Quello della caramella
QDC è un fanatico, ma seriale.
Può essere maschio o femmina, indifferentemente; solitamente è un esemplare avanti con gli anni.
Il QDC è venuto a concerto con un unico scopo: meditare in silenzio per tutto il 79% del concerto quale sia il momento propizio per scartare la caramella.
Se è un esemplare esperto, individua con successo il passo più ricco di pianissimi di tutta la serata.
Se sbaglia e inizia lo scartamento senza che ve ne accorgiate, vuol dire che è solo un dilettante alle prime armi.
La Pazza Della Stampella
La Pazza Della Stampella è una tizia grassa che si siede da tempo immemore dietro di voi, in quanto anch'essa ha fatto l'abbonamento alla stagione concertistica.
Il motivo per cui è lì non è chiaro, dato che nessuna delle opere in programma sembra soddisfarla: il sintomo che dopo 27-29 minuti di concerto colpisce la PDS è invariabile, ovvero giochicchiare con il programma di sala.
Ma non in modo normale: sul momento non capite il perchè di quel PRIT PRIT PRIT PRIT PRIT PRIT PRIT PRIT che si insinua nel vostro orecchio durante la Prima di Mahler, come se qualcuno sfogliasse velocemente a intervalli rigolari di 4 secondi un libro con le unghie.
Dopo 7 minuti esasperanti vi voltate, e la vedete.
La PDS ha arrotolato il programma di sala nel buco che si trova nella parte superiore di una stampella, e lo gira facendo crepitare le pagine di cartoncino.
Farà così per tutta la durata dell'abbonamento ai concerti, ovvero 7-8 mesi.
Potete voltarvi, guardarla male, invocare SSSSH, chiamare i carabinieri mentre giochicchia, ma riceverete sempre quello sguardo orgoglioso e ostinato con cui la PDS, indubbiamente, è nata.
Lo spettatore euforico
Lo spettatore euforico è innanzitutto un drogato; la sua caratteristica principale consiste nell'urlo da S. E., una specie di "BRAVI" tra il commosso ed il verso di tarzan, il quale viene ripetuto al termine di ogni pezzo con energici battimani ed una inquietante incapacità di stare fermo, di fatto invadendo spazi vitali altrui o buttandosi sulla pancia del vicino per commentare.
In ogni caso, ci siete affezionati: la sua visione entusiastica e positiva della musica rende lo S. E. del tutto sopportabile, a parte quando gli siete vicini e vi fissa con l'occhio lucido per 56 minuti nell'attesa che lo prendiate in considerazione per entusiastici e complici commenti, e dargli così modo di spiegarvi nei dettagli quanto ami il Trovatore e cantare "vincerò" sotto la doccia e Maria Callas che purtroppo! è morta ed il Regio e Carreras e la Forza del Destino e Pavarotti che purtroppo! è morto e bla bla bla bla bla.
Il tutto con accento parmigiano.
La fashion-idiot
Ve ne sono ovunque, ma in quel di Parma raggiungono vette di inesplicabile perfezione.
La F. I. è lì con voi nella sala da concerto/teatro per tutti i motivi di questo mondo, tranne che per ascoltare la musica.
Di solito non vi crea alcun problema perchè vi ignora, dato che non avete una pelliccia e/o la borsa di vuitton color kiwi marcito, o perchè non vi ha mai visto nel rinomato salotto di X e dunque voi non esistete, o perchè siete contro la caccia alla volpe.
Se siete fortunati, durante Brahms l'esemplare di F. I. farà squillare il proprio cellulare e si metterà a rispondere.
Altrimenti potreste osservarla mentre, disperata, cerca di capire a che punto del programma si è arrivati, ridacchiando con la F. I. n°2 sul nome di Purcell.
Il tutto con r moscia e accento parmigiano, anche se alla F. I. piacerebbe tanto, tanto, tanto ma proprio tanto poter parlare con accento milanese.
Il Gradasso Da Conservatorio (talvolta sotto la più rara forma di Musicologo Di Velluto*)
Esemplare pericolosissimo, lo riconoscete innanzitutto dall'abbigliamento da riunione d'affari del CDA barilla, che il GDC o MDV si ostina a considerare innegabile prova della propria affermazione sociale e della propria formazione musicale classica, due chilometri al di sopra della 'feccia che ascolta popular music'.
La seconda appendice che lo rende riconoscibile è la partitura, che egli si porta fanaticamente appresso anche se va a sentire la Tetralogia di Wagner in una caverna dell'età del ferro, come distintivo della propria sterminata conoscenza (ehi, guardatemi, so leggere la musica! guardatemi, io sì, voi no, gne gne gne).
Se gli siete vicino e siete 1) incompetenti o 2) competenti, vi si aprono due possibilità:
1. sopportare le occhiate di disprezzo e la gelida indifferenza che riceverete in quanto non siete adepto di quella rinomata sede di somma e universale sapienza che agli occhi del GDC è costituita da "il prestigiogo conservatorio di X", e astenervi da qualsivoglia commento, anche sul colore delle poltrone;
2. sopportare le occhiate di disprezzo e la gelida indifferenza che riceverete in quanto non siete adepto di quella rinomata sede di somma e universale sapienza che agli occhi del GDC è costituita da "il prestigioso conservatorio di X", e fingervi incompetenti (punto 1);
3. nel dubbio, accoltellarlo prima che cominci a sproloquiare da solo sulla genesi della partitura e l'analisi schenkeriana che egli stesso ha applicato mentalmente al pezzo in programma nei due minuti appena trascorsi, mentre frattanto componeva un originale mottetto dodecafonico, dirigeva la Nona di Beethoven e scartava una caramella.
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* ok, questa la capiscono solo i miei colleghi di musicologia
innanzitutto immaginami intento in una standing ovation alla S.E. per il post, però, sempre in merito al S.E., io lo distinguerei in 3 sottocategorie:
RispondiElimina1) quello (raro) veramente e genuinamente entusiasta e competente
2) quello (frequente) vedovo che cerca moglie attraverso l'ostentazione della propria sensibilità verso le belle arti
3) quello (estremamente frequente) che cerca di piazzare il figlio ultratrentenne nell'Ente Pubblico che ha finanziato il concerto cercando di far sentire le proprie urla al presidente di détto Ente.
...MUAHUAHUAH!!! Ola a te per il commento, soprattutto il punto 2, geniale :-)))
RispondiEliminaHai ragione, merita di essere ulteriormente analizzato in sottocategorie... Uhm..