mercoledì 7 marzo 2012

Giubbini scamosciati, bassotti, manoscritti e bisce impazzite

Un concerto al museo. Cronistoria fedele

Un po' di tempo fa io e gli sparaventose abbiamo tenuto un piccolissimo concerto nel Museo della mia città senza fiume.

In realtà non si trattava di un vero e proprio concerto, bensì di un incontro della locale deputazione di storia patria in cui eravamo coinvolti in 3 relatori, uno di cui non ricordo nulla, uno che doveva parlare del fondo conservato presso #sconosciuto archivio cittadino e io, che dovevo parlare di un paio di manoscritti polifonici da cui ho trascritto alcuni pezzi.

Al termine, piccola esibizione degli sparaventose per fare sentire i 3 mottetti trascritti da lì.

ore 14.30
Ci troviamo per provare.

La conferenza è alle 16, e ogni relatore ha a disposizione un quarto d'ora come da incessanti raccomandazioni degli organizzatori, per cui alle 15.30, a prova finita, mi sembra ovvio lasciare i coristi liberi ed esclamare "yeah, alle 16 si comincia, 10 minuti accademici, alle 16.20 il primo relatore, alle 16.35 il secondo, alle 16.50 parlo io, alle 17.10 cantiamo, alle 17.45 cazzeggio, alle 19 siamo tutti al ristorante. Comunque non vi allontana..."

Solo che tenere unito un coro tra la prova e il concerto è come avere per le mani una muta di 15 bassotti esagitati e slacciare improvvisamente tutti i guinzagli.

L'effetto è sempre, sempre quello di 15 bisce impazzite che sgusciano via in tutte le direzioni del creato alla velocità del suono, con in faccia il caratteristico sguardo di chi deve prendere un importantissimo aereo per Los Angeles - o che (se preferite) è proprio lo stesso sguardo fisso nel vuoto di chi è in disperata astinenza dalla triade smartphone-caffè-sigaretta.

ore 16.36
Si comincia con un <sarcasmo>certo</sarcasmo> ritardo.
Ricordiamo che ho fatto venire lì i coristi ad orari inauditi sommergendoli con la mia solita ansia incommensurabile, privandoli del sacrosanto caffè post-pranzo e del gran premio di Imola, visto che è domenica, e noi cantiamo per ultimi.
E per giunta solo 3 pezzi.
Dopo 3 conferenze chiusi in un museo polveroso.
Mentre fuori è primavera.

E' naturale che un po' mi odino.

ore 16.58
Dopo 20 minuti di sproloqui inutili il presidente della seduta si degna di far cominciare il primo relatore.

ore 17.25
Siamo già fuori di un tempo imprecisato, e il primo relatore sta ancora blaterando qualcosa di accademicamente insulso.

Tuttavia in realtà il primo relatore non è male; è il secondo, il problema.

Si tratta un tizio in giubbino scamosciato che dalle 17.34 sta andando avanti a parlare di filze, faldoni, buste, fascicoli di quel #dannato archivio cittadino senza interruzione, ossia da quarantacinque minuti.
45.
Quarantacinque.
E vi pregherei di notare che qui non sto esagerando, erano veramente 45, esatto, quarantacinque, 45 minuti di soliloquio tedioso con voce da seminarista afono nonostante la mia faccia in prima fila e i gesti minatori di #organizzatore di fianco a lui.

Indovinate chi è l'idiota che ha passato gli ultimi due giorni a cronometrarsi ossessivamente per stare dentro il quarto d'ora.

ore 18.32
Al trentesimo riepilogo della situazione dei faldoni e dei fascicoli e delle buste e delle filze di quel cazzo di fottutissimo archivio cittadino due coristi si impiccano alle sculture contemporanee, un altro si sostituisce di nascosto ad un Cristo fiammingo.

Dato che comunque non manca moltissimo faccio un giro per le sale del museo nell'illusorio tentativo di ricomporre i coristi e tenerci pronti.

Alle solite: #coristaAvvocato viene trovato chiuso dentro la teca del Parmigianino, #coristaDina si sta ancora vestendo, #coristaMax sarebbe l'unico pronto ma sta discorrendo del kamasutra con il sorrisetto di chi uscito da lì a differenza di tutti gli altri combinerà qualcosa e #coristaX viene rinvenuto solo, nella stanza dei manoscritti, mentre ride come un folle.

Due nel frattempo si sono persi nel vescovado, uno è stato visto l'ultima volta al caffè "Jessicah" in compagnia di una bionda e #coristaDindo mi gela dicendomi che fra 4 minuti 4 deve andare a prendere i figli alla partita di calcio delle medie.

ore 18.41
Blocco #coristaDindo con gli occhi lucidi e una promessa qualsiasi e, finalmente, espongo la mia relazione.

ore 18.55
Finalmente, cantiamo.

Cantiamo anche abbastanza bene.
Per l'ansia di non perdere #coristaDindo - che oltre a cantare col cappotto e le chiavi della macchina appese al mignolo minaccia di andarsene ogni 4 battute - attacco tutto 5 o 6 tacche di metronomo più veloce.

Poi grazie al cielo andiamo a cena.

20 commenti:

  1. Tu però fai venire l'ansia...

    Che palle i logorroici. Bisognerebbe fare come in alcune conferenze, dove trascorsi gli X minuti previsti parte un cicalino ed ogni 30 secondi cresce di intensità.
    Oppure fargli scorrere un puntatore rosso dal petto allo scroto. Dovrebbe cogliere.

    Notevole che abbiate cantato un pezzo sacro a ritmo di charleston.

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    1. Esatto, magari. Invece del ciaclino piccole scosse elettriche che crescono di intensità, come in quel film di 007?
      Bella l'idea del puntatore.

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    2. PS: certo che sono ansiosa! Se dovessi governare un nugolo di coristi come i miei berresti lexotan direttamente dal flacone!

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  2. Io propongo il mitico bastone uncinato che trascina l'indesiderato fuori scena.

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    1. Buona anche questa, arrivo io lo arpiono e lo trascino via mentre si divincola. Poi torno ed elegantemente attacco a parlare di manoscritti miniati.

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  3. Quella del puntatore rosso però come idea non è male... sempre che il logorroico abbia avuto 5 minuti di tempo nella sua vita per guardare qualche film/telefilm oltre a parlare senza soluzione di continuità, che se no mi sa che non coglie il senso di pericolo imminente.
    In tal caso, però, il bastone uncinato effettivamente vale per tutti... oppure una bella botola appena dietro il "podio/leggìo" (e poi chi s'è visto s'è visto, mica andarlo a cercare nei sotterranei del palazzo, eh?).

    PS. Se passi da me, c'è una cosina per te! :)

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    1. Avendolo visto in faccia direi che NO, non ha mai visto un film in vita sua.
      Dev'essere sempre vissuto dentro un archivio, uscendo magari solo per comprare il giubbino di renna scamosciata (orrendo, peraltro).

      Ah, la botola!

      E grazie per il premio (e la fiducia)... :) Appena ho un attimo ti ringrazio a dovere cara!

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  4. il puntatore rosso piace anche a me.
    è lo stesso che ho montato sulla mia .50 Desert Storm (ovviamente caricata a pallottole a testa cava) :-D

    per l'uso improprio di metronomo, sei una grande... hai inventato lo Speed Gregoriano... potrebbe essere un successo... aggiungici una chitarra elettrica ed il suono di una motosega e ti trovi sul palco del "monsters of rock" in un amen.

    Seamus

    PS: io cmq avrei usato l'allarme antincendio per fermare il logorroico. od avrei detto ai coristi che in tasca aveva le pizzette del rinfresco.

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    1. AHAHAHAHAAH fantastico, i coristi-piranha! Splendida, oppure tipo il finale di Profumo di Sueskind...

      Che poi la cosa di cantare o suonare più velocemente a seconda delle esigenze del momento (o anche di piantare lì a metà una toccata per organo non appena entrava in prete, all'inizio della messa) era prassi tipica dell'epoca, quindi in realtà non ho inventato niente. :)

      Quanto alla chitarra elettrica ci pensiamo un attimo, non dirlo troppo forte che poi i coristi mi si presentano alle prove con la Fender, ok?

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    2. Aggiungici anche i bonghi, va... cosi' riscuoti piu' successo ai matrimoni. [ROTFL al ricordo del PDS]

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    3. Lol per il PDS ;) ah con bonghi e Fender saremmo finalmente in grado di spodestare le Chitarre Del Cazzo dalle chiese!
      Son soddisfazioni.

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  5. Ecco, io quelli così non li sopporto. Gli dici che hanno 15 minuti per fare il loro intervento ma se ne prendono 50. Se fossi un'organizzatrice di convegni, a gente così salterei al collo ringhiando e sbavando appena sforano di mezzo minuto. Tipo cane rabbioso.


    Comunque, tutte le volte che leggo "PDS" mi viene un colpo perchè è la sigla che usiamo per chiamare uno dei professionisti dello studio xD

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    1. Infatti, gente insostenibile e che soprattutto non ha alcun rispetto per gli altri. Egocentrici e basta.

      Ah ah ognuno ha il proprio PDS ;)

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  6. è che poretto, quando mai gli capiterà più di avere un uditorio educato e/o incastrato alle sedie per una quantità n di tempo, più un microfono (afono)?
    il concerto più bello che abbiamo organizzato al museo è stata la sinfonia dei giocattoli eseguita da una microrchestra junior, con esibizione dai depositi dei giocattoli '700-'800 della collezione M. (STRASIGH)
    ad integrazione doverosa, necessità dei coristibassotti tra prova e concerto: caffè sigaretta sms - chiarimento di alcune cosette col m.o direttore - ripasso veloce di battuta quindici aperitivo alcolico (l'alcol favorisce l'intonazione nel registro acuto) con olive (che puliscono la trachea) trucco occhi bocca fard mascara (estate millenovecentonovantotto la nona di beethoven in piazza maggiore a bologna diretti da penderecki avevo lasciato a casa il mascara, corsa a comprarlo in farmacia, entrata l'attimo prima della prima battuta del primo movimento) spilla no forse meglio collana no meglio spilla tacco alto o tacco basso pettegolezzo dell'ultimo minuto ma poi si va in pizzeria, vero? facciamo le file prima gli uomini no prima le donne no prima i bassi tu sei la prima a entrare e l'ultima a uscire no forse il contrario ma dov'è il maestro, che lo cerca l'organizzatore? non so, probabilmente è chiuso in camerino con lo xanax.

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  7. Da "caffè" a "xanax": ecco, per chi crede che io esageri nelle cronistorie dei concerti, finalmente la prova provata! Witness! Bassotti esagitati anche voi, allora (ero così anch'io, eh ;) )

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    1. PS ma quanto ti capisco, tacco alto o basso? Manca il mascara, nooo! E vogliamo parlare del solito casino per far entrare i coristi in fila, che ogni volta sembra di dover far partire un'operazione di guerra nel Pacifico? :D

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    2. lo sbarco in normandia. che poi, una volta messici quei dieci minuti porconando a voce alta litigando e rompendo amicizie e matrimoni il risultato invariabilmente è: un emiciclo sghembo con un grosso buco in mezzo seminascosto da un po' di soprani che cmq si schiaffano in prima fila e due o tre bassi alti un metro e cinque che si ritrovano davanti otto contralti alti due metri gente che non riesce ad aprire le parti e nessuno vede il maestro.
      mah.

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    3. AHAHAHAHAH esatto. Morta dalle risate :D
      Ne farò subito un post (ovviamente in questo caso sei coautrice!)

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    4. sono iscritta alla SIAE.

      ... no, no, scherzo!!!!!!!! :D (ghigno satanico)
      (perché, un bel post sui borderò e sui tariffari SIAE, no? vabbè che tu tratti tutta gente morta da almeno cinquecento anni, quindi tutto P.D., I suppose)

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    5. SIAE, siamo incapaci, avidi ed esperti nel fregare a soldi.

      Un post abbastanza schifoso sui bordereaux (si scrive così?) l'avevo scritto, tempo fa: much ado about nothing. Sì, tutto di dominio pubblico, GRAZIE AL CIELO!

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