lunedì 16 giugno 2008

Ho cambiato idea

Anno scolastico di pianoforte appena passato.
L'allieva L., studiosa, entusiasta e dotata, inizia le lezioni a metà anno; riesce a mettere su in sole 10 lezioni due brani relativamente impegnativi.
Siccome Trantor crede (l'ha imparato a sue spese) nell'importanza di suonare in pubblico ogni volta che ce ne sia l'occasione, tanto per impratichirsi, e soprattutto dato che l'allieva è grandicella, caldeggia con i genitori la prospettiva del saggio.
Come, del resto, per tutti i suoi allievi
.

Mamma di L.: "il saggioooo?! Ma no, ma come? Ha fatto solo 10 lezioni"
Trantor: "ma è brava, suona bene, e sono sicura che il saggio non solo sarà un'esperienza formativa ma che lo ricorderà anche con piacere"
Mamma di L.: [con mossetta altezzosa] "beh, credo che nella vita ci sia tempo per i saggi, non è il caso di avere fretta"
Trantor: "ma veramente lo fanno tutti gli allievi, anche quelli di 7-8 anni, e comunque se è per questo lo fanno anche quelli di 3 anni del corso 'musica in culla'"
Mamma di L.: "beh, vedremo; io comunque non sono d'accordo"

Poche settimane dopo, sull'onda dell'entusiasmo per lo strumento, L. decide di fare il saggio.
Il saggio viene benissimo: L. è una dei pochi miei allievi che riesce a non accelerare e ad eseguire anche i colori, nonostante sia al suo primo saggio.

Mamma di L.: "L. è stata bravissima!! ...Certo che però, forse lei [Trantor, ndr] lo poteva anche dire davanti a tutti che L. ha fatto solo 10 lezioni..."


I genitori degli allievi spesso snervano.

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