domenica 1 giugno 2008

Cronistoria concerto 3 - Forlì

Il coro di Trantor ieri (sabato 31 maggio) è andato in trasferta a Forlì per un concerto per la Società Teosofica.
Come sempre, segue resoconto fedele.

Ore 10.00
Partenza; per un solo giorno di spostamento Trantor sembra un albero di Natale, con leggio abito parti tastierina portatile giacca zaino spartiti dei Beatles cappello borsa registratore navigatore.
Carichissimi, in tutti i sensi, entriamo in autostrada nel nuovo, fiammeggiante casello tra S. e T.

Ore 10.45
Coda.
Avendo saputo di un incidente con coda in aumento poco dopo il casello di Reggio, la macchina con Trantor decide astutamente di uscire e fare la via Emilia normale per rientrare a Modena Nord.
Non l'avesse mai fatto; gli altri, che prima erano bloccati in coda, appena l'auto di Trantor ha imboccato e si è arenata in coda sulla via Emilia le comunicano che sull'autostrada "ora la coda è risolta".

Ore 11.00
L'auto con Trantor entra a Modena Nord.
Come si arriva davanti al macchinino coi biglietti, i biglietti finiscono.
Dopo 5 minuti di attesa, misteriosamente un biglietto viene sputato fuori e i Nostri ripartono.

Ore 11.25
Coda.

Ore 11.46
Coda.

Ore 12.03
Coda.

Ore 12.14
Coda.

Ore 12.30
Fermi ormai da eoni nell'anello di Bologna, Trantor ha finalmente capito cosa vuol dire partire in direzione della riviera in un giorno da "bollino rosso".

Ore 12.45
Trantor cerca di chiamare l'organizzatrice, che li aspetta già a Castrocaro a tavola per il pranzo offerto, ma scopre di non avere più il suo numero sul cellulare; Trantor si sente un'idiota poco furba.
Si prova quindi l'ebbrezza di chiamare il 1240 per contattare il ristorante.
La sigla "12 40 suona fischia e canta" rimarrà in testa agli astanti per circa 6 ore.
Trantor capirà un'ora dopo di avere effettivamente memorizzato il numero, ma sotto il secondo cognome dell'organizzatrice.

Ore 13.30
I Nostri escono al casello di Faenza; il navigatore, probabilmente programmato da un burlone, li guida alla volta di Castrocaro ritenendo indispensabile farli passare per tutte le stradine imboscate della più bassa campagna forlivese.

Ore 14.00
Si arriva a Castrocaro. Pranzo offerto dai Teosofici rigorosamente vegetariano.
I camerieri sembrano non apprezzare l'ironia dei coristi sul fatto di essere arrivati un po' in ritardo.

Ore 15.30 - 17.30
L'intero repertorio dei Beatles e delle canzoni italiane più note viene rispolverato nel parco delle terme di Castrocaro, grazie alla chitarra del basso Fausto.
Sentendoci in colpa all'idea di non cantarli, non possono mancare "C'era un ragazzo", "Alba chiara", "Hey Jude" e "Let it be".

Ore 18.00
Alla ricerca della chiesa, i Nostri riescono a percorrere per 5, dico 5 (e vi giuro che non esagero) volte una specie di anello labirintico nella circonvallazione di Forlì, grazie 
1) al vago senso di orientamento di Trantor
2) al navigatore burlone di Max
3) al navigatore burlone di Trantor
4) al "mi sembrava di avere visto una traversa... Accedenti no è tutto un senso unico"
5) alla totale mancanza, a quanto pare, di strade a doppio senso in quel di Forlì, nonchè di cartelli con le indicazioni.

Ore 18.30
Si arriva nella bellissima basilica di S. Mercuriale.
Dopo il pranzo teosofico-vegetariano, i Nostri pregustano la piadina alla porchetta / nutella / salame che consumeranno dopo, poiché  "essendo in Romagna, una piada non può mancare!"

Ore 19.15
Prova generale. L'acustica è buona; la sensazione di cantare in un'immensa chiesa romanica è bellissima.

Ore 21.00
Il concerto inizia, e va benissimo; Trantor mentre presenta non resiste e usa la solita storiella "è la prima volta che ascoltate questi pezzi da 500 anni", pare notevolmente apprezzata dal pubblico.*

Ore 21.23
Durante un pezzo di Victoria, con un piccolo infarto a Trantor viene in mente di essersi dimenticata di registrare. Peccato.

Ore 22.30
Il Teosofici non solo consegnano a Trantor un lauto rimborso-spese di cui nessuno sapeva l'esistenza, ma anche un mazzo di gigli bellissimi di cui Trantor va subito orgogliosa e un fermacarte in argento (!) con il loro simbolo, vagamente massonico, ad ogni corista.
C'è chi già medita di esporre il fermacarte con simbolo massonico in ufficio, onde suscitare timore nei colleghi.

Ore 22.35
Usciti dalla canonica, il coro incontra il parroco: "Ah, siete stati bravissimi... C'è stato solo un problema, mi sono addormentato in sagrestia. ... Sì insomma, ero stanco... Però voi siete stati bravissimi"

Ore 22.40
Convinti che sia la cosa più facile del mondo, essendo in Romagna, il coro cerca una piadineria.
Dopo ricerche vane, dei passanti informano tutti che "no, qui piadinerie non ce ne sono... Al limite una vicino all'autostrada [che non abbiamo mai trovato, ndr], se no dovete andare al mare".
In compenso, se il coro amasse il kebab, avremmo potuto mangiarne intere casse.

Ore 23.00
Delusi dalla mancanza della piadina (voglio dire, a Reggio la fanno in tutti i bar), i Nostri ripiegano sul menu rustichella dell'autogrill.
Si riparte, stanchi ma soddisfatti.


* Trantor ci tiene a sottolineare che la cosa sarebbe assolutamente vera, SE il coro non avesse già fatto in questi mesi altri concerti identici

3 commenti:

  1. ti si legge scorrevolmente con piacere :)
    se esibivi il simbolo massonico ti offrivano piadine anche i tombini

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  2. Grazie! :-) Ah dici che è stato quello, eh? Acc, ad averlo saputo...!

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  3. Cronaca fedelissima di quello che è successo. E' bello poter dire "c'ero anch'io !"

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