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giovedì 26 novembre 2020

Una proposta indecente

Ho ripreso a girare biblioteche, per catalogare fondi antichi e libri pieni di cose perdute.
Ora sono nella biblioteca di #cittàdeimattoni.

#collegaPastello è brizzolato, a modo, parla piano, gentile, intellettuale. Non sapeva dell'esistenza delle moke elettriche.
Mi parla di cosa farà in pensione, fra poco, di quadri, di Guccini. È gentile e impreca in modo buffo, come solo chi vive nelle basse pianure, quando scopre che un anziano volontario "maledetto casinista" ha sbagliato a timbrare un milione di libri e ora vanno tutti corretti.

Sembra sulle nuvole, ama la mia #cittàsenzafiume, neanche lui vivrebbe mai a #cittàdicuinonsicapisceuncazzo - un giorno ne parleremo - e mi ricorda un personaggio di Wes Anderson, chissà quale.

Legge romanzi distopici. Discutiamo se siano sempre categorizzabili come parte della fantascienza, o no. Io dico che per me quasi sempre sì, lui che no, assolutamente no. No.
(Orwell è fantascienza? Voi come definireste fantascienza? Rai2 a quale categoria appartiene?)

Mentre lavoro nel mio angolino lo sento percorrere in silenzio i corridoi, con la testa affogata nel libro che tiene in mano; poi si ferma, si tira su gli occhiali e controlla i timbri del maledetto casinista.
Sono tutti sbagliati.


"Trantor"
"sì, collegaPastello?"
"non so. Pensavo."
"dimmi"
"pensavo, non so. Avrei qui della saggistica. Mica ti interesserebbe."
"in che senso?"
"da prendere."
"come da prendere"
"da portar via."
"intendi, da scambiare con altre bibliote..."
"no no, da portar via, tu, ora, in prestito. Magari volevi prendere in prestito della saggistica. È appena arrivata. Così, da portar via. La leggi stasera"
"mah oddio... no"
[molto deluso] "ah. No è che vedi, c'è questa cosa della saggistica."
"quale cosa"
"eh che ne abbiamo tanta."
"...ok"
"non so dove metterla"
"...ok, ma io..."
"... non la vuoi quindi"
"no"
"..."
"ma che tipo di saggistica sarebbe esattame..."
"sulla crisi contemporanea della società attuale"
"facciamo no ok?"
"...ok"
"in un'altra vita, la prenderò in prestito"
"ok"
"grazie ma no"
"sei sicura? ...è che ne abbiamo tanta"
"sì"
[sospira] "ne abbiamo così tanta..."
"sì, mi è chiaro"
"ok."
"..."

martedì 3 novembre 2015

Il Mastro di Chiavi (aka Il fratello scemo di Sherlock Holmes)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio.

Mi servono le chiavi della cancelleria, aka uno sgabuzzino in cantina con n. 3 armadi fatiscenti in cui vengono stipate derrate di biro secche, pile di fogli perforati a modulo continuo compatibili solo con IBM 1401 (amarcord), 80 milioni di etichette per la stampa unione, preziosi e ambìti cancellini per queste, spore, muffe e funghi.

Insomma, devo ravanare nel regno delle nutrie alla ricerca di buste trasparenti e come faccio ormai da anni mi reco nell'ufficio di #collegaContabile, un bradipo antipatico iscritto a cielle abitualmente coadiuvato dall'impareggiabile #GiovaneGaloppinoTonto, per chiedergli la chiave.

"permesso?"
"[nessuna risposta]"
"permesso? Posso?"
"...mpf." [si toglie le cuffie dell'iPhone]
"oh ciao #GiovaneGaloppinoTonto di #collegaContabile, non c'è #collegaContabile?"
"kn."
"eh?"
"no, è uscito."
"fa niente. Mi passi per favore le chiavi della cancelleria?"
"... come?"
"le chiavi della cancelleria."
"..."
"sai, per andare giù a prendere le buste."
"mi spiace, ma non so se posso dartele, non ti conosco."
"ma se lavoriamo qui tutti e due da anni"
"eh."
"sono Trantor della Biblioteca! Mi conosci benissimo!"
"eh ma non c'è #Contabile, mi spiace."
"ma cosa...! Mi servono le buste, so benissimo dov'è la cancelleria, ci vado da anni, mi servono semplicemente le chiavi"
[sospettosissimo] "allora perché ce le chiedi, se è vero che ci vai sempre?"
"perché nel suo cassetto #Contabile ne ha milioni e non so se le riconosco in mezzo alle altre, imbecille"
"A-HA!, ma se dici che ci sei già stata allora dovresti sapere come sono fatte quelle chiavi!"
"so benissimo come sono fatte nel momento in cui me le danno, ma non mi piace ravanare nei cassetti delle scrivanie degli al..."
"eh no mi spiace." [fa per rimettersi le cuffie dell'iPhone]
"ma che cazzo..."

Casualmente mi cade l'occhio su di un ripiano e vedo in bella vista le chiavi della cancelleria.

"sai cosa? Le chiavi sono quelle, adesso me le prendo da sola e vado giù a cercare quelle cazzo di buste che mi servono per lavorare, ok? Ma porca puttana"
"..."

Agguanto le chiavi ed esco prima che possa replicare.
Mentre chiudo la porta sento che ha già riattaccato la musica.
Ma vaffanculo.

Bonus.

venerdì 5 settembre 2014

Gìsas ìnfans

Nella biblioteca dell'Augusta Città di X, dove io e il mio corista #tenoreOne (quello con cui amo condividere il sushi nei non luoghi dopo le sconfitte elettorali) cataloghiamo libri antichi - pattume, come ha elegantemente chiosato una collega locale -, è arrivata una nuova #stagista.

Diciottenne, fresca di patente, iscritta all'ultimo anno del Classico, bionda, camicina benetton, la faccia di quella che si iscriverà a Lettere.

Discorriamo di libri antichi pattume. Ma che bel lavoro, da quanto lo fate, che bello catalogare, io sono solo una stagista ma ho grandi progetti, amo il classico, adoro il greco, che bello il latino, historia magistra vitae, bla.

#tenoreOne tira fuori dal libro antico pattume che sta catalogando un santino del '700.

Fa schifo, uno stile tipo ex voto di campagna, per cui ridiamo tutti, #stagista compresa.

Poi #stagista lo guarda.

"beh, e perché è in inglese?"
"..."
"..."
"come, inglese"
"inglese. C'è scritto Gìsas Infans"
"..."
"non è inglese"
"voglio morire."
"non è inglese cazzo, è latino!"
"...ah"
"ma non facevi il classico?!"
"..."
"voglio morire"
"latino cazzo!"
"sì vabbè ok, ok!"
"..."
"..."
"..."
"muoio."
"."

Poi gelo.
Come vedete anche io ho i miei stragisti, diamine!

martedì 4 febbraio 2014

Grande concorso La frase della settimana!

Al via il grande concorso La frase della settimana!

Votate, grazie, potrete vincere un viaggio nella #chiesadimenticatadadio con guida storico-artistica incorporata da parte di #corista esperto in arte barocca locale e assistere gratuitamente ad una prova degli sparaventose entrare in un film dei Monty Python e rimanere offesi.

No, seriamente. Votate.
In ordine decrescente di preferenza, 5 punti la prima, 4 la seconda, 3 la terza, ecc.

Poi calcoliamo e sono proprio curiosa di vedere quale vince, perché scegliere sta diventando un problema.


#1 vietati i dettagli ai sensi del d. l. 652/3 15 marzo 1977

io a #conoscente: "dai, sei stata a New York? Fighissimo, chissà quante foto hai fa..."
"no, beh. Ma secondo te?! Ne ho fatte pochissime di foto, è tutto troppo grande. Scherzi. Impossibile fotografare qualcosa, non ci sta proprio nella macchina. Assurdo."
"..."


#2 proprio il suo

[nella biblioteca dei pazzi di conservatorio]

io: "ciao #utonto, posso aiutarti?"
"ciao. Vorrei il libro di Mozart."
"in che senso?"
"il libro di Mozart"
"... ok. Ma in che senso. Una partitura sua o un libro dedica..."
"IL LIBRO DI MOZART"
"..."


#3 ansa, notizie dal mondo

"devo acquistare questo volume. L'editore è altoatesino"
"m-mh"
"ecco, lo metto nel carre... capperi, loro hanno l'IVA al VENTIDUE PERCENTO!! Ecco perché in Trentino sono così ricchi!!!!!"
"..."
"!!!"
"...senti, non te lo volevo dire, ma @"
"..."


#4 caste indiane

[sapete che io vengo dalla musica classica e dalla musicologia]

"sai, ho un nuovo moroso!"
"dai! Bello, è musicista?"
"sì sì"
"di che genere?"
"rock"
[spalanca gli occhi e quasi urla] "rock?! MA NON FA MUSICA CLASSICA!?!!??"  [giuro. Ma non stupiamoci, nell'Inghilterra vittoriana del 1875]


#5 Jack va pulito

"#collega, posso usare il lettore cd del tuo computer che il mio è rotto?"
"certo cara"
"grazie. ... ... ... ma che strano, non vede il cd"
"guarda, adesso ti metto meglio dentro il jack verde perché a volte le pareti del jack possono non sbidibazzola"
"no no, è che non vede il cd"
"...lablablablaavolte va girato bene dentro finché non blablablabl"
"no, ma il cd. Non vede il cd."
"BLABLABLABLABLABLA"
"lascia stare il jack, ok? Non è quello. Non è quello, ok?"
"secondo me dovresti aggiornare i driver delle cuffie, cara" [non sa di che cazzo sta parlando, ndr]
"..."
"..."
"... no, ascolta. Metto dentro il cd e non parte neanche, ok? Hai capi..."
"basta, questo jack va pulito."
"..."


Allora avete capito?
Dopo che vi siete ripresi dallo svenimento con vomito e avete brindato all'olocausto nucleare perché la gente muoia votate:

- A New York non si riesce a fotografare niente, frase #1
- VOGLIO IL LIBRO DI MOZART, frase #2
- In Trentino sono ricchi perché hanno l'IVA al 22%, frase #3
- Il tuo moroso non fa musica classicah!, come faiii, frase #4
- no, questo jack va pulito, frase #5

Mettetele in ordine di preferenza, poi prendiamo un ingegnere a caso (Astro) per fare i conti.
Viah!

venerdì 10 gennaio 2014

007 missione geova

Buon anno.
Mi piace iniziare così.
 
#1 007

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, entra utonta I Maestri Del Sospetto.

#collegaF la serve.

Io rientro dall'altra sala e come la vedo, dato che fra l'altro viene sempre in biblioteca e di vista ci si conosce, la saluto.

io: "buongiorno #utonta IMDS!"
IMDS: "..."
"buon anno!"
"..."

Mi guarda di sottecchi aggrottando la fronte come farebbe un furetto impaurito che si rannicchia in fondo alla tana mentre gli buttate addosso delle castagne bruciate.

(Vorrei sottolineare che utonta IMDS viene in biblioteca almeno due volte a settimana.)

"scusa, ma ci siamo conosciute all'università di #città?"
"...no. Lavoro qui. Ti auguravo solo buon anno."
"ah no, ero convinta che ci conoscessimo"
"no. Era solo per dire buon anno."
"..."

Esce.
Niente, basta.




#2 tautologica

Testimone di Geova incontrata in condominio

"oh salve, buon anno!"
"sì."


#3 essere o avere

Biblioteca dell'Augusta Città di X, lavoro buona buona nella postazione che condivido con Aristide, Collega fissato coi concorsi.

(Aristide è attualmente disoccupato perché a gennaio non gli hanno rinnovato il contratto, lui sostiene per congiura, i più perché tipo si perdeva i libri da inviare in interbibliotecario sotto pile di roba e poi telefonavano per reclamare, ma tipo).

Entra Aristide (probabilmente in biblioteca per prendere delle cose), spalancando la porta teatralmente.

Aristide: "buon anno!"
"oh Aristide, ciao, bentrova-"
"IL COMPUTER E' TUO."
"..."
"..." 
"no vabbé, mica era una gara"
"sìsìsìsìsì guarda che scherzavo, eh."
"vabbé."
"ok."
"sì, buon anno."
"ciao."
"ciao."

Esce.
Fine.

martedì 17 dicembre 2013

Le chiamo un taxi

"pronto? Biblioteca"
"[sciabordio confuso]"
"questa è la biblioteca, signora"
"[sciabordio confuso]"
"no, questa è la biblioteca."
"[sciabordio confuso]"
"non chiamiamo i taxi, signora."
"[sciabordio confuso]"
"insomma le ho detto che... Comunque. Mi faccia cercare il numero"
"[sciabordio confuso]"
"le ho detto che lo sto cercando, porca %$£&@ç@"
"[sciabordio confuso]"
"se mi desse il tempo di cercare, cazzo. Ecco, è pronta? Ha la penna? Prontotaxi, #numero. Poi c'è anche Prontotaxi2, #altro numero. Ecco. Ha scritto?"
"[sciabordio confuso]"
"NO NON NE CONOSCO ALTRI DI NUMERI DI TAXI PORCA *"
"[sciabordio animatissimo]"
"LE HO DETTO CHE... Oh insomma se lo cerchi da sola! Buongiorno!"

Ascoltare le telefonate che ricevono i colleghi delle biblioteche civiche paga sempre.



(siamo tutti sopravvissuti alla corista col porto d'armi di cui al post precedente; seguirà resoconto demenziale. Nel frattempo, l'interfaccia windows stile lumia fa veramente schifo. End.)


giovedì 5 dicembre 2013

Il cappottino rosa!

Ed ecco il post agognato sul perché e il percome del cappottino rosa che guarda porno zoorasti in orario di lavoro.

Ho scoperto con orrore che la realtà supera la fantasia (nel senso, ma le anguille?) e che una esasperata stanchezza trasuda dalle parole di #collegaAdorabile.

#collegaAdorabile, ti vogliamo bene.
Grazie per la foto del gilet, è una finezza; credo che renda l'idea.
besos.

mercoledì 27 novembre 2013

Sotto il cappottino rosa


Al telefono con #AdorabileCollegaBibliotecaria di Paesucolo Boscoso.

"ehi cara! come stai?"
"bene, anche se la mia collega pazza è fissata con i porno con gli animali."
"... come, ma quella pazza col cappottino rosa?"
"esatto."
"quella che dice che va fuori #in altro ufficio e poi la trovi in paese che sta provando delle scarpe in un negozio?"
"quella."
"non quella registrata come sordomuta che fa finta di essere sorda"
"no, quella che scroccava i caffé a #collegaM."
"ma quella che porta la parrucca?"
"esatto, quella che si scopa il suo ginecologo."
"ok. Porno con animali"
"porno con animali."
"ma wtf."
"mi sono anche informata, si chiama zoorastia"
"e ha il cappottino rosa."
"il cappottino rosa, sì."
"sì."
"..."
"..."
"..."
"senti, vieni via di lì"
"non posso"
"vabbé, ma almeno facci un post"
"ok."


L'attendiamo, eh.

martedì 5 novembre 2013

Con la porta aperta

Il piemontese #collegaM è un amico.

Fu un santo l'anno scorso quando per lavoro condividevamo un appartamento freddo, spoglio e pieno di mobili anni '60 molto brutti a #PaesucoloBoscoso.

Io piangevo, allora bevevamo china martini e ascoltavamo Rachmaninov.

Adesso sto bene, e lui mi è venuto a trovare nella biblioteca dei pazzi di conservatorio della #città senza fiume, che non aveva mai visitato.

Né la biblioteca né la città, dico.

Innanzitutto appena entrato in biblioteca si becca l'epica scena di #UtontaPassenger che ha architettato un elaboratissimo piano il cui scopo finale era non portare la tessera della biblioteca rovistando in cambio fra tutti gli scatoloni del trasloco per mostrarmi il passaporto

("ciao, posso aiutarti?"
"ciao sì vogliofareunprestitomanonholatessera perché l'ho dimenticata a casa mentre gli alieni rapivano la sbiriguda e speedy gonzales mangiava la [fuffa a piacere] ma poi il mogwai ha ruttato sticazzi e bla." 
"vabbé, te lo faccio lo ste..."
"nonononomaaspetta!, per dimostrare che sono intelligente ci ho pensato davvero proprio un sacco perciò ti ho portato il passaporto." 
"il passaporto?!"
"il passaporto, sì. Pensavo andasse bene anche un altro documento, poi però ho pensato che col passaporto ero più tranquilla. Sì." 
"ma che cazzo c'entra sì ma mica siamo un'agenzia di viaggi, bastava la carta d'"
"no ma prendilo il mio passaporto, ti do il mio passaporto eccoilmiopassaporto!, il mio passaporto, eccolo, voglio che tu lo tenga lì così sono più tranquilla. Prendilo, il mio passaporto. Passaporto. Ecco. Passaporto." 
"ok ma guarda che ho già visto che sei tu" [vuole a tutti i costi che prenda in mano il passaporto]
"nu. Ti ho chiesto prendi il mio passapo"
"ADESSO BASTA"
"pff.").


Dopodiché, mentre #M è impegnato a vomitare risate in un cassetto dello schedario, entra #maestro911 - non sto qui a ripetervi la solita scenetta demenziale di lei che blatera a vanvera mentre nel frattempo percepisce 3 volte quello che prendo io per fare esattamente un terzo delle ore mie, nel contempo fregiandosi del titolo di "maestro di conservatorio" che boh, prima o poi bisognerà pur vietare a chi usufruisce di un TSO, non credete?

#M si accartoccia nel cestino mentre 911 mi fa tirare giù tutte le opere di Chopin per poi prendere quelle di Beethoven e poi va in bagno (le due cose credo siano collegate).

Dopo 5 minuti #M ritorna dal bagno tutto rosso come una iena col singhiozzo.

"non ci credo, avevi dannatamente ragione!"
"su cosa, mio caro?"
"su 911!"
"sì, beh. Lo so."
"non capisci, sono andato in bagno e l'ho trovata che stava facendo pipì con la porta spalancata! Con la porta spalancata, capisci?!"
"oddio. Sì, capisco."
"come l'ho vista ha anche fatto tutta la scena che uuh un uomo l'aveva vista e qui e là eccetera, e poi si è chiusa la porta come avessi cercato di filmarla"
"non ho parole"
"che schifo"
"hai visto com'è lavorare al pubblico?"
"e io che non ci credevo"
"dovremmo istituire delle visite guidate, qui, stile diorama educativo"
"sì, come esempi negativi, tipo i diorami dei campi di concentramento"
"sarebbe giusto"
"sarebbe il minimo"
"non ci sono parole"
"e io che non ci credevo"
"non ci sono parole"
"non ci sono parole."

Quando volete venire apriamo le visite guidate: l'ingresso è gratuito, è sufficiente depositare gli ombrelli fuori dalla biblioteca, non dare confidenza al CRC e ciappi a #maestro911 e portare il passaporto.

Vi aspetto.


(ero sparita, ma ogni tanto vado in Svizzera a spendere soldi alle terme di Vals - soldi maledettamente ben spesi, sapevatelo!)

mercoledì 2 ottobre 2013

Vorrei una ragazza con gli occhi verdi (aka Grosso guaio a Chinatown)

Nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, Festival della Logica V edizione (oppure Un mondo di idioti, come meglio si intona ai vostri occhi).

Splendido carteggio via mail fresco fresco fra l'utente #Ibrahim Achzem'g'hamal (o quello che è) e le mie colleghe.

mail 1 da Ibrahim:

"Salve un'informazione per entrare alla conferenza del 5 ottobre corrisponde un cifra per entrare oppure basta solo la presenza e la passione"

[proprio così, senza punto interrogativo, come a Roma antica]

risposta da #collegaT:

"Gentile utente,
l'incontro di sabato 5 è a ingresso gratuito.
La aspettiamo. Cordialmente, 
#collegaT."

risposta da Ibrahim:

"Lei sa dirmi come si chiama la bibliotecaria con gli occhi azzurri vicino alla signora mora"

risposta da #collegaF:

"Ma WTF Gentile utente,
non abbiamo tra il nostro personale una collega dagli occhi azzurri. Per sua informazione riguardo ai nominativi del personale può far riferimento alla relativa pagina all'interno del sito della biblioteca.
Cordialmente, #collegaF"

risposta da Ibrahim:

"Mi scusi la curiosità allora non volevo violare nessuna per via del nome e cognome in senso di privacy spero quindi non ne abbiate avuto a male visto il mio ricordo circa una ragazza le pongo le mie scuse e la ringrazio per l'informazione e i requisiti per i consigli da lei proposti nei miei confronti"


Ora, le colleghe sono convintissime che intendesse me (occhi castano sporco-verdi, ma i più chiari di tutti).

Dopo il Pazzo con la Paglietta che continua imperterrito a donare DVD di teatro e ascolta i vinili mettendosi la cuffia sopra il cappello (prossima puntata) li attiro tutti io, mi pare di capire.
Se il 5 non torno entro mezzanotte chiamate il presidente (o Jack Burton - o Bauer - o entrambi, non ho mai deciso bene quale sposare).

sabato 7 settembre 2013

Aristide, Collega Fissato coi Concorsi (94 sfumature di scenetta)

Interrompiamo un attimo le trasmissioni relative alle FUF (Fenomenologie dell'Utonto Facebook, a cui torneremo presto con nuove emozionanti avventure) per dedicarci a qualcosa che mi preme ha veramente stracciato le palle.

Aristide, Collega Fissato coi Concorsi (CFC).

Tralasciamo il fatto che Aristide, Collega Fissato coi Concorsi mangia a bocca aperta biascicando e facendo "cic cic slap ciomp", una cosa che no, grazie.

A parte questo ignominioso fatto il primo giorno di lavoro riconoscerete subito Aristide, Collega Fissato coi Concorsi dal fatto che egli tipicamente ama barricarsi dietro scrivanie su cui non viene fatto ordine dal '76.

Dal momento che saltuariamente voi, piccolo catalogatore freelance ultimo arrivato, venite piazzato a catalogare manoscritti proprio nella sua scrivania, vedrete che sarà molto buffo dover convivere con bollette, libri di diritto privato, caricatori di nokia, vhs in scarto, scotch accartocciato con tracce di miele misto a sangue, spore, muffe e funghi che invadono il vostro spazio vitale rovinandovi addosso non appena commettete l'errore di muovere il mouse.

Altrettanto buffo quando Aristide, Collega Fissato coi Concorsi inizia a gironzolarvi intorno nonostante debba in realtà trovarsi in sala lettura a sorvegliare i lettori di Topolino fingendo di cercare una pratica importantissima (in realtà vuole far pesare che siete al suo posto e che la scrivania è sua nonostante voi lì ci stiate lavorando per conto della stessa biblioteca ma comunque rimarrete sempre di passaggio anche se sì anche lui è precario e il suo contratto sì scade a dicembre MA COMUNQUE quella è la sua scrivania), cercando di ritrovare un interbibliotecario che ha perso in febbraio (questo è vero) oppure facendovi la morale perché a fine giornata la settimana scorsa gli avete malauguratamente spento il computer e uffiii, no!.

Altrettanto buffo quando lo sorprenderete scrivere su facebook "ah bello non avere una scrivania propria" oppure "eh c'è chi è privilegiato e chi deve dividere la sua scrivania con altra gente" oppure "umpf anche oggi scrivania usurpata!", quando il vostro unico errore è stato quello di farvi assumere dalla soprintendenza per i beni librari della regione al fine di catalogare un fondo di manoscritti che tipo sta lì e obbedire alla responsabile che vi ha assegnato proprio la scrivania di Aristide, Collega Fissato coi Concorsi quando lui è al prestito, ma guarda te che errore imperdonabile.

(No, ma infatti non ho mai detto che è intelligente.)

Ma comunque insomma, convengo con voi che mangiare a bocca aperta facendo cic ciac slurp ciomp sia gravissimo, ma ecco comunque il punto è che Aristide, Collega Fissato coi Concorsi è fissato coi concorsi.

La cosa implica il ripetersi ossessivo e preoccupante della scenetta seguente (calcolate che io lavoro nell'Augusta Città di X a catalogare manoscritti antichi alla scrivania di Aristide, Collega Fissato coi Concorsi due volte a settimana, per facciamo 47 settimane all'anno = 94).

#1
A, CFC: "Trantor, per caso tu stai studiando per il concorso per il posto di bibliotecario a Brisighella, in ottobre?"
"no"
"ah. Ma perché no?"
"perché sono già assunta presso #azienda, ho due biblioteche in cui lavoro e anche volendo non saprei quando studiare visto che sono fuori tutte le sere"
"ah. No te lo chiedo perché magari hai qualche dritta"
"..."
"o conosci qualcuno"
"..."
"o sai se è truccato"
"..."
"o sai se c'è da studia..."
"NO"
"ok."


#2
"Trantor, per caso tenti il concorso per il posto di capo bibliotecario alla certosa di Pavia, in dicembre?"
"no."
"ah. No, perché mi chiedevo se fra i manuali di riferimento previsti dal regolamento sia compre--"
"non ho mai fatto un concorso in vita mia"
"ah."
"..."
"..."
"..."
"..."
"non so cosa dirti"
"ok"


#3
"Trantor, per caso domani tenti il concorso di San Lazzaro e Santa Maria in Calchera sul Tagliamento di Sopra?"
"no, Aristide."
"ah. No, perché magari conosci qualcuno"
"..."
"oppure sai se quella clausola inserita nel regolamento del concorso sia forse stata messa per sistemare la segretaria del fornaio dello zio del sin..."
"Aristide, non ne ho idea. Non ne ho idea, ok?!"
"ma strano, dovresti provarli, i concorsi. Come fai a trovare lavoro, scusa?"
"veramente sto già lavorando"
"…"
"..."
"..."
"..."
"ok."


#4
"Trantor, ma per ca..."
"no."


#5
"Trantor, per caso tenti il concorso per il posto di bibliotecario nel capoluogo del Sulcis Iglesiente nel 2015, dove blablablabla quadro D del comune di blablablaba forse truccato ma l'Italia funziona coblablablablabla e segretaria bionda del sindaco! blablablavolume sulla storia del decreto amministratiblablabla, bla?"
"secondo te?"
"io non ti capisco"
"pazienza."
"ah."
"."


#6
"Trantor, ma per ca…"
"quanti ne hai fatti nella tua vita, Aristide, di concorsi per il posto di bibliotecario nelle regioni meridionali dell'Eurasia?"
"circa 27" [non scherzo]
"bene. E non ti chiedi come mai non passi tipo mai ti ho già detto tipo che non faccio alcun cazzo di concorso, Aristide?"
"..."
"vedi, tu puoi parlarmi di quadri, regolamenti, prove, orali, trucchi e segretarie bionde del sindaco con la barba fin che vuoi, ma io non so neanche cosa vuol dire quadro D ad inserimento sociale, ok, Aristide?"
"..."
"hai capito quello che ti sto dicendo? Hai capito?"
"…"
"ti ho chiesto, hai capito?"
"... sì."
"bene. E ora scusami ma devo tornare al lavo…"
"ehi ma quello di Vicenza a settembre lo provi??"
"…"


Ma il meglio è stato questo, cari. Sedetevi.


#7
"…"
"..."
"Trantor" 
"mm."
"scusa. Ho visto che il conservatorio in cui lavori l'anno prossimo riaprirà le graduatorie per insegnare lì"
"ma che dia..."
"il tuo conservatorio. Quello dell'altra biblioteca in cui lavori."
"… sì, ok, ma allora?"
"ci sarà il concorso!"
"ma cosa cazzo… ma che concorso, cosa!"
"il concorso per insegnanti di conservatorio!"

Lo guardo. 
E' grasso, sudaticcio tipo il cattivone di Jurassik Park che muore subito, mangia a bocca aperta.

E' serio e sta iniziando a guardarmi sospettoso, come se volessi tenerlo all'oscuro di qualcosa al fine di tentareilconcorsoamiavoltaerubargliilpostoingraduatoriavenendoassuntaprimadilui.

"… Aristide. Quello è un concorso per INSEGNANTI DI CONSERVATORIO. Hai idea di cosa significhi?"
[sguardo vacuo e ironia sgarbata] "certo, non sono mica scemo!"
"stai cercando di dirmi che sei diplomato in uno strumento o in canto lirico o in direzione d'orchestra e composizione o in musicologia o in direzione di coro o al DAMS, magari con una tesi sull'analisi funzionale?"
"no"
"allora lasciami lavorare, cazzo"
[piccatissimo] "chiedevo solo, eh!"
"ma secondo te. Ma secondo te cazzo! Un concorso per insegnanti di conservatorio!"
"uffiiii! E blablablabl..." [si allontana bofonchiando]
"..."

Credo che lo avvelenerò stile nome della rosa, una volta.

venerdì 15 marzo 2013

pspspspblgnzzs-blh. (Quelli che 3)

"..."
"..."
"..."
"pff."
"..."
"..."
"..."
"burp."
"..."
"ooocccchei."
"..."
"dun-da-duum"
"..."
"pa-ppa-paaa, dunque allora. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto..."
"..."
"sedici, diciassette, diciotto..."
"..."
"centoquarantacinque, centoquarantasei, centoquarantasette, centoquarantotto, centoquarantano..."
"..."
"pf."
"..."
"ptptpth!"
"..."
"uffaaa. Cic, cic, cic, fattoooh"
"..."
"..."
"..."
"AH MA CAZZO!"
"ehi senti, c'è qualche problema?"
"...hm. Eh? Ah! No, no. Scusa, è che parlo da sola"
"ho visto."
"non ti dà fastidio, vero?"
"mah, [#cazzata diplomatica]"
"uh ok, scusa."
"figurati, tranquilla."
"..."
"..."
"..."
"..."
"pspspspsbglzz."
"eh?"
"mm? Ah no niente! Scusa, son sempre io. Sai, parlo da sola. Eh eh."
"eh eh un cazzo sì, ho visto."
"scusa"
"no, è che sto cercando di lavorare"
"..."
"anche io potrei leggere e contare ad alta voce e dire 'cic cic' ogni volta che clicco il mouse stile gioco a prendere il the con le mie amichette di sei anni all'asilo e le tazzine di plastica, ma sorprendentemente non lo faccio"
"...ok."
"ok."
"ok."
"ok?"
"ok, ok. ... bzbzbzbzfhmngl."
"eh?"
"niente."


Spero che la presente trattazione di Quelli Che Parlano Da Soli (QCPDS), ossia di Le Colleghe Donne Che Rompono Il Cazzo Parlando Da Sole In Ufficio (LCD-CRIC-PD-SIU) sia stata sufficientemente esaustiva.

Nel senso che io sono esausta.

(ne ho una proprio davanti, prendetelo come reportage del National geographic in diretta.)

mercoledì 28 novembre 2012

L'UDA

L'utente UDA entrò nella biblioteca dei pazzi di conservatorio circa un mese fa.

L'UDA, dovete sapere, è un bambino di 8 anni che di altezza non arriva al bancone del front office, un po' tipo il bambino del gelato del bar di Benni.

Sulle spalle ha uno zaino più grosso di lui, e al collo l'ormai classico portachiavi-portacose-causa-fottuta-cervicale da dottorando cremonese.

L'UDA entra in biblioteca e mette la sua roba negli armadietti con la disinvoltura di un docente di Yale.

(Sapete, tipo quei film americani con i college pieni di armadietti in cui tutti ripongono la loro roba fighissimi e sgamati, e poi c'è sempre quello che aiuta la tizia ad aprire l'armadietto difettoso con un pugno e poi alla fine si sposano, ecco, noi ne abbiamo di uguali, pensate. Non di studenti, di armadietti.)

Comunque, per completare il cliché mancava almeno un accessorio Mac, ma non ci siamo formalizzate troppo su questo perché poi è successo il resto.

L'UDA si sedette alla postazione pubblica per la consultazione online del catalogo della biblioteca, trovò il libro che gli interessava (sempre da solo), ci chiese il prestito offrendo spontaneamente la tessera della biblioteca senza aspettare che gli venisse chiesta, ringraziò, infine salutò.

Sì, salutò, con la sua vocina bianca da ottenne con le figurine di Spongebob e un dottorato a Yale in calcolo differenziale.

"collegaF, ho sentito bene?"
"ti stavo per chiedere lo stesso"
"...ha detto proprio così?"
"ha detto proprio così"
"io... non sono sicura di aver capito"
"invece credo che l'abbia proprio detto."
"...ha detto buon lavoro."
"sì, ci ha detto buon lavoro"
"io..."
"..."
"ma ha 8 anni!"
"incredibile"
"ha 8 anni e ci ha detto buon lavoro"
[sguardo estatico] "l'abbiamo trovato"
"l'Utente Dell'Anno"
"l'Utente Dell'Anno."
"l'Utente Dell'Anno?"
"l'Utente Dell'Anno."

Io e #collegaF abbiamo successivamente reagito lanciando GIMP e tentando di modificare la copertina di Time inserendo la faccia di UDA al posto di Balotelli, solo che poi xp è andato in crash e abbiamo smesso.

lunedì 26 novembre 2012

Sposare Woody Allen

"stasera facciamo la carne?"
"ok. Olio o burro?"
"tu cosa preferisci, Trantor?"
"scegli tu, è uguale per me"
"l'olio è più sano, ma il burro è più buono"
"scegli tu, siamo tutti e due ma..."
"..."
"..."
"..."
"..."
"entrambi."
"per non sbagliare."
"per non sbagliare."

Poi rimescola il sugo nell'altra pentola, l'assaggia e mi passa il cucchiaio di legno con la naturalezza di Tootsie (sotto probabilmente c'è Stephen Bishop, ma nessuno dei due fa finta di essere qualcun altro).

E' poi così rilassante scambiarsi continuamente il cellulare commentando le foto di avvenenti attori uomini, essendo entrambi interessati alla stessa metà del cielo, e farlo in pigiama senza alcun equivoco.

Non c'è bisogno di decidere chi lava i piatti e chi cucina, tutto viene molto naturale, senza nemmeno doverlo dire - anche se ho trovato molto difficile non fare polemica quando ha cercato di convincermi che il principe Harry sia fighissimo, quando è invece evidente che sembra un fax di topo gigio venuto male, tra l'altro inglese.

Vede che penso e ho il viso tirato, allora mi racconta di lui, di quando comprò il pianoforte da piccolo e di come fu il giorno più bello della sua vita e di tutte le sue storie, poi disquisiamo di etimologia russa, tentiamo di allestire una raccapricciante conversazione in tedesco (lui è alla lezione 25 su 100 di questo, io l'ho studiato per anni e ora non saprei più nemmeno ordinare una pizza) e infine ricominciamo a passarci foto di Kiefer Sutherland, il che probabilmente era ed è l'unica cosa saggia da fare.

Il fatto è che l'altro giorno ho finito di catalogare più di mille libri antichi nella biblioteca di #PaesucoloBoscoso, e anche se sono contenta e sollevata di non fare più 90 km per 2 per andarci 3 giorni a settimana un po' mi dispiace.

A volte dormivo nella casa in affitto di #collegaM, il piemontese, un maniaco dei dolci più magro di me che parla russo, suona Rachmaninov, ascolta i Metallica mentre cataloga e detesta Woody Allen, mentre io di dolce tollero solo sfogliatine e cioccolato fondente, suonavo Debussy, mentre catalogo ascolto i Lunasa e Woody Allen lo sposerei (e divorzierei per sentire le sue battute in tribunale).

Ora lavorerò a tempo pieno solo nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, ma i funghi in vasetto di #PaesucoloBoscoso, M e l'adorabile capo-bibliotecaria che ha un blog di cucina, va dal parrucchiere per sé e non per gli altri ed è senz'altro più efficiente di Hal 9000 son già lì che mi mancano.

domenica 4 novembre 2012

Scenes from an italian restaurant #2. aka Delfini blu, the cap was on the table, logica formale, rezdore

Puntata #2 dei tentativi di festeggiamento/saluto a #collegaV, amico di vecchia data e collega di lavoro fino a poco tempo fa, il quale andrà in Inghilterra e ci starà per 3 anni.


Qui la puntata #1, in cui litighiamo cortesemente con un tragattino che vende manoscritti miniati senza saperli datare e la #3, in cui gozzovigliamo con i coristi, i camerieri ci odiano e l'impero colpisce ancora.


ore 20.30

Onde festeggiare ci rechiamo nella tranquilla #cittadina di D., ove consumeremo gnocco fritto, tigelle, salumi, lambrusco e lardo in conchetta ascoltandoci un concerto di musica tradizionale.

E' una specie di sagra, con tavoli alla buona, tipiche rezdore emiliane che servono ai tavoli, clima da festa dell'Unità.

Siamo io, #collegaV, l'altra #collegaT che lavora con me nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, cugina Lurker Lucy, mrBlueSky e una sesta persona portata da V, l'inquietante Amphibius.


ore 21.07

Per un po' niente da segnalare, se non che mangiamo come scemi e, come spesso succede in questi casi, io e V iniziamo a litigarci la Nikon fotografandoci col macro le scarpe.

E' probabilmente per reazione a tutto questo che mrBlueSky prende il quadernino da cronista e si mette a fare ad Amphibius una serie interminabile di domande di lavoro, di fatto uscendo entrambi dall'universo conosciuto.


ore 21.56

"Amphibius"
"dimmi Trantor."
"mi passi l'acqua, per favore?"
"sai, di giovedì adoro trovare nelle bottiglie uno sciame di delfini blu"
"..."
"ce ne sono sempre così tanti"
"..."
"solo il giovedì, però"
"..."
"a volte escono allo stato brado, bisogna poi stare molto attenti a non calpestarli"
"io volevo semplicemente l'a..."
"solo che sono scivolosi, i delfini blu"
"..."
"maledettamente furbi"
"..."
"alcuni poi ti confondono con abili battute sarcastiche"
"..."
"non si fanno prendere"
"non sono scemi, vorrei che tu te ne rendessi conto."
"lo so, V me lo ripete costanteme..."
"ne ho visto uno l'altro giorno (mi passi l'acqua per favore?), faceva gpl prima di me e mi ha pure fatto i fari mentre usciva (l'acqua, grazie)"
"..."
"solo che io poi gli ho suonato cazzo, (l'acqua), lui è blu, mica può permettersi! (sì basta che la prendi in mano e me la passi, da bravo)"
"in effetti fanno così"
"se escono dalle bottiglie, sì (l'acqua.)"
"..."
"oddio guarda quello, è enorme!"
"..."
"lo vedi o non lo vedi?! Si acquatta dietro i pla..."
"...ti passo l'acqua."
"ecco, sì."
"..."


ore 22.34

Non è chiaro cosa abbia spinto la tipica rezdora emiliana in quel momento intenta nello sparecchiamento del tavolo a considerare il tappo della mia Nikon lì, da solo, un oggetto nemico.

Nell'ignoranza generale del fatto ella considerava dunque l'inutile orpello alla stregua delle bucce di salame scartate da #collegaV, dei vuoti di lambrusco seccati da #collegaV, e anche dei 354 mozziconi di sigaretta abbandonati morti da #collegaV, buttando quindi il tutto in un ridente pattume.

#collegaT, l'unica che sgomenta si è accorta della cosa, ritiene indispensabile lasciare passare 4 minuti e 22 secondi prima di agire.

La scena seguente vede 5 persone rovistare febbrilmente nel cesto del pattume passandosi l'un l'altra piatti sporchi di mostarda e avanzi sbocconcellati di tigelle grondanti lardo, 5 persone di cui una particolarmente scurrile e un'altra particolarmente sarcastica.

Amphibius finisce con calma di rollarsi la sigaretta, l'accende, assiste interessato alla scena come un biologo di Atlanta assiste il martedì all'accoppiamento delle amebe e considera molto più utile continuare ad analizzare la cosa sotto l'aspetto epistemologico.


ore 22.51

La rezdora sparecchiatrice, informata del tragico fatto, reagisce con gli occhi a palla e un irrefutabile "ma era sul tavolo!", affermazione che ha come conseguenza immediata lo scatenarsi di un acceso e insopportabile dibattito di logica formale, sempre fra la persona scurrile e la persona sarcastica.

L'unico modo per risolvere la questione senza insultare troppo spesso san tommaso ("santo cielo, che idiota") è recarsi sul retro della sagra e scaraventare tutto il pattume, che per la cronaca consisteva in un cesto più alto di me.

Comunque ritroviamo il tappo, puliamo, informiamo la rezdora del lieto fine e siamo costretti ad annotare nuovamente che sì, l'inutile tappo di un obiettivo Nikon che costa tipo 170 euro "dopotutto era sul tavolo".


ore 00.35

Dopo ore di ridicole obiezioni convinco #collegaV a non tornare a Mantova e a venire a cantare nel mio Altro Coro il mattino seguente, visto che saremmo dovuti andare a cantare ad un matrimonio ed ero sono sarò sempre in deficit di tenori.

Dopo che mezza #provincia si è soffocata dal ridere alla timida idiota proposta "uhm potrei comunque partire adesso per Mantova e domattina essere da te alle 9", io e cugina Lurker Lucy convinciamo V a dormire con noi due, da me, in mansarda.

Nel senso, ha accettato tutto questo solo perché gli ho promesso di pagarlo.

Lui comunque reagisce ammorbando tutti con una disquisizione sui sottoinsiemi tipografici della princeps di #raccolta fattizia di #grande interesse musicologico, battibeccando con me - nell'ordine - sul concetto di esemplare a stampa, sul concetto di editio princeps, sul concetto di raccolta, sul concetto di fattizia e sul concetto di concetto, e infine raccontando (di nuovo) la storia dei cigni.

(l'audio, che è già un classico della Naxos.)


ore 00.58

Ce ne andiamo, ma prima lo abbraccio, principalmente per impedirgli di raccontare di nuovo cosa potrà fare a Cambridge con quei fottutissimi cigni; facciamo finta di salutarci ma tanto lo sappiamo benissimo che ci vedremo martedì, per cui amen, lui porta a casa Amphibius e io torno alla macchina con gli altri.


ore 02.00

Dopo che V ha portato Amphibius in un night in #città, dopo che V non conosce affatto la viabilità di #città, dopo che V è riuscito in qualche modo a raggiungere casa mia dove nel frattempo io e cugina Lurker Lucy stiamo preparando i letti (i, plurale), dopo che V mi telefona da sotto casa annunciando che Amphibius è riuscito a dimenticare il suo cellulare in macchina, dopo che V torna in #città a 15 km da me alla ricerca del quartiere del night, del night e di Amphibius in mezzo alla folla del night, dopo che non ha trovato nessuna delle tre cose e io tento di guidarlo al telefono consultando contemporaneamente google maps e avendo dall'altro capo del filo uno che come massimo indizio dice "qui boh c'è un caseggiato giallo", dopo che V se ne fotte finalmente del cellulare di Amphibius e torna da me, dopo che è salito in casa togliendosi le scarpe e alle 02.45 i miei si sono svegliati completamente, dopo tutto questo

"Trantor, Lucy. Cazzo. Devo comprare le sigarette"
"tu sei scemo"
"fumare fa male!"
"no no, devo proprio"
"scemo, adesso?!"
"fumare fa male!"
"scendo e vado in paese a trovare un distributore"
"sei un * **"
"non fumare non fumare non fumareee"
"spero sia uno dei tuoi soliti scherzi del cazzo, io tra 6 ore devo dirigere il coro ad un matrimo..."
"devo!"
"ma è cancerogeno!"
"uhm, se non la fumo mi dai un bacio?"
"NO."
"piantatela. Cazzo vai a prendere queste cazzo di sigarette e fai presto"
"ok"

C'è bisogno che continui?

ore 03.05

"allora, le hai prese o no?"
"no."
"yeeeeeee!!!!"
"scusa?"
"sono lombardo"
"..."
"..."
"ho la tessera sanitaria lombarda"
"..."
"qui le puoi acquistare solo con la tessera sanitaria di un emilia..."
"ADESSO DORMIAMO"
"ok."
"ok."


La foto con i miei occhi la mattina dopo mentre alle 8.58 andavo a prendere #pianistaCalabro in stazione per andare al matrimonio è nel prossimo post.

giovedì 1 novembre 2012

E invece affatto

Nella biblioteca di #paesucoloBoscoso, ore 20.47, catalogando libri antichi con il nuovo #collegaM.

(Non vado più a catalogare nella biblioteca dell'Augusta Città di X, ho sostituito le ciliegie con i funghi.)


"#collegaM, mi decifri per favore questa nota manoscritta su #pregiato volume rilegato alla c*zzo?"
"ma certo, Trantor. Sembra... C'è scritto... Pietro De Franceschi."
"quel fottuto bastardo!"
"scusa?"
"è lo stesso che a fine '800 ha smembrato tutti questi volumi riuscendo a rilegare i fascicoli in ordine completamente sbagliato"
"bastardo"
"maledetto"
"lo odio."
"se potessi lo soffocherei con un rotolo egizio"
"probabilmente era berlusconiano"
"sì, credo anch'io"
"già all'epoca"
"sì, di solito fanno così"
"catturalo e fondilo"
"...fatto."
"...che bastardo."
"bene. Cena?"
"sì. Uscia... Ehi, ma che c*..."
"ma cosa...! Che è 'sto bordello?!"
"sono quelle vecchie ciabatte nella sala di là, stanno organizzando la sagra della castagna"
"cazzo ma blaterano come scimmie urlatrici!"
"già"
"infatti."
"che palle"
"senti, usciamo."
"sì."
"stasera ci beviamo la China Martini."
"calda."
"col limone."
"e ci mangiamo i porcini."
"ok."
"ok."
"meglio."
"credo anch'io."
"sì."


Voi credete che i bibliotecari che catalogano le edizioni veneziane del '500 siano raffinati e posati bibliofili che vivono in tinello fumando pipe o discorrendo di epicureismo con l'Herald tribune sulle ginocchia, un po' come faceva Joseph Haydn coi nipotini.

No, è più così.

venerdì 14 settembre 2012

Maschio

"pronto? Trantor?"
"ehi, collegaV. Dimmi"
"ieri hai lavorato col tuo nuovo collega maschio?"
"sì"
"beh, e allora com'è?"
"il tuo opposto"
"è gay!"
"..."
"..."
"..."
"..."
"sai, nella vita ci sono delle sfumature. Non puoi sempre ricondurre tutto a..."
"quindi è gay?"
"no."
"ah. E allora?"
"solo perché tu sei così maschio e così etero e lavori la terra e smonti i mobili di legno non vuol dire c..."
"dimmi com'è!"
"beh, è così... Così... Preci..."
"stai dicendo che io non sono preciso?"
"tu sei *maledettamente* preciso."
"ah ecco. E quindi?"
"è così... Sul lavoro è così... Scru..."
"stai dicendo che io non sono scupoloso?!"
"tu sei immensamente scrupoloso e fottutamente pignolo, V."
"ah ecco. Beh e allora cosa?"
"è così... Così... Insomma, quelle cami..."
"ma se io indosso solo camicie!"
"che palle, ma non come le tue!"
"e allora cosa!"
"io..."
"cosa!"
"piantala subito"
"what."
"sto cercando di dirtelo"
"cosa!"
"così..."
"c.o.s.a." 
"così..."
"oh ma devo venire a picchiarti con un bastone?!"
"...piemontese"
"..."
"..."
"..."
"..."
"ho capito."
"..."
"quadra, in effetti"
"già"
"quadra maledettamente"
"ma se non l'hai neanche visto"
"io non sono affatto piemontese!"
"non lo è nemmeno uno dei tuoi atomi"
"io sono lombardo."
"sì, V"
"lombardo mantovano"
"al limite quadrerebbe se fosse friulano, ma piemontese proprio no"
"neanche in mille anni"
"neanche in mille anni."
"ok, allora a posto"
"a posto, sì"
"posso stare tranquillo"
"puoi stare tranquillo, sì"
"d'accordo. Allora ciao."
"c..."
clic.

giovedì 5 luglio 2012

Galileiana (eppur!)

Siamo nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, sono in turno #collegaV e #altraCollegaT, entra #maestro 911.

Per chi non l'avesse capito #maestro 911 insegna pianoforte, ha il posto fisso, guadagna il triplo di me, ne lavora un sesto ed è completamente pazza.

911: "saaaalveeee! Questo weekend io e mio figlio non siamo potuti andare al mare perchè aveva un impegno molto importante!"

Ma chissenefrega, io mica entro in banca blaterando con l'impiegato di chi ho incontrato in colonia a Cervia nell'ottantase...

"un impegno mooolto importante, sa!"
"ah sì? Un concerto?"
"no no. No no no no. Un impegno in parrocchia"
"ah."
"..."
"..."
"...", aspettandosi un profluvio di interessatissime domande al riguardo.
"..."
"se proprio lo vuole sapere, sa, era la Cresima."
"m-mm, bene-bene"
"mio figlio ha fatto la Cresima."
"già, mi fa piacere, maestro. Ma per caso voleva un prest..."
"lei è credente?"
"no."
"ah, ma allora lei non può capire"
"in che senso? Vuol dire che chi non è credente non può capire l'importanza spirituale di certe pratiche liturgiche?"
"mah, [fuffa]."

Tralasciando il fatto che dire lei non può capire a #collegaV equivale a chiudersi in costume da bagno nel nocciolo di un reattore nucleare e prendere a schiaffi il plutonio, a quel punto 911 si volta verso #altraCollegaT, pure atea.

"e lei è credente?"
"non proprio"
[basita] "ah ma pensa, eppure lei è così gentile!"

Quando saprà che pure io sono agnostica probabilmente strapperà a morsi la tessera della biblioteca.
O le leggi della fisica.

martedì 5 giugno 2012

Utonti ricicloni (Ucloni)

D'accordo che anche io e i colleghi siamo fanatici del riciclo e saremmo capaci di ricavare foglietti per appunti, cartelli e pannelli anche da una tanica di olio esausto, ma qui siamo veramente al capolavoro.

Esemplare trovato sui tavoli della biblioteca mezz'ora fa.

Non so se notate l'altezza del pizzino su cui l'uclone si è annotato le collocazioni.

(#collegaV, abituato a fotografare manoscritti medievali, avrebbe voluto affiancare anche il riferimento quadricromatico, ma poi ci siamo guardati negli occhi e un gigantesco SMETTILA SUBITO ha posto fine alla questione.)

Questo uclone sì che meriterebbe il titolo di "maestro".

sabato 5 maggio 2012

Let's call the whole thing off, please

L'altro giorno, nella biblioteca dei pazzi di conservatorio, in turno io e #collegaV.

"Trantor, ti ricordi il titolo di quel libro di Scott Cuthbert?"
"sì, Trecento fragments"
"Trecento what?!"
"Treˈtʃɛnto frægmənts"
"fragmənts"
"frægmənts"
"fragmənts"
"frægmənts"
"fra..."
"piantala"
"che lingua sarebbe?"
"inglese"
"wtf!"
"è un nuovo modo per dirmi che sei ubriaco?"
"quello non è inglese."
"..."
americano."
"...ok. Dimmelo in inglese"
"fragmənts"
"fræ..."
"fragmənts."
"fragmənts."
"brava."
"ok. Quante ore dobbiamo lavorare ancora insieme oggi?"
"7"
"..."

D'accordo che ha studiato a Oxford, lavorato a Londra e vinto il dottorato di ricerca a Cambridge.

Io invece prima *, poi *.