Quando finii le medie, nonostante mi interessassero ma non capissi una mazza di materie scientifiche, nonostante tutti mi dicessero "classico, classico!!!", oppure "conservatorio, conservatorio!!!", io scelsi il liceo scientifico.
Tra i possibili indirizzi, scelsi il PNI (piano nazionale informatico).
Il più difficile. Quello con più ore.
Quelli del tradizionale uscivano tutti i giorni alle 12.25, se non alle 11.50.
Noi uscivamo sempre alle 13.10.
Scelsi anche l'unica classe che in più avrebbe studiato tedesco.
Ovviamente, la seconda lingua che avevo fatto alle medie era francese.
All'università, mi misi subito all'opera per inserire nel piano di studi gli esami più complessi.
Inserii due esami non obbligatori di lingua e letteratura latina, frequentati in media da 4-5 studenti, per i quali studiai mesi, e imparai quasi a memoria 2 libri dell'Eneide.
In seguito mi auto-ringraziai, ma a tutt'oggi sono gli esami per cui ho sputato più sangue (e non faccio lettere antiche, eh).
All'esame di storia della musica barocca e classica, invece dei 10 approfondimenti d'analisi che avrei dovuto portare, ne portai 14. Comprese delle sonate di Beethoven incasinate.
Quando scelsi la materia della tesi triennale, fra i 3-4 prof possibili andai direttamente da quella più severa, con la fama di essere tra le più impegnative, il capo del dipartimento.
Quella insomma che agli esami non di rado qualcuno esce piangendo (scusate l'italiano, ma se no la frase non mi veniva).
Scelsi inoltre uno studio non compilativo, dove non esisteva quasi bibliografia.
Mentre gli altri fecero ottimi lavori nelle 40-50 pagine richieste, io me ne uscii con 2 volumi, il primo di 70 pagine, il secondo di 300, con tutte le trascrizioni inedite.
Ed era una tesi triennale.
E se ho fatto la triennale a quel modo, mi viene la nausea pensando a quanto spenderò dal cartolaio per la specialistica.
E quando infatti scelsi la tesi specialistica, andai dal prof considerato uno dei più preparati e disponibili.
Ovviamente, essendo il più preparato e appassionato, la bibliografia generale da inserire nella tesi non ha fine.
La bibliografia relativa invece allo specifico del mio studio non esiste. Può essere un vantaggio.
Oppure una terribile scocciatura.
All'esame di drammaturgia antica a, oltre al resto del programma, dovetti scegliere tra due libri da portare all'esame: o "il teatro greco", di circa 100 pagine, praticamente un sunto di quello che la prof aveva ampiamente spiegato al corso.
Oppure "il teatro romano", di 550 pagine, di cui al corso avremo fatto più o meno il 2%.
Io scelsi "il teatro romano".
La prof mi guardò a metà tra la compassione ed il rispetto.
"Ma perchè ha scelto questo? Cioè, complimenti, non l'aveva mai portato nessuno! ma... perchè?"
Ecco appunto. Perchè?
Perchè?
RispondiEliminaEh, saperlo! Cmq alla fine spesso mi auto-ringrazio. Altre volte semplicemente no :-)
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