Fanatismo

Trantor e i suoi genitori appartengono da irrimediabili anni alla categoria degli enigmisti fanatici.

Il Trantorpapà racconta sempre con orgoglio di quando, in servizio militare, guardando dal treno il cartello di Codroipo, si sentì euforico per aver individuato in soli 3 secondi il blasfemo ma pur sensato anagramma che si cela nel nome della località.

La Trantormamma consuma 2 "domenica quiz" alla settimana, e riesce misteriosamente a risolvere quegli schemi assurdi di 3 metri per 5 con definizioni alla rinfusa e senza numeri di casella, e soprattutto senza guardare le soluzioni.

Da piccola Trantor scoprì in casa il libro di Dossena "Anagrammi e giochi di parole. E goda chi apre l'immaginario"* e, una volta letto che anche gli antichi anagrammavano il proprio nome per conoscere il proprio destino, allora la piccola Trantor decise che l'enigmistica, gli scacchi e Borges dovevano essere suoi.

Da allora, Trantor ha attraversato varie fasi enigmistiche inquietanti:
- quella in cui ogni volta che trovava una parola panvocalica andava spasmodicamente a controllare se nell'elenco fornito da Dossena ci fosse, e in caso contrario l'aggiungeva, con somma soddisfazione;
- quella in cui era ossessionata dalla parola più lunga del mondo;
- quella in cui a furia di anagrammare lo scibile riuscì a contagiare con questa mania l'intera classe del liceo; e così via.

Ora, dal 1974 i genitori di Trantor anagrammano i nomi e cognomi di amici e parenti, con tesserine di carta rigorosamente hand-made, ed il fido quaderno in cui annotano i risultati.
Devo dire che il quaderno degli anagrammi è una delle cose a cui siamo tutti più affezionati.
Il buffo è trovare a volte anagrammi che sono perfettamente il nomen omen della persona anagrammata; ancora più buffo è trovarsi di fronte parole sconce, e usarle senza alcuna censura ridendo come delle bisce (le parole sono pur sempre parole!).

I tre serial-anagrammatori operano in questo modo:

Mamma - specializzata nel trovare risultati spesso totalmente assurdi, e soprattutto nel cercare di difenderli a tutti i costi (robe tipo "candela à libro, tu serpe" oppure "ah vetrai? guido mela", tanto per capirci). Di norma, è quella che però trova più soluzioni notevoli.

Papà - ossessionato dal voler trovare all'interno della stessa stringa parole tutte attinenti, solitamente tutte musicali, o città, o parole classiche. Quando ne trova uno bello reagisce come se il milan avesse fatto gol. Di norma la prima cosa che guarda è se tra le lettere ci sono parole sconce.

Trantor - prende la cosa troppo seriamente. Se scopre una bella parola e non riesce a costruire con quella una frase compiuta prova del male fisico. Di norma trova un anagramma bello ogni 37. I restanti sono accozzaglie senza senso, ma avendo preso dalla madre cerca inevitabilmente di giustificarli agli occhi del mondo come se fossero figli suoi.

Insomma, tutto questo per dire che se il vostro nome non è stato ancora anagrammato, noi non aspettiamo altro.


PS: per la cronaca, alcuni anagrammi del mio nome: "specchiati le virtù", "capti veli etruschi", "capi turchi e svelti", "urlavi: specchietti!!!"