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mercoledì 22 aprile 2009

Tomorrow

Domani alle ore 16 Trantor si laurea.
O almeno ci prova.
Le uniche certezze sono l'ansia galattica che la attanaglierà, e il fatto che non saprà rispondere alle domande del correlatore.

Pensatemi.

baci ansiogeni

giovedì 9 aprile 2009

Mi raccomando

"buongiorno"
"buongiorno! vedo che ha portato il malloppo!"
"eccolo!"
"...l'ha fatto?"
"temo di sì"
"grande errore, non lo faccia più! ...e ha trovato subito un errore, immagino"
"esattamente"
"non lo rifaccia. Lei non la deve più aprire da qui al 23, ha capito?"
"sì sì"
"dorma, vada a spasso, esca"
"sì, ha ragione"
"a Pasqua danno brutto tempo, ma lei esca, esca comunque, ha capito?"
"senz'altro, professore"
"...mi raccomando"
" "


Ho consegnato la tesi ieri.
Il relatore dagli occhi color sabbia e la correttezza di un uomo d'altri tempi ha capito subito, dalla mia faccia e sospetto dalle mie occhiaie, cos'è che devo fare io, in queste due settimane che mi separano dalla discussione del 23 aprile.

Dormire.

E soprattutto, piantarla di aprire a caso la tesi e trovare errori ovunque.

martedì 7 aprile 2009

Non me n'ero accorta

E' venerdì 3, alle 00.47.
Sto lavorando freneticamente alla tesi specialistica, la quale simpaticamente sembra non finire mai e a cui lavoro da 2 anni circa.
Ho gli occhi a forma di schermo di notebook e le occhiaie a forma di papaya.
Devo consegnare la tesi mercoledì.

Quindi, ammesso di avere a disposizione una legatoria che è disposta a rilegare 2 volumi di pagine 200 e 400 ciascuno x minimo 5 copie, devo portare la tesi in legatoria martedì mattina, e per quell'ora la devo anche già aver fotocopiata.

Quindi deve essere finita lunedì.

Sono tutte cose che so perfettamente, e che assillano ogni minuto della mia vita da circa 4 mesi a questa parte.
Di notte sogno l'apparato critico ed i saggi di Robert Kendrick.

Dunque, dicevo, sono le 00.47 di venerdì notte, il 3 aprile.

"Trantor, tutto ok?"
"sì sì, sto finendo, sono le ultime correzioni. Notte pap..."
"ok.. ma tutto bene comunque, no?
"sì papà... scusa, sto finendo una cosa"
"ma, oggi è venerdì"
"... eh? ah sì"
"ma... ce la fai?"
"papà, sì, ce la faccio, sto finendo di correggere"
"no, perchè oggi è venerdì.. Se la discussione è il 23... dunque, vediamo, forse la devi consegnare l'8"
"..."
"lo sai, no, che la devi consegnare l'8? E se la devi consegnare l'8, allora il 7 va portata in legatoria e il 6 va fotocopiata e il 5 devi rileggerla tutta e..."
"SI' PAPA' lo so, lo so, lo so, lo so!!"
"ok.. ti lascio lavorare.."
"ok grazie..."

[4 gigabyte di ansia in più pur avendo già toccato ampiamente il limite]

venerdì 20 marzo 2009

Il mio relatore

Eh, è una brutta cosa avere una sterminata ammirazione accademica per il vostro relatore.

E' che quando lo ascolto lo guardo nei suoi occhi color sabbia, e la sintassi impallidisce.

Come se di colpo avessi catrame al posto della saliva e la competenza linguistica di borghezio.

giovedì 12 marzo 2009

Alle volte essere una specie in via d'estizione ha i suoi vantaggi

Ho avuto l'illuminazione stamattina, tra una fetta biscottata e un ritornello pocciato nel latte.

Se la mia denutrita facoltà esiste ancora, è solo perchè la gelmini non sa che esistiamo.

giovedì 19 febbraio 2009

Sono in facoltà da 6 anni, moltiplicate questa scenetta adeguatamente e siate perversi!, immaginate le infinite varianti

"ciao!"
"ciao!"
"dove vai di bello?"
"vado in università"
"ah, bello, e cosa studi?"
"musicologia"
"..."
"..."
"ah... ma, psicologia, sì, dai, che bello!"
"no, veramente è mu-si-co-logia"
"...ah"
"..."
"e quindi...?"
"e quindi studio la musica"
"aaaahhhh, ma sì allora suoni il pianoforte!"
"no, non è propr..."
"come? ah no, aspetta, allora dirigi l'orchestra!"
"no, quello è il conservatorio" [uhm, can't explain...]
"...ah. Ma scusa, quindi cosa fai?"
"vedi... è come beni culturali, studi l'arte ma non impari a dipingere, giusto?"
"aaaahhh! Sì sì, ora ho capito!"

Bene.
Sono contenta che tu abbia capito.
Non chiedermi di spiegarti su cosa faccio la tesi, ti prego.

Se ti nominassi la parola "hemiolia" mi denunceresti sicuramente.

"e quindi studi musicologia, dai!... Ehm e dopo, cosa... cosa pensi di andare a fare??"

Espatriare.

lunedì 2 febbraio 2009

Basta poco per sorridere, per fortuna

E' bello quando il vostro contro-relatore, un genio del contrappunto simile a bud spencer ma savonese, copia dei file dalla vostra penna USB e ride come un matto nel vedere come avete personalizzato le cartelle.

Cartelle blog

martedì 16 dicembre 2008

Una giornata bolognese

Impressioni da una giornata di studio misto a shopping nella bella Bologna.

1. Evidentemente c'è qualcuno che le compra, quelle fontanelle zen con fumi e cascatelle labirintiche che stanno consumando rapidamente tutta la riserva idrica della regione.

2. Possesso di un colbacco di vero pelo [alfa] gentilezza di eventuale commessa str**** in negozio [alfa] probabilità che venga inserito almeno un -ino nella conversazione [1/alfa] tutto questo se però per il resto sei vestita da studentessa.

3. Ho imparato finalmente a inserire il microfilm nel visore senza srotolarlo tutto buttandolo per terra e soprattutto senza impiegarci 35 minuti.

4. "Il treno 5478 ad alta velocità per Milano è in arrivo in ritardo al binario 6"
(ma come, solo 3 giorni di lavoro a 300 km l'ora su un binario tutto vostro e siete già in ritardo? Complimenti, non è facile!)

martedì 2 dicembre 2008

Quesito

Ma se voi foste in biblioteca a studiare e di fianco a voi ci fosse uno studente idiota che continua a schioccare la lingua, tirare su la saliva per darsi un tono, gesticolare in aria urlando a bassa voce* "seeee ma vieeeni, ho trovato la chicca della partitura!!!", a esasperare la r effeminata per fare l'intellettuale, a canticchiare cose a caso facendo il figo che legge a prima vista, a dispensare consigli di tedesco sbagliati a destra e a manca per intortare la studentessa di fronte e a saltellare sul posto come un imbecille solo perchè crede di aver scoperto chissà quale genialata e voi non poteste spostarvi, non so, voi cosa fareste?



* sì, urlando a bassa voce, quando uno afono emette dei sibili ma nella sua idea sta urlando



No cioè, io veramente odio quelli che fanno schioccare la r.
Come quei due sfigati della pubblicità del mon cherie, non ce la faccio, mi viene l'impulso di strangolarli tutti.
Sì sono insofferente, lo so, scusate.
Ma quando schioccano la r per fare i/le fighi/e...

martedì 11 novembre 2008

Volevo solo vedere i morti, neee

Sono al bar vicino all'università, mi sto mangiando una piadina sul mio tavolino e contemporaneamente leggo beata il giornale.

Ad un certo punto entra un manipolo di tipiche signore cremonesi (chi le conosce sa come sono: paletò cammello, borsetta anni '30, cappellino, si muovono in branco ciciarando di malattie e morti, sono uguali in tutto il mondo ma a Cremona danno ancora di più l'idea degli anni '50).

Disgraziatamente, arrivo alla pagina dei necrologi: mentre la sto voltando una delle signore si appollaia fulminea su di me e mi ferma la pagina del necrologio sbattendola sul tavolo:

"scusi neeee, mi faccia vedere chi è morto! Non si sa mai, sa, neeee, magari c'è qualcuno che conosco e bla bla bla UH! ma questa era giovane, guarda te, bla bla bla, no quella lì è nuova ma non la conosco... E, si fa presto a questo mondo bla bl..."
"signora non si preoccupi, lo prenda pure il giornale, tanto l'ho praticamente finito!"
"no no no, guardi neee non voglio disturbarla, voglio solo vedere i morti, un attimo cara neee, non ho tempo di leggermelo, le mie amiche stanno già bevendo il caffè e bla bla bla."
"guardi [ormai la sto tenendo in braccio, e tra l'altro sto ancora mangiando la piadina che devo ovviamente spostare in un angolo del tavolino perchè lei deve aprirlo tutto, il giornale], lo prenda! Io non lo leggo più!"
"no no lo guardo qui da lei che faccio prima [inizia a sfogliarlo da capo sempre sul mio tavolo] guarda te questo obama, strano, neee?, e guarda questo, che si è ammazzato... Veroooo, signorinaaa? eh, i tempi di oggi son strani... bla bla bla... e guarda questa qui, l'assessore drogato, non c'è più religione signorina, no no no; bla bla bla ah, vediamo che cosa danno oggi in tv, a lei piacciono i film signorinaaa? bla bla bla"

ad un certo punto mi rompo di annuire con gli mmmh di circostanza e mi metto a leggere un libro, non si sa mai che capisca che sta invadendo da 5 minuti il mio spazio vitale già ridotto ad un parallelepipedo di 30 x 30 x 80 cm, e comunque sempre mentre sto mangiando.

Dopo altri due minuti di commenti gratuiti in cremonese che ovviamente capisce solo lei, mi risbatte il giornale sul tavolino e se ne va senza neanche ringraziare.

martedì 7 ottobre 2008

Tanto non le vede nessuno

"Trantor, ti ho comprato delle calze da portare in casa, sono pesanti"
"grazie mamma! Ah, ma queste vanno benissimo anche per le scarpe da ginnastica...! Le metto domani per andare in università"
" ma veramente hanno una fantasia un po' ehm improponibile... Davvero forse non è il caso..."
"non preoccuparti mamma, sotto i jeans non le vede nessuno!"


Università, il giorno dopo.
Biblioteca, 5 minuti prima dell'orario di chiusura.

"amici bibliotecari, vado in bagno... occhio a non chiudere la biblioteca mentre sono dentro!"
"tranquilla Trantor, non ti chiudiamo dentro. Al limite, prendi con te il cellulare e chiami"
"ah ah ah"
"ah ah ah"

[...]

"ecco fatto, non mi avete chiuso dentro, grazie "
"eh eh no!... Ehm... Ma Trantor, che calze hai???"
"... AAAH! Ehm no, è che mi tiro sempre su un po' i pantaloni quando vado in bagno... Non voglio pulire il pavimento con l'orlo... Ehm ora mi sistemo..."
" [mpfhnh] sì sì certo... [mfhphngnh]... Buona giornata, Trantor... [mhuafphn]"



Beh, non c'è niente di male a far vedere per sbaglio le calze a bibliotecari che ti conoscono ormai da 6 anni.
Il punto è che non volevo farlo proprio oggi.
La prossima volta c'è il rischio che non ti prendano sul serio.

venerdì 3 ottobre 2008

Una giornata in università - Highlights


Regionale Fidenza – Cremona.

Un tizio legge “Paperi galattici”.


Biblioteca di facoltà.

bibliotecaria: “ma oggi pioooveeeee?”
Trantor: “no… per ora no”
bibliotecaria: “beeeene… Perché non ho l’ombreeelloo!”

(moltiplicare la scenetta per 365 giorni l’anno, tolti Natale e Pasqua)


Biblioteca di facoltà.

Tre amene studentesse si interrogano ad alta voce ridacchiando per 14 minuti su “ma interferire regge con, tra, o in?”, senza sospettare di essere divenute oltremodo moleste già dopo i primi 45 secondi.


Stazione di Fidenza.

Esemplare di “anna tatangelo dei poveri” sfoglia una rivista riuscendo ad essere più rumorosa di un reattore e, non paga, mastica la cicca a bocca aperta.

Al telefono: “amò.. so’ a Fidenza. Sono in ritardo… hoppperso la coincidenza… Evvero, ci devi cràdere, non ti sto mentendo!” (festival della fiducia reciproca XV edizione).


Regionale Fidenza – Parma.

Avvistato temuto esemplare di “scimmia urlatrice quarantenne sine erre” (signora quarantenne di Fidenza che urla al cellulare con volume a 598 decibel e soprattutto con accento fidentino, brrrrr vabbvividiamo).


La scimmia urlatrice apostrofa con volume 598 decibel Trantor, l'unico essere umano del vagone (inclusa la scimmia), che sta beatamente studiando:

"seeenta, qual'è la pvossima fevmata??!"
"AAAH!! [infarto miocardico]... Mi ha spaventata.. Beh, siamo dopo Fidenza e Castelguelfo, è Parma"
"ah... Ma seeeenta, è allova pevchè il tveno è fevmo?"
"boh.. ci sarà un semaforo rosso!"
"Eh? Ah..." [faccia di sufficienza come per dire "fiii, ma che stupidaggini, figuvati se esistono semafovi qui sui binavi"]


A fine giornata l’unico che ha ancora la mia approvazione è il tizio che legge “paperi galattici”.

domenica 7 settembre 2008

Fortuna che è musicista

















































































































































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Ma per voi è normale che il vostro moroso ancora non abbia capito su cosa fate la tesi?


 


Dopo strenue fatiche, Trantor è riuscita a spiegare al moroso [detto per inciso, musicista pure lui] che si occupa del repertorio sacro a tre voci di fine ‘500 in area padana; a dirla tutta sono soprattutto mottetti e messe ma non complichiamo la cosa.


 


Eppure.


 


In primavera Trantor faceva la tesi su “le lamentazioni polifoniche della Settimana Santa”.


Qualche mese fa faceva la tesi su “i responsori pasquali ferraresi”.


Qualche settimana fa faceva la tesi su “boh, sicuramente sul ‘500, roba sacra mi pare”.


Ieri faceva la tesi su “mottetti a tre voci della Settimana Santa”.


 


Santo cielo, ma è così difficile??

venerdì 25 luglio 2008

crraak

Sono stata dal mio relatore.
Non mi vedeva da mesi.
Ero agitata.
Abbiamo parlato.
In lungo e in largo.*
E' stato un signore.
Lo stimo oltre ogni dire.
Farei di tutto perchè abbia una buona impressione di me.

Finito il colloquio, ci alziamo.

CRRAAK.

Il pavimento di legno dello studio si apre sotto il mio tacco e rimango incastrata.

Solo a me, e soprattutto solo a Musicologia, succedono certe cose.




[* siete pregati di non pensare male]

giovedì 17 luglio 2008

Logica

Da piccola ho sempre pensato che il "sic" dei saggi accademici equivalesse ad una specie di "sigh!", come nei fumetti.

giovedì 10 luglio 2008

Complimenti per la fantasia travolgente

Non so a voi, ma a me (oltre che a Dave) i titoli delle fiction italiane fanno sbellicare.

Non so, capisco ancora le valanghe di associazioni di categoria - commesse carabinieri poliziotti marescialli avvocati architetti preti papi vetrinisti sommelier tabaccai imbianchini netturbini presidentioperai padripii cavalierijedi -, anche se mi viene un latte alle ginocchia che neanche "il serpentone".
(e comunque, figurarsi se prendono in considerazione i musicisti.)

Ma se proprio il titolo più drammatico che vi è venuto in mente per emulare ER è "medicina generale", per la prossima volta vi suggerisco di provare con "fisica dello stato solido 2", "anatomia patologica", "armonia b", "storia della tradizione manoscritta A", "sistemi fiscali comparati", "polimeri 2" e soprattutto "gastroenterologia" e "patologia della fauna selvatica".

Vedrete che successo.

giovedì 3 luglio 2008

Scatolino

Oggi, in stazione, di ritorno dall'università, sul binario per Fidenza.
Tutta accaldata, il cuore ha un sobbalzo: ad aspettarmi c'è Scatolino.

Scatolino è il valoroso "chiamiamolo treno" a diesel composto da una sola scatola*, solitamente impiegato su certe linee considerate da trenitalia sottosviluppate (roba tipo Piacenza-Cremona o Parma-Brescia, noti paesucoli disabitati del Congo profondo).

Scatolino, come io e l'amica Elaine l'abbiamo affettuosamente ribattezzato al primo anno di università (quando ancora scrivevamo i ricorsi a trenitalia per i ritardi e la sporcizia, ah gioventù idealista! Ma questa è un'altra storia), Scatolino dicevo non solo sospettiamo sia uno dei residuati bellici della guerra di Crimea, ma è anche uno dei responsabili più illustri e orgogliosi del buco dell'ozono.
Il capotreno non lo accende appena prima di partire, ma 45 minuti prima, affinché la carrozza interna si trasformi in una camera a gas; i ridenti interni ricordano le diligenze pre-indipendenza americana, ci sono tracce di frecce apache sotto i sedili e questi sono popolati da colonie di amiche cimici.

Scatolino oggi era sempre lui, ma rimesso a nuovo: vernice fiammante completamente rifatta, sedili ricoperti di tessuto nuovo, tende nuove, pavimento stranamente lindo, nuove anche le targhette Belle Epoque con scritto "prima classe - seconda classe" (eh, ci sono le caste anche in una carrozza sola, che credete).

Ora, io mi chiedo: siamo atterrati su Marte, è possibile clonare pecore, hanno inventato l'auto che va a vino, esiste una cosa chiamata fastweb, ma non è venuto in mente a nessuno che al posto di spendere soldi per rimodernare uno scatolame a diesel forse sarebbe stato meglio comprare una carrozza elettrificata? No, eh?




* leggi "carrozza"

martedì 17 giugno 2008

Nella mia facoltà

Nella mia facoltà la fotocopiatrice della biblioteca ha 57 anni, è grossa come una betoniera, si rompe ogni giovedì e ha personalità multiple.

Nella mia facoltà esiste un gruppo di studenti denominato "gruppo di studenti con l'orecchino di gomma".

Nella mia facoltà il bibliotecario capo ha una fobia dai risvolti assassini per quelli che fotocopiano i libri senza abbassare il coperchio.

Nella mia facoltà insegna Bud Spencer con accento savonese.

Nella mia facoltà i ristrutturatori hanno avuto la geniale idea di asfaltare il giardino interno che viveva lì beato fin dal primo Rinascimento.

Nella mia facoltà si sono accorti l'altro ieri che il primo piano della biblioteca per anni ha rischiato di crollare.
Quando se ne sono accorti, nella mia facoltà si studiava sotto i ponteggi dei muratori.

Nella mia facoltà c'è chi prepara le lezioni sulle bollette del gas.

Nella mia facoltà per consultare una tesi di laurea devi scomodare una burocrazia che in vaticano in confronto organizzano happy hour nell'archivio segreto.

Nella mia facoltà gli aiuto-bibliotecari non si sa bene a cosa servano.
Però, quando entri, ti salutano con "xao".

Nella mia facoltà esiste uno studente denominato "tutankhamon".

Nella mia facoltà non siamo normali.

giovedì 12 giugno 2008

Goliardia

Ieri sera il coro di Trantor, con un ensemble di amici musicologi/musicisti (tra l'altro di una bravura impressionante, Trantor e il suo coro sono ancora lì con la bava), ha fatto un concerto che più complicato di così non si poteva.
Musiche inedite del '500, ricostruzione della struttura liturgica della Compieta rinascimentale, processione e azioni liturgiche in costume, alternanza con il gregoriano, organo, arpa, brani solistici e per doppio coro, e chi ne ha più ne metta.
Sfiniti, una volta a casa da Trantor, che ospitava gli amici musicologi-cantori-strumentisti per la notte, il gruppo è riuscito a stare alzato fino ad orari improponibili per l'adrenalina a 1000 (e probabilmente a causa di una strana tisana che Trantor si è trovata in casa).

Dall'una alle 5 (sì, alle 5 ) i musicologi si sono ridancianamente confrontati sulla vita accademica cremonese.
Oltre alle grasse risate (che sicuramente costeranno a Trantor un cartellino giallo da parte dell'amministratore condominiale) ed alle inquietanti proposte dell'organista di iniziare partite a Machiavelli, i Nostri hanno passato in rassegna vita morte miracoli boiate di ogni tipo e soprattutto aneddoti scabrosi riguardo a qualsivoglia essere vivente della facoltà, siano professori studenti bibliotecari segretarie bidelle ex allievi rettori dottorandi luminari tizi dell'ufficio bibliografico passanti gatti e cani.
Trantor adora le rimpatriate goliardo-accademiche tra colleghi universitari.

PS ovviamente, poi ci dovevamo alzare alle 7.30 per prendere il treno. Penso possiate immaginare lo stato psichico degli astanti al risveglio.

domenica 18 maggio 2008

Il mostro

Oltre a FrauBluecher c'è un'altra entità capace di inibire il senso pratico di Trantor fino a farla sentire il bradipo idiota di cui sopra, ed è il visore di microfilm.

Dato che spesso ha fatto stampare direttamente interi microfilm fidandosi ciecamente, da quando è all'università Trantor ha utilizzato il mostro circa una volta ogni 2 anni; in questi 2 anni ovviamente Trantor si dimentica tutto quello che aveva imparato la volta precedente circa il suo funzionamento (che comunque, bisogna dirlo, non richiede una laurea apposita).

Così ogni 2 anni Trantor si ritrova puntualmente in piedi, davanti al visore, con in mano il rotolo e un grosso punto interrogativo sulla faccia ("E adesso cosa faccio??").
Le prime volte chiedeva al bibliotecario-simpatico-Beppe di spiegarle tutto da capo; lui sorrideva e con la stessa pazienza che avrebbe di fronte ad un bambino ritardato illustrava il semplice funzionamento alla Trantor-matricola; Trantor allora si batteva la mano sulla fronte ed esclamava "ora ricordo! Grazie Beppe vado avanti io, ora ho capito"
Peccato che invece Trantor non avesse capito un c****.

L'altro giorno Trantor era in piedi, da sola, di fronte al mostro; è in facoltà da 6 anni, e si vergogna a chiedere aiuto di nuovo al bibliotecario-simpatico-Beppe; per fortuna nella sala l'unico altro essere umano è uno studente con le cuffie nelle orecchie, che quanto pare non si accorge di Trantor.

Trantor accende il visore; srotola con cura il nastro; cerca di inserirlo delicatamente nelle fessure; è troppo delicata, quindi il nastro si divincola da solo e cerca di scappare; riprova con la forza bruta; scorre circa 2 metri di nastro prima di accorgersi che l'ha montato al contrario; rifà tutto da capo; scorre il nastro fino ai primi fotogrammi leggibili; non si legge un c****; cerca la manopola per mettere a fuoco; la gira per ore, ma non cambia nulla; presa da un impeto di impegno civile chiama perfino l'aiuto-bibliotecario-lavoro-qui-da-2-giorni per avvisarlo che "la manopola non funziona, bisogna aggiustarla!"; impietosito, l'altro studente esce dall'anonimato e viene in aiuto ai due; dopo soli 20 secondi emerge che Tranor ha inserito in nastro sopra il fermo posto sulla lente, e non sotto, in modo tale da rendere ogni tentativo di messa a fuoco totalmente inutile.
Un po' come guardare nel binocolo senza togliere il tappo, tanto per dirne una.

Trantor spera di mettere a frutto l'esperienza e ricordarsi qualcosa, la prossima volta.