giovedì 3 luglio 2008

Scatolino

Oggi, in stazione, di ritorno dall'università, sul binario per Fidenza.
Tutta accaldata, il cuore ha un sobbalzo: ad aspettarmi c'è Scatolino.

Scatolino è il valoroso "chiamiamolo treno" a diesel composto da una sola scatola*, solitamente impiegato su certe linee considerate da trenitalia sottosviluppate (roba tipo Piacenza-Cremona o Parma-Brescia, noti paesucoli disabitati del Congo profondo).

Scatolino, come io e l'amica Elaine l'abbiamo affettuosamente ribattezzato al primo anno di università (quando ancora scrivevamo i ricorsi a trenitalia per i ritardi e la sporcizia, ah gioventù idealista! Ma questa è un'altra storia), Scatolino dicevo non solo sospettiamo sia uno dei residuati bellici della guerra di Crimea, ma è anche uno dei responsabili più illustri e orgogliosi del buco dell'ozono.
Il capotreno non lo accende appena prima di partire, ma 45 minuti prima, affinché la carrozza interna si trasformi in una camera a gas; i ridenti interni ricordano le diligenze pre-indipendenza americana, ci sono tracce di frecce apache sotto i sedili e questi sono popolati da colonie di amiche cimici.

Scatolino oggi era sempre lui, ma rimesso a nuovo: vernice fiammante completamente rifatta, sedili ricoperti di tessuto nuovo, tende nuove, pavimento stranamente lindo, nuove anche le targhette Belle Epoque con scritto "prima classe - seconda classe" (eh, ci sono le caste anche in una carrozza sola, che credete).

Ora, io mi chiedo: siamo atterrati su Marte, è possibile clonare pecore, hanno inventato l'auto che va a vino, esiste una cosa chiamata fastweb, ma non è venuto in mente a nessuno che al posto di spendere soldi per rimodernare uno scatolame a diesel forse sarebbe stato meglio comprare una carrozza elettrificata? No, eh?




* leggi "carrozza"

Nessun commento:

Posta un commento