giovedì 28 giugno 2012

goti ovunque ovunque goti

E' da quando ho l'uso della memoria, pressappoco un bel po' dopo da che i miei si trasferirono stabilmente in Emilia dalla loro Città Gota di Brescia, che accade quanto segue.

Come ho avuto modo di constatare anche con un vecchio amico bergamasco trasferitosi in Toscana, ai goti l'accento locale fa l'effetto che ha il moment su di me.

Un cazzo.

I miei non solo non hanno mai assimilato una sola consonante dell'accento emiliano, ma non hanno neanche mai smesso di parlarsi con modi di dire goti e folle accento goto, una cosa che - a ben guardare - deriva direttamente dalle invasioni del 376.

Il risultato sono io, un'emiliana gota con aspetto piemontese e pelle caledone che dice vacca boia, mangia gnocco fritto a mani nude pronunciando s padane ed e aperte ma che dai tempi dell'asilo viene presa in giro perché dice tópo, fóto, móto e prende su cadenze milanesi ogni volta che pensa a Valeren.

Beh.

Una cosa che mio papà non smette di fare, oltre a girare in tondo in pigiama in un'altra stanza quando l'Italia tira i rigori, e se credete che io faccia diversamente è solo perché risolvo il problema semplicemente accendendo il portatile ma in fondo lo stomaco mi si stringe lo stesso, ebbene se c'è una cosa che dal '75 mio papà non smette di fare è chiosare con "bresà" - pronunciato compiaciuto, aria confidenziale, enfasi sulla s gustosamente altopadana, chinando leggermente il capo verso l'ascoltatore e guardando con occhio complice i commensali - ogni volta che in tv o nella conversazione compare un suo conterraneo goto meritevole.

Cesare Prandelli, "bresà".

Mario Balotelli, "bresà".

Gigi Maifredi, "bresà".

Andrea Pirlo, "bresà".

Cesare Prandelli, "bresà".

I fratelli Baresi, "bresà".

Cesare Prandelli, "bresà".

Giuseppe Favalli, "bresà".

Pierino Gavazzi, "bresà".

E comunque Cesare Prandelli, "bresà".


A volte cerca di contenersi.
Allora intervengo io.

papà: "Prandelli è una brava persona"
io: "un idolo, mi piace"
mamma: "bravo, veramente. Non tollero campioni che non siano anche brave persone"
"sì, mamma" 
"già. Lo sai Trantor, lui è..."
"sì, papà?"
"un grande allenatore"
"ah, già."
"inoltre è... Una brava persona, credo"
"ne sono convinta"
"sai, ha seguito la malattia della moglie, si è schierato contro l'omofobia e le scomme..."
"BRESÀ"
"bravissima!"
"volevi dirlo tu, ti sei trattenuto ma non resistevi perciò l'ho detto io"
"bravissima. Bresà"
"già"
"già."

43 commenti:

  1. Mi becco un cartellino giallo o rosso se confesso che le "t" del titolo le avevo lette invece come "d"? No dai, non dire che c'ho un chiodo fisso però! :-P

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  2. Ma "Bresà" esattamente sta per ...
    Per noi un po' sotto il PO.

    Grazie

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    1. Ecco, me lo chiedevo anche io che sono di origine eubea, quindi molto più a sud della linea gotica

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    2. Ah ho capito adesso! Portate pazienza, devo prendere il caffè.
      Bresà = bresciano ;)

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    3. Ah era facile! E alle 10.45 eri ancora senza caffè? Uhm...hai avuto una mattinata impegnativa

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    4. No no, avevo bevuto una moka alle 9.
      Ma mica mi basta!

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    5. Parallelamente parlando. ;)
      E sicuramente sono pure sotto la_citta_senza_fiume
      Ma siamo pur sempre il capo del luogo.

      Mi aveva despistato il fatto che da noi "brìsa" è negazione.

      Saluti

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    6. Brìsa negazione? Sono curiosa, adesso. Di dove sei, vagamente? :)

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    7. Ad occhio (anzi, ad orecchio) direi che anche lei vive nella citta con due torri. Brisa si tradurrebbe: "per niente"

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    8. Non lo sapevo. Ma da dove deriva?

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    9. No trantor non vive nella città sovrappeso e acculturata.
      Anche perchè qui il fiume c'è. In provincia scorre impetuoso e in città invece è per buona parte asfaltato (scorre sotteraneo, prima che vi vengano strane idee)

      Direi che con questo e quello detto da Giugiolone la città ora è inquadrata

      Trantor è un po' più a nord-ovest.
      Se no, non ho capito niente...

      Per l'etimologia di brisa (e mica) ho trovato questo:

      Spiegazione dell'indigeno:
      Brisa: negazione per eccellenza del vero [OMISSIS]. E' uguale al NON in italiano ma è molto più potente. Da usare in frasi perentorie (rigorosamente in dialetto) nelle quali non ci sia possibilità di replica da parte dell'interlocutore. "Oh cinno, brisa strazzer i maron!" = Ehi bimbo non rompere le scatole.

      Spiegone culturale:
      "mica, pedemontano e settentrionale in genere, l'etimologia è da ricercarsi nel lat. MICA(M) 'briciola di pane'. La voce è di tradizione dotta e di etimologia oscura, "se non lo si vuole annettere al gruppo cui appartiene minor 'più piccolo' (Cortelazzo-Zolli)."
      Il termina si grammaticalizza come particella negativa tout court (dopo esser passata a particella negativa rafforzativa; quest'uso lo si può già intravedere in latino, come si desume da questo brano di Petronio: "quinque dies aquam in os suum non coniecit, non micam panis"): in alcune varietà di italiano popolare non è inusuale trovarsi davanti a realizzazioni come: è mica vero!

      Stessa trafila si può supporre per brisa (e per l'it. bricia, deverbale di briciare) un antecedente latino parlato *BRISIARE 'spezzare', d'origine celtica. Tuttavia a quest'etimo (cfr. Cortelazzo-Zolli) vengono fatte obiezioni, per es. da Battisti-Alessio."

      Socc'mel, che sbadilata di cultura. ^__^

      Saluti.

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    10. Io adoro l'etimologia! Grazie per la spiegazione :) Non l'avevo proprio mai sentito.

      Hai capito, via. Ma fermiamoci qui, lasciamo quel filo di mistero per chi non è emiliano e capisce immediatamente ;)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ma i tuoi sono di Brescia città o vengono dalla provincia?

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    1. Uno della città e uno della provincia per non sbagliare ;)

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    2. Anzi, nel caso dei goti più che "provincia" bisogna dire "VALLI"

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    3. Chiari, Montichiari e la Franciacorta sono nel piattume piu' assoluto.

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    4. Sì, ma esistono anche le valli.

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  5. Ma te lo sai che io, brianzolo/milanese, se vado in Toscana piglio l'accento toscano?
    E spesso mi viene da parlare con accento romano (probabilmente se un vero romano mi sente gli s'accapona la pelle).
    In compenso, dalle mie parti (a est dell'Adda), di solito si usa la "ò", con accento grave. Il "dópo" pero' mi affligge.

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    1. Boh forse per voi milanesi è diverso. Ma raramente (anzi mai) ho visto l'accento bergamasco-bresciano soccombere ad accenti locali.
      Ma in effetti Brescia e Bergamo con Milano c'entrano proprio poco, eh. Solo io sento una differenza abissale?

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    2. Ricordati che quattro secoli fa facevano parte di due stati ben distinti.
      Si', fondamentalmente c'e' un abisso tra i due accenti.

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    3. Sì infatti, credo che sia proprio la causa. Succede lo stesso fra Reggio e Modena, con accenti e dialetti tutto sommato simili, e Parma/Piacenza, letteralmente altri mondi (per l'orecchio emiliano, che ovviamente è allenato a percepire le differenze).

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    4. Oddio, penso che anche un siciliano (tanto per dire qualcuno di sicuramente estraneo) riesca a distinguere tra Adda est e Adda ovest.

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    5. Mah. Io è tutta la vita che vedo gente confondere il parmigiano col bolognese

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    6. Ho capito, io riesco a distinguere un grossetano da un livornese da un pisano da un fiorentino da un pistoiese ecc., ma le differenze in quel caso son minime.
      Riesco a distinguere le variazioni locali del milanese/brianzolo, ma tra il milanese e il comasco c'e' molta meno differenza che tra questi e il bergamasco o il bresciano, molto piu' affini fra loro. Probabilmente anche io non saprei distinguere parmigiano e bolognese, ma non penso ci siano stravolgimenti eccessivi.

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    7. No, a questo punto tu la percepiresti eccome.

      Sai, credo che in realtà ci sia una commistione di fattori: da un lato evidente disabitubine ai dialetti emiliani da parte di chi non vive qui, dall'altro disabitudine proprio generale ad ascoltare e allenarsi a distinguere le cose, le differenze e a ragionarci sopra.

      E' così che certa gente va al governo.

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    8. E' semplice questione d'abitudine (e di piacere: a me dialetti e accenti piacciono un casino). A primo udito probabilmente non li distinguerei, ma dopo qualche mese forse potrei riuscirci.

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  6. Mio suocero ogni giorno mi dice: "S*****, dì BIGHERòL (con "o" chiusa), come si dice "carciofo"? ("articiocco!") E forchetta? ("pirù!")" e altre simili amenità.

    E poi, durante una coniugale disputa, ho esclamato:" TE Gà DIT DE NO!", e il mio personale goto mi fissava compiaciuto.

    Ciò che mi inquieta maggiormente è il fatto di comprendere I VECCHI quando parlano, e il grado di gotizzazione è pericolosissimo.
    C'è da dire che quantomeno il processo è anche inverso, per cui il sincretismo linguistico che ne viene fuori è abbastanza ributtante.
    Goti 1 - Magnogreci 0

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    1. "Ciò che mi inquieta maggiormente è il fatto di comprendere I VECCHI quando parlano, e il grado di gotizzazione è pericolosissimo":

      Sì, convengo. A me non succede, sto sempre talmente poco a Brescia e nelle valli che sono abbastanza impermeabile... Se non per le vocali, quelle invece mi si gotizzano subito.
      L'altro giorno in Val Camonica ho parlato (...) con una signora settantenne gota. Lei ha emesso suoni gutturali aspirati per 5 lunghi minuti; io chiedevo cose in italiano, cose ovviamente non pertinenti con le frasi precedenti, dato che non si capiva una sega, tipo "comunque belli i suoi gerani" oppure "qui è di nuovo andata su la lega", e lei rispondeva boh, HU HE ALURA A HU TE GA' HE HO'. Ad un certo punto mi sono ritrovata in casa sua, non ho mai saputo bene perché.

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    2. I camuni poi sono tremendi, basta che si inerpicano come stambecchi e sono felicissimi! (alura lo capiamo solo perchè abbiamo sempre sentito Gene Gnocchi, sennò col cavolo!).
      Annuisci con simpatia e sei a posto :D

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    3. Vacca i camuni sono un'etnia a parte!

      "Annuisci con simpatia e sei a posto", ma lol ;)

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    4. In camuno c'e' una corrispondenza biunivoca tra l'H aspirata nel parlato con la S nello "scritto". "TE GA' HE HO'" potrebbe ragionevolmente significare "ci sei sopra".
      Se pronuncio uno scioglilingua in camuno quale "Sic sac de soc sec soca' in so:l mu:r sota al su'u de setember" (dove i due punti indicano la dieresi per la lettera precedente e l'apostrofo l'accento), mi si sloga la mascella, vista la grande quantita' di aspirazioni.

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    5. TE GA' HE HO eccetera l'ho inventato di sana pianta, ma sono felice di avere inventato qualcosa che ha senso.

      Sì, non so infatti come facciano a parlare, ma d'altra parte sono camuni!

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    6. Avevo il sospetto che fosse cosi', perche' le strutture linguistiche sono abbastanza simili al milanese.
      E comunque anche a sud del Lago d'Iseo si nota una certa aspirazione.

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    7. Non c'entra un cazzo. Le hai viste le incisioni rupestri camune?

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    8. Astro, traducscion dello scioglingua pliiiis!

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    9. "[...] sotto il sole di settembre"

      (della serie grazie. Comunque molto poetico, questo finale. Attendiamo il resto, Astro)

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    10. Rilancio con : "La me murusa egia de Polpenase e la sa grata el cùl con le spinase", sempre sotto il sole di Settembre, s'intenda!

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    11. 1) Non c'entra un cazzo l'aspirazione a sud del Lago d'Iseo?
      2) Si', le ho viste in terza elementare in gita scolastica. E le ho apprezzate molto.
      3) Dovrebbe essere "Cinque sacchi di miglio secco seccati sul muro sotto il sole di settembre", ma non essendo bresciano ne' camuno potrei sbagliarmi. Ribadisco che pronunciarlo alla camuna fa venire una paresi alla mascella.
      4) E' abbastanza chiaro questo, invece.

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    12. Dio Thunder, mi sembra di essere a Gussago! :D
      Beh qui non ho bisogno dei miei per tradurre ;)

      Astro:

      1) non c'entrava una mazza col filone principale del discorso.
      2) belle, sì.
      3) mi fido. Grazie per la traduzione, non ci sarei mai arrivata.
      4) grandissimo comune di Polpenazze del Garda! :)

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  7. Ora che ci penso io non ho IDEA di come sia l'accento bresciano. Anzi non conosco nessun accento dall'Emilia in su. A parte vagamente il milanese. E il bolognese.

    Mi sento molto ignorante adesso.

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