infilare continuamente le mani nella vaschetta dell'incenso grezzo urlando "ehi qui c'è dello zucchero di canna!".


ore 16.47, stiamo provando le ultime battute prima che inizi la cerimonia, mi sciolgo i capelli.

corista settantenne sig.ra Edda: "Trantor, tesoro! Sembri proprio Lady Godiva!"
"nel senso che sono nuda su un cavallo?"
"ma nooo, nel senso che hai i capelli molto lun..."

Troppo tardi, 13 coristi stanno già vomitando dalle risate, in 4 sono venuti lì a tirarmi i capelli saltellando e #pianistacalabro sta sputacchiando sul pianoforte dopo che gli è andata di traverso l'acqua.

"so che è un'immagine ç&$%#amente buffa, io nuda su un cavallo, o meglio io su un cavallo, ma adesso ricomponetevi, Dio santo. Ok? Ricomponetevi. Ricom... Ricomponetevi, &$£%/"
"aspetta. Na na na na naaa... Na na na naaa..."
"na na naaa... like lady Godiva..."
"na na na na na naaa! Accidenti, è..."
"Killer queen?"
"Bicycle race?" 
"no, è..."
"Don't stop me now!"
"yeaaah! Senti, 10 mila punti in più per teee!"
"yeaaah! Che miti, il mio gruppo preferitoooo"
"yeaaah, altri 10 mila punti per teeeee"
"yeaa... [ad libitum, gli occhi a forma di Q]"


ore 17.03

"Calabro"
"sì, Trantor?"
 "vedo che stai usando il mio raccoglitore con le mie partiture. Preferirei usarlo io, ho su tutti i miei segni. In questi giorni ti sei fotocopiato le parti come ti avevo chiesto, vero?"
"... no."
"..."


ore 17.53

Dopo che durante il rito degli anelli Calabro mi comunica ex abrupto la notizia della morte di Dio, e nessuno si offenda, è solo una traduzione più o meno letterale, mentre lui era veramente questo (e magari, come nel caso di Guccini, basta semplicemente arrivare alla fine della canzone per capire il tutto), e io mi sono tipo dovuta sedere, e dopo che #collegaV ha esaurito i soprani a cui chiedere il numero, ebbene dopo tutto questo i due tizi finalmente si sposano.

Applauso scrosciante, i coristi si assiepano come scolaretti (o se preferite come beagle davanti a un'enorme ciotola) per commentare le particelle subatomiche del vestito della sposa, mentre Calabro si mette in bocca una paglia senza accenderla e guarda la scena con il curioso e attento distacco di chi può vivere senza patente.

"bella cazzata"
"glielo spieghi tu che convivere è uguale e che la moglie è senz'altro una folle rompic&$£ç?"
"tu la prima parte, io la seconda"
"l'importante è che ci paghino"
"bel-la caz-za-ta, proprio"
"già. Che folle rompiç@%£*, lei."
"lui un'ameba smorta succube e con un vestito di ***"
"l'importante è che ci paghino"
"l'importante è che ci paghino."
"lo è sopra ogni cosa"
"sopra ogni cosa"
"sopra ogni cosa."
"mi perdoni?"
"no." 


ore 18.27

"Trantor"
"dimmi, Calabro"
"... perdonami."
"no."


ore 19.52

Siccome ha 21 anni fa il musicista ma non ha la patente e neanche una panda gialla, lo riaccompagno a casa a #suaCittà, che per fortuna mi è di strada.
Lo ammetto, ha guadagnato qualche punto aiutandomi a scaricare il pianoforte elettronico.

"senti, siamo quasi a casa tua. Prima che tu vada toglimi una curiosità."
"dimmi."
"la mail che ti ho inviato con i pezzi da suonare in allegato."
"m-mh."
"quella della settimana scorsa che non hai mai ricevuto."
"eh."
"non mi è tornata indietro. A chi l'ho spedita, scusa?"
"uhm. Misteriosa, 'sta cosa. Senti, l'hai spedita a pianista.calabro91@libero.gov, vero?"
"quello che mi hai dato tu. pianista.calabro@libero.gov."
"manca il 91."
"cazzo."
"allora l'hai spedita a mio cugino"
"tuo cugino è tuo omonimo? Ma che diav...?!"
"sì, omonimo. Ed entrambi abbiamo la mail con libero."
"immagino che per geni del male come quelli della tua famiglia rispondermi o inoltrare la mia mail a te fosse uno sforzo troppo grande"
"già."
"già."


ore 19.56

Lo lascio al suo destino nella giungla di rotonde e suv di #suaCittà, mentre con un ringo in bocca, una lucidità pari a quella della rete vodafone in Val Camonica e il tramonto negli occhi prendo l'autostrada alla volta di Milano.

Ma mentre apre la portiera, dopo i saluti, lui si volta.

"Trantor"
"dimmi"
"tu credi che..."
"sì. Allora, promesso?"
"promesso. Da lunedì prendo la patente."
"è il caso."
"è il caso."
"allora ciao"
"ciao"
"e salutami tuo cuggino."
"certo. Ah, mi..."
"no."

Non l'ho più chiamato a suonare.

lunedì 23 luglio 2012

Ah. (Ahltro fhottuto dhisordine)

L'altro giorno ho contattato #pianistaCalabro per accompagnare il mio adorabile coro di paese, già noto come L'Altro Coro, in una serie di gospel che avremmo dovuto cantare ad un matrimonio.

#pianistaPugliese, nostro abituale pianista e idolo dei commentatori, era via, per cui ho chiamato il Calabro, che fino ad allora non conoscevo.

Come mio solito alla prima telefonata di ingaggio in cui fissiamo la data della prova con il coro segue una mia mail con i pezzi da suonare e una serie insopportabile di dettagli logistici.

Lo so che quando faccio così straccio i maroni, ma se non facessi così non sarei il direttore.

Giorno della prova con il coro, ore 13.30

"Trantor? Sono #pianistaCalabro."
"ciao! Ti avevo scritto per mail e per sms, ma non hai mai risposto. Finalmente ci sentia..."
"ti chiamavo per la prova di domani sera"
"ah. Vuoi dire la prova di stasera."
"stasera?"
"stasera."
"ah."
"ci [cazzo] sei, vero?"
"sì sì, certo, ci sono, tranquilla. Solo che non ho ricevuto le parti"
"ah. Veramente te le ho spedite una settimana fa."
"ah. Non ho ricevuto niente."
"ah. La mail non mi è tornata indietro."
"ah. Da un po' ho il pc rotto, non scarico la posta da giorni e non posso farlo adesso"
"ah. E quindi?"
"boh. Le leggerò a prima vista. Senti, le parti sono scritte con gli accordi in sigla o in partitura?"
"partitura"
"ah. Cazzo."
"proprio quello te le ho... Vabbè. Scriveremo gli accordi 10 minuti prima della prova, ok?"
"ok. Comunque dove ci troviamo?"
"come avevamo deciso: nel mio paesucolo, sede delle prove, ore 21. A do..."
"senti, c'è un problema."
"ah. Dimmi."
"non ho la macchina."
"ah."
"..."
"..."
"..."
"ma nessun mio corista passa da #tuaCittà, distante meno di 50 ma più di 10 km da casa mia."
"ah. Perdonami. Ma non guido."
"hai 21 anni, fai il musicista e non hai la patente? È così? È questo che mi stai dicendo? È questo?!"
"già."
"ah, [parola con la c reiterata fino alla nausea]. Senti, facciamo così. Fra 4 ore finisco di lavorare e dato che incidentalmente passo da #tuaCittà ti passo a prendere in stazione, tipo alle 18.45, ti squillo quando sono a 10 minuti da lì, poi vieni a casa mia, mangiamo, scriviamo questi [fottuti] accordi sulla [fottuta] partitura dei [fottuti] pezzi e [fottutamente] andiamo alle [fottute] prove per questo [cazzo] di [fottutissimo] matrimonio, ok?"
"ok. Al ritorno posso prendere il tre..."
"non c'è alcun cazzo di treno, dopo le 23. Ti riporto io."
"ah. Beh, grazie, Trantor. Perdonami."
"ok."
"ok."

Tralascio il fatto che alle 18.35 tento di fargli il famoso squillo ma il suo cellulare è staccato richiamo staccato richiamo staccato mi richiama dopo un'era geologica mentre io riesco solo a imprecare c****! in zona rimozione davanti alla stazione di #suaCittà lui dice che è in ritardo mi dà il suo civico il navigatore non lo trova guido a caso lo richiamo staccato lo richiamo occupato lo richiamo mi faccio guidare a voce lo aspetto in mezzo a una rotonda lo vedo lo trovo puttana è un figo di 21 anni con gli occhiali scuri la camicia e la voce di Roger Taylor dopo I'm in love with my car.

Poi andiamo a casa mia, è simpatico, è gentile, gli dico fai come se fosse casa tua, lui esegue e allora mangiamo pan di stelle direttamente dal sacchetto come vecchi amici mentre come vecchi colleghi sistemiamo ridendo gli accordi sulle partiture, lui prova gli accompagnamenti al mio pianoforte, altro pan di stelle, io canto.

Poi andiamo alle prove del coro, lui prima mangia un hamburger gigante con patatine al bar a fianco della sala, poi conquista il coro con una serie di battute intelligenti (e qualcos'altro), ed è bravo.
(pensa se non era bravo.)

Poi vengono le 23.20, lascio andare stremati i coristi, io e Calabro proviamo da soli gli ultimi pezzi fino ad un orario al limite dell'universo, poi con gli occhi iniettati di sangue lo riporto a #suaCittà.

ore 00.26

"Trantor, vieni a bere qualcosa?"
"il corpo dice fottiti, la mente dice sì. Perdonami, ma sono le 00.26, domani lavoro, stanotte ho dormito 4 ore e sono veramente devasta..."
"Trantor, vieni a bere qualcosa?"
"ok."

Allora mi porta (sotto metafora) in un postaccio perso in mezzo a capannoni industriali stile periferia sporca di sporca Atene, l'unico posto in cui si può ancora fumare nel locale e in cui per terra c'è questo, lui si beve una birra e fuma almeno 6 paglie mentre io ho il trucco sciolto, lo stato psichico di un procariota ubriaco e un vestito maledettamente fuori luogo.

Lui, che ha 21 anni ma ne dimostra intellettualmente 35 (poi ho cambiato idea), io che ne ho 28 e come lui sono ansiosa ma terribilmente pigra, entrambi che da adolescenti eravamo al limite dell'asociale ma che ora amiamo le persone, ed altrettanto incautamente ci fidiamo di loro, entrambi troppo gentili, entrambi sgamati ma troppo ingenui, entrambi agnostici, entrambi che mangiamo carne cruda, entrambi nati in ottobre, mi piacerebbe dire entrambi con le occhiaie invece no.

"sai, io credo molto nell'energia che emana dalle persone"
"ah?"
"vedi, quando ci siamo sentiti al telefono, la prima volta, io sapevo già che ci saremmo intesi perfettamente, come vecchi amici, e che saremmo andati d'accordo"
"..."
"sapevo già che eri magra, che sei sempre stata più matura della tua età, che sei cresciuta stando con persone più grandi e che ami fare musica per il gusto di farla, come me"
"..."
"lo sapevo già, che saremmo andati d'accordo"
"ah. Io invece per un attimo ho pensato..."
"cosa"
"...niente."

Io non ho più mascara e sorrido moltissimo, lui insiste per sapere come me l'ero immaginato, ultima paglia e poi lo porto a casa.

È proprio tardi.

Poi arriva il giorno del matrimonio, ossia ieri.
La sequela interminabile di fottuti casini (la telefonata del Calabro in confronto è niente) è qui.

Anche lui adorabile, comunque.

venerdì 20 luglio 2012

Alla fine della cena

A cena con #collegaV, dopo il lavoro, nella mia Città Senza Fiume.
Lo sapete, siamo amici.

Fuori c'era ancora la neve, ma non è cambiato nulla.

"meglio che vada, è tardi"
"domani chi c'è in turno in biblioteca?"
"io e #altra collega"
"ora che arrivi a casa in campagna e dormi e domani ti alzi non riposerai tante ore"
"già, vado"
"poi domani c'è anche la prova del coro, vero?"
"già"
"finisci di lavorare alle 19, poi devi rimanere in città..."
"...da sola"
"...in città da sola, cenare da sola e poi fare le prove"
"già"
"poi giovedì di nuovo, siamo in turno io e te"
"già"
"poi torni a casa, tardi, fai le prove dell'altro coro e venerdì di nuovo riprendi il treno per venire qui"
"già"
"sbattimento."
"sbattimento, sì, ma va bene"
"sai, pensavo"
"dimmi"
"sei stata coraggiosa. Avresti potuto non cambiare assolutamente nulla, e continuare come prima"
"già"
"dormire qui in città"
"già"
"avevi una casa, con #lui, potevi cenare lì, a casa, fra il lavoro e le prove"
"già"
"e non stare in ballo dalle 9 di mattina alle 23.40 di sera"
"23.40 se va bene"
"avresti potuto dormire ogni mattina fino alle 9 e andare al lavoro in 5 minuti, in bici"
"già"
"avresti potuto semplicemente continuare a non essere sola"
"già"
"avresti potuto"
"avrei potuto. E tu? Anche tu avresti potuto rimanere in Italia, il paese dove alla fine vuoi vivere"
"già"
"avevi questo lavoro, ti avrebbero senz'altro rinnovato il contratto"
"già"
"non ti aspetterebbero 3 anni in un paese umido e straniero dove ragionano e guidano al contrario, e dove ti attende un dottorato di ricerca in una delle università migliori d'Europa, non uno stage a Disneyland"
"già"
"forse avresti ancora #lei"
"eh, già."
"sei stato coraggioso"
"già."
"ti ammiro"
"e io te"
"vino?"
"già."
"non mi pento di niente, sai"
"nemmeno io, anzi"
"era quello che entrambi sentivamo di fare"
"esatto"
"lo sapevo che avrei pianto"
"già. Senti, beviamo questo vino."
"ok. Tutto?"
"è il caso."

martedì 17 luglio 2012

11 tatuaggi, nessun cane, finale di Kiev, my cousin on Gente, manine appiccicose

Come sapete, dopo il weekend nella Città dei Pitti con cugina #folle e bellissima sono stata qualche giorno a Viareggio con cugina Lurker Lucy.


giorno 1

ore 11.52

Dopo aver constatato che l'hotel è molto carino ma è l'ultimo dell'area Schengen ad avere la doccia formata da una tendina sporca posta esattamente in centro alla stanza, arriviamo in spiaggia e incontriamo subito il tipico gestore balneare.

"buongiorno"
"buongiorno"
"buongiorno"
"vorremmo un ombrellone e 2 lettini"
"ok. Faccia al sóle?"
"eh?"
"faccia al sóle? O faccia non assóle?"
"ma cosa cam..."
"basta girare i letti..."
"sono file tutte ugua..."
"offaccia al sole, vvia!"

ore 12

Per prima cosa trovo irrinunciabile mandare mms contenenti foto del mare a varia gente bloccata al lavoro in ufficio nella mia città senza fiume, e zone limitrofe.

C'è chi risponde con improperi irripetibili, chi diventando verde, chi con foto della città senza fiume alle quali la mia risposta è AHAHAHAHAHAH, Valeren con un valereniano "guarda che ero al mare la settimana scorsa" (il che mi conforta non poco sulle sue condizioni psichiche dopo l'apertura di quel cazzo di blog rosa), e infine risponde anche l'amico iWally, il quale si dimostra di gran lunga il migliore con un gelido questo è sleale.

(Il corsivo non c'era ma si percepiva benissimo, insieme a un certo astio).

ore 14.32

In spiaggia. Ascoltiamo le altrui conversazioni.
Montessori, proprio.

"mammaaaa"
"che c'è, Luca?"
"quella bambina mi ha dato uno schiaffo!"
[incazzatissima] "e tu dovevi ridarglielo, broccolo!"
[piange]

[giuro]


ore 16.01

Mentre saltiamo fra i cavalloni come due opossum nella boscaglia io e LL analizziamo criticamente gli anni di sudditanza psicologica nei confronti di #certi zii, con i quali da piccole andavamo al mare, e a causa dei quali per anni abbiamo creduto che non si potessero fare più di due bagni al giorno, o stare in spiaggia senza cambiarsi il costume, o prendere un ombrellone senza cabina, o stare in spiaggia all'ora di pranzo, o andare in spiaggia prima delle 16, o stare in spiaggia dopo le 18, o lavare e appendere il costume ai fili previsti dallo stabilimento balneare, o non andare per forza a Ravenna ogni volta che cazzo pioveva.

ore 19.42

Prima di rientare in hotel indugiamo nel contare i circa 11 raffinatissimi tatuaggi di un tamarro che, comunque, nel resto del tempo cammina sistemandosi il pacco. 

ore 21.56

Passiamo al pettine il deserto Viareggio a caccia del numero di Gente su cui pare sia stata ritratta in fotografia Lurker Lucy, la quale ha avuto grazie a vie traverse - che poi tanto traverse non erano - volo e biglietti gratis per assistere alla finale di Kiev nella tribuna vip (estiqatsi).

Sfogliamo ridendo per circa 8 minuti tutti i #settimanali fra loro identici e per decerebrati dell'edicola centrale sotto gli occhi scocciatissimi dell'edicolante, più volte rabbonito con un mio "stia tranquillo che poi compriamo, sa!" avvalorato dall'accento milanese (funziona sempre.)

Il bello è che su Gente di fianco a foto della Seredova ci è finita proprio Lurker Lucy, lei che non è mai stata allo stadio e che sta al tifo per il calcio come io sto alle controversie di diritto amministrativo. Ma che lì a Kiev si è divertita come una matta.

(Inutile dire che questo fatto di volo e biglietti gratis per la finale di Kiev nella tribuna vip ha trasformato il colore della pelle di #certi zii [gli stessi di prima] da rosa a verde marcio.)

(Tralascio poi il fatto che io, andata a vedere la finale degli Europei con l'amico Pipes a casa di altra gente a me sconosciuta abbia biecamente sfruttato l'aneddoto per guadagnare ammirazione fra gli altri 15 uomini che componevano la brigata, ottenendo in cambio sguardi di improvviso rispetto ove prima non c'era proprio un cazzo e il classico "OH VACCA!" emiliano usato per esprimere cortese sorpresa.)

(Tralascio anche il fatto che al secondo gol della Spagna gli amici di Lurker Lucy abbiano iniziato a inviarle sms chiedendole cortesemente di allontanarsi dallo stadio, mentre io, a migliaia di chilometri di distanza, per la disperazione intavolavo col mio vicino 1di15 una conversazione sulle peculiarità delle patatine san carlo che si mangiavano alle medie, tipo fenomenologia della manina di gomma appiccicosa, oppure del modo di succhiare e appiccicare al palato le sfere al formaggio, e quelle retinate, eh?, vacca te le ricordi quelle retinate?!)

(Non ho cominciato io, comunque).

ore 22.05

Comunque all'edicola troviamo il numero di Gente - poteva essere qualcosa d'altro se non l'unico settimanale fra tutti rimasto incellophanato?

Data la mia malata tendenza a fare un backup di qualsiasi cosa insisto inutilmente per far comprare a Lurker Lucy una seconda copia, poi fotografo my cousin on Gente, my cousin con una copia di Gente, my cousin in piazza a Viareggio walking con Gente sottobraccio, my cousin eating sushi, my cousin che a metà del liso con ganbeli butta le bacchette nella siepe e impugna rabbiosamente la forchetta, my cousin che vomita nell'apprendere chi dirige Gente.


giorno 2

ore 11

In spiaggia.

"Trantor, mi passi di nuovo Gente?"
"certo cara"
"che impressione!"
"pensa. 3/4 della spiaggia stanno a loro volta sfogliando Gente. Ma con ogni probabilità nessuno di loro sfoglia se stesso a pagina 13"
"figata!"

(no che non ha detto così, ma il concetto era analogo.)

ore 22.03

Giro serale per negozi. Entriamo in libreria.

Mi rotolo tra gli scaffali della fantascienza nel vedere che esiste questo fantastico romanzo, grande e avvincente storia epica in cui in un cupo e imminente futuro due bibliotecari lottano contro le oscure trame di malvagi mutanti che accumulano a casa i cd scaduti.
 

giorno 3

ore 10.00

Ultimo giorno, liberiamo la stanza.
Alla reception chiediamo alla proprietaria di lasciare le valigie da qualche parte per le ultime ore di mare.

"buongiorno, signora. C'è un posto dove lasciare le valigie mentre siamo in spiaggia?"
"buongiorno. Certo, c'è una stanza"
"bene. E' chiusa a chiave, immagino"
"ma certo, per chi ci ha preso"
"chiedevo. Ne ho viste, di cose. Comunque ottimo, grazie. Allora facciamo così."
"bene."
"bene."
"bene."
"bene." [torna a pastrocchiare qualcosa su di un cartoccio sporco]
"..."
"..."
"..."
"...signora."
"..."
"signora"
"mm?"
"vorremmo veramente lasciare le valigie in quella stanza"
"AH. Adesso?"
"beh."
"sì, adesso."
"ma certo. Io... Sì, seguitemi."
"...ok."
"...ok."

ore 12.04

In spiaggia, ultime due ore di mare.
Finalmente vediamo uno che compra il cocco.
Considerato che in 28 anni non mi era mai successo sì, è rilevante.

lunedì 16 luglio 2012

Lo so che credi di essere un fottuto genio, e invece no!

Quello che intendo dire, cazzo, è che non basta comprare il caffé equo-solidale per far finta di essere una brava persona.

venerdì 13 luglio 2012

Il colore del grano

Mia cugina #folle e bellissima (FB) ha i capelli del colore del grano, fa la cantante e canta in tutto il mondo.

FB vive da sola nella Città dei Pitti, da sola si monta i mobili Ikea e sempre da sola spende cifre assordanti per i vestiti. E in effetti è proprio bellissima.

Come sapete la sono andata a trovare qualche giorno fa, nel primo vero weekend di vacanza che faccio da capodanno.

La conosco dal 2002, ci perdiamo per mesi, poi ci ritroviamo, e ogni volta è diverso.

Arrivo, aspetto di trovarla nella folla di Santa Maria Novella ma poi la vedo, dato che nemmeno lei si mimetizza gran che (per motivi diversi).

Dopo qualche ora usciamo per un giretto, camminiamo col nostro passo spedito, quello di chi è sempre in ritardo (io) e non ha tempo da perdere (lei), sui colli appena sopra Rifredi.
Mezzo orgasmo a testa ad ogni villa medicea che incontriamo, ogni muro di sassi, ogni vigneto attraversato dal sole.

Mentre la quantità di foto scattate compromette seriamente le funzionalità dei nostri smartphone mi racconta della meditazione orientale che fa tutte le mattine, lei che è agnostica e galileiana come me.

E' da sola, dice che non ha bisogno di un uomo ed è bellissima, ed è pazza, va a letto ogni sera alle 22 e si alza alle 6.

(Fra me e lei c'è lo stesso fuso che passa fra Londra e il New Jersey, ma alla fine della fiera è lei quella con la pelle bella.)

Legge Dostojevski ma non ha mai visto Woody Allen, e per questo le regalo Amore e guerra.

Guardiamo Tim Burton e ci perdiamo nei meandri dell'imdb, poi mi cucina le verdure, dice di essersi reincarnata ma che non sopporta i vegetariani.

"Trantor, hai visto #quelfilm di Polanski?"
"no, ancora no, ma voglio vede..."
"è bellissimo!"
"sì infatti devo vede..."
"sai, è la storia di #questo e quello, #qui e qua"
"m-mm"
"poi succede #questo, e poi #cosa terribile!"
"sì, ecco magari non..."
"e poi blablabla e finisce #così!"
"..."


Poi io ho un crollo psicofisico, una cefalea da nausea e un colorito prossimo non al grano, ma al latte scaduto; FB si prende cura di me, lei che è più piccola e più bionda, mischiando massaggi, vasetti di miele biologico e nutella, mi ascolta e mi racconta di quando a Vienna il vuoto che segue il concerto stava per farla cadere nel buio.

Allora spettegoliamo, mi racconta di direttori che per l'ansia del concerto si grattano compulsivamente gli zebedei, direttori che non provano e direttori che ci provano, cantanti che hanno la maturità di gente dell'asilo e cantanti che hanno la maturità di un vasetto di yoghurt, e dice che tutto questo non succede solo in Italia, ma anche in Belgio, in Danimarca, e nelle migliori famiglie.

"hai visto I segreti di Brokeback Mountain?"
"no, ancora no, ma forse un giorno lo vedr..."
"è bellissimo!"
"sì infatti forse un giorno o l'altro lo ve..."
"sai, è la storia di #questo e quello, #due tizi"
"m-mm"
"poi succede #questo, e poi #questo"
"sì, però adesso non..."
"solo che poi finisce #così!"
"io..."
"terribile!"
"...già."

Poi parto di nuovo, e prendo il treno per il mare che raggiungerò con l'altra cugina Lurker Lucy.

(Avrete un post anche sui giorni passati con Lurker Lucy.)

FB mi accompagna in stazione a piedi raccontandomi per interi minuti di qualcosa che sembra riguardare un sacchetto di ossa, tracciando un percorso completamente diverso da quello dell'andata e soprattutto completamente illogico.

Poi mi dà una copia delle sue chiavi di casa, così torni anche quando non ci sono, un succhino all'ananas per il viaggio e la raccomandazione di fare almeno un corso di teatro entro l'anno.

"ecco il treno. Ah, hai visto #quel film di Burton?"
"no"
"devi vederlo! E' bellissimo, in pratica c'è #lui che..."
"non dirmi come va a finire"
"...ok."

Io la bacio, pensando che è la prima volta che sto 2 giorni a Firenze senza vederne il centro storico, ma pure per la prima volta non ne ho avuto proprio alcuna voglia, e non so se è un buon segno, ma d'altra parte lui è sempre lì, quindi mi getto fra le braccia di trenitalia.

Ed è lì che non so come andrà a finire.

domenica 8 luglio 2012

Vado #2 (cuginata)

"tu il giorno prima sei a Firenze, potremmo andare al mare in Toscana"
"why not. Pietrasanta? Viareggio? Forte?"
"aggiudicato, wherever"
"non vedo l'ora"
"però, Forte dei Marmi, è un po' da fighetti"
"..."
"sai cosa?"
"chissenefrega"
"chissenefrega!"
"a che ora arriveresti?"
"vediamo ... 11.17 col treno"
"siamo in spiaggia non prima delle 12.30"
"mangeremo tardi e..."
"..."
"sai cosa?"
"chissenefrega"
"chissenefrega!"
"il punto è trovare un hotel senza spendere una fortuna"
"ma io e te ci arrangiamo"
"infatti."
"e sai cosa?"
"chissenefrega"
"chissenefrega!"
"torniamo il 14"
"alla fine ci stanno 2 giorni pieni di mare"
"sushi la sera"
"e risate"
"2 giorni pieni"
"2 giorni pieni"
"non è tanto"
"non è tanto"
"sai cosa?"
"chissenefrega"
"chissenefrega, è mare"
"chissenefrega, è dannatamente mare!"
"il 15 ho un concerto"
"potrei fermarmi da te e venire a sentire"
"magari! Però ti sorbirai la prova il 14 sera, e la prova d'acustica il 15 pomeriggio, e le mie sclerate con i coristi e..."
"sai cosa?"
"dimmi"
"chissenefrega."
"chissenefrega?"
"chissenefrega, sono in vacanza!" 
"brava"
"[twinkle]"
"[twinkle]"

E' proprio ora che io veda un po' di mare. Ho le tasche piene di un sacco di cose, ma non del mare.
Io e cugina Lurker Lucy partiamo domani.

Prima vado a trovare un'altra cugina musicista, #folle e bellissima, nella Città dei Pitti - che non è Eilginn.
(Avrete un post anche su cugina #folle e bellissima.)

Poi vado.
Sono solo alcuni giorni, ma potrei non rispondere di me stessa - nel senso che potrei non rispondere ai commenti.

Ma voi - e soprattutto i coristi che ormai non mi sopportano più e pur di liberarsi giustamente di me mi metterebbero su di un aereo per Toronto pagandomi la business - mi perdonerete.

giovedì 5 luglio 2012

Galileiana (eppur!)

Siamo nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, sono in turno #collegaV e #altraCollegaT, entra #maestro 911.

Per chi non l'avesse capito #maestro 911 insegna pianoforte, ha il posto fisso, guadagna il triplo di me, ne lavora un sesto ed è completamente pazza.

911: "saaaalveeee! Questo weekend io e mio figlio non siamo potuti andare al mare perchè aveva un impegno molto importante!"

Ma chissenefrega, io mica entro in banca blaterando con l'impiegato di chi ho incontrato in colonia a Cervia nell'ottantase...

"un impegno mooolto importante, sa!"
"ah sì? Un concerto?"
"no no. No no no no. Un impegno in parrocchia"
"ah."
"..."
"..."
"...", aspettandosi un profluvio di interessatissime domande al riguardo.
"..."
"se proprio lo vuole sapere, sa, era la Cresima."
"m-mm, bene-bene"
"mio figlio ha fatto la Cresima."
"già, mi fa piacere, maestro. Ma per caso voleva un prest..."
"lei è credente?"
"no."
"ah, ma allora lei non può capire"
"in che senso? Vuol dire che chi non è credente non può capire l'importanza spirituale di certe pratiche liturgiche?"
"mah, [fuffa]."

Tralasciando il fatto che dire lei non può capire a #collegaV equivale a chiudersi in costume da bagno nel nocciolo di un reattore nucleare e prendere a schiaffi il plutonio, a quel punto 911 si volta verso #altraCollegaT, pure atea.

"e lei è credente?"
"non proprio"
[basita] "ah ma pensa, eppure lei è così gentile!"

Quando saprà che pure io sono agnostica probabilmente strapperà a morsi la tessera della biblioteca.
O le leggi della fisica.

martedì 3 luglio 2012

Tombìno

L'altra sera, a cena a casa dell'amico Pipes, quello che vende motoseghe, con l'amico iWally, quello che ha 7 ipod, una conoscenza della popular music pari a... a... non mi viene nemmeno, un paragone, e cucinava Pipes, che oltre a vendere motoseghe è pure cuoco e dopo l'antipasto emiliano ci ha deliziato con porchetta e piadina.

"ma cosa..."
"non posso crederci"
"Trantor"
"Trantor!"
"che sta facendo?"
"mh?"
"sta pocciando la piadina nell'unto della porchetta"
"beh, e allo..."
"Trantor, stai pocciando la piadina nell'unto della porchetta!"
"e direttamente dalla pentola"
"sì lo so che la pentola è di teflon. Cazzo, hai ragione. Forse è cancerogeno. Ok basta."
"..."
"..."
"dai, l'ultimo."
"tu non sei normale."
"vuoi che ti ricordi che colazioni facevi tu in Sardegna nel 2005?"
"...AHAHAHAH"
"hai ragione. Puccia pure cara"
"grazie dear"
"puoi fare tutto quello che vuoi"
"..."
"..."
"oddio!"
"ma cosa..."
"tirale via il sacchetto!"
"ma insomma, che cazzo..."
"Trantor, basta patatine!"
"..."
"dammi qua"
"uffa, siete noiosi!"
"sei tu che sembri un... Un..."
"come fa a pesare 41?"
"boh."
"un... Un..."
"uno dei miei coristi?"
"no. Più tombino."