sabato 24 maggio 2008

Cronistoria concerto 2 - Ai confini della realtà

Concerto del coro di Trantor, qualche mese fa (lo so lo so, l'aneddoto è ormai passato ma è talmente assurdo che merita).
Il coro deve cantare un quarto d'ora all'inaugurazione di una importante mostra d'arte ("come se mettessimo su un cd", è la geniale richiesta dei committenti); il tutto dovrebbe avvenire alle 18.45, dopo la presentazione.
La mostra è situata in una chiesa, per cui il coro con gioia potrà cantare da una splendida cantoria barocca.

2 giorni prima - Trantor viene contattata per il concerto; leggermente sconvolta per il poco preavviso concesso (della serie meglio tardi che mai), chiama tutti i coristi e anche 3 cantanti professionisti aggiunti, di cui 2 venuti apposta dalla bella Cremona (la loro vita rimarrà segnata per sempre), dato che logicamente i coristi che lavorano non possono organizzarsi in tempo per avere permessi o cambi-turno solo 2 giorni prima del concerto.

Giorno del concerto - ore 17.
Il coro si ritrova per provare. Bisogna salire in cantoria: la situazione ricorda "Indiana Jones e il tempio maledetto".
Anzi, Indiana Jones è stato più fortunato.
La cantoria infatti è rimasta chiusa per circa 30 anni e noi siamo i primi pionieri a risalirci dalla fine della guerra fredda.
I gradini sono alti misure variabili e casuali tra i 25 ed i 37 cm, il che chiaramente non è simpatico. Più che altro perchè intorno non si vede una beneamata cippa.
Tutto intorno ci sono chiodi, sedie rotte, pezzi del povero organo ormai distrutto, spuntoni vari, piccioni morti.
Ovunque si è depositato uno strato di 3 cm di escrementi su cui non si è indagato.
Trantor dimostra il suo solito genio indossando scarpe con tacco 8.
Un contralto, con temporanei problemi alle ginocchia, infine desiste e rimane giù.
Un basso, una volta salito, guardando nel vuoto si interroga inquieto sul tema "Io però non ho fatto l'antitetanica".

Ore 17.15
L'intrepido coro-Jones prende comunque la cosa in ridere, come da sua buona abitudine.
Si inizia a provare, e tutto fila liscio; l'acustica è ottima e fa ben sperare.

Ore 17.30.
Trantor incontra gli organizzatori, secondo cui una suggestiva esecuzione nel buio più totale sarebbe tanto, tanto gradita, per non dire obbligatoria.
Trantor e i coristi si limitano a connettere il paio di neuroni necessari e replicano, con un ingenuo sorriso, che veramente al buio totale non si leggono gli spartiti, né si vede il direttore.
Ha quindi luogo questo geniale dialogo:

Organizzatori: "Beh, il buio totale è la richiesta del curatore della mostra... Ci spiace ma non c'è altro modo"
Coro: "... Come non c'è altro modo?"
Organizzatori: "... Userete i cellulari dai!"
Coro: "Beh, ma noi non possiamo cantare così... Semplicemente non ci si riesce, come facciamo a tener su gli spartiti, e anche i cellulari, che poi ogni 2 secondi si spengono??"
Organizzatori: "Eh, ma però il momento musicale ci deve essere assolutamente, al buio, ma ci deve essere"
Coro: "... E poi il pubblico che intanto dovrebbe guardare la mostra, come fa se c'è tutto buio?"
Organizzatori: "No, il curatore vuole AS-SO-LU-TA-MEN-TE che ci sia buio"
Coro: "..."
Organizzatori: "..."
Coro: "..."
Organizzatori: "..."
Coro: "..."

Ore 17.40.
L'impasse viene sciolta da un genio non meglio identificato, che propone di comprare delle lucine portatili da libro.
Fortuna vuole che di fianco alla chiesa ci sia un negozietto "tutto a 99 cent", dove vendono le sante lucine.
Organizzatori: "Uff ok, ora andiamo a comprare le lucine... Quanti siete?"
Coro: "Siamo in 15; magari prendetene 17 o 18, così se succede qualcosa ne abbiamo di scorta"
Organizzatori: "Eh no, eh? Se siete 15 ne prendiamo poi 15!!"
Coro : " e "
[Il coro-Jones è stato comunque più furbo, visto che in realtà i coristi erano 13 eh eh eh ]

Ore 17.50. Il coro, ormai quasi soffocato dalle risate, monta le lucine su ogni propaggine umana conosciuta.
Trantor ha diritto a due lucine, dato che una sola non riesce ad illuminare sia lo spartito che le sue mani, e ho detto tutto sull'intensità delle lucine.
Da giù, la mamma di Trantor immortala per sempre l'immagine comica del coro-speleologo.

Ore 18.00. Con un anticipo di 45 minuti sulla tabella di marcia, gli organizzatori corrono affannati su in cantoria e chiedono al coro di cantare subito.
Si spengono tutte le luci, e il coro accende le magiche lucine azzurre.
Si parte a cantare. Durante il primo pezzo, a circa 38 secondi dall'inizio, si levano proteste dal pubblico.
A quanto pare, c'è chi essendo ad una mostra vorrebbe anche magari vedere le opere esposte, durante l'ascolto.
Fiat lux, le luci della chiesa si accendono.
Il coro-Jones continua a cantare, con un ridente "noi ve l'avevamo detto" nel cuore.

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