lunedì 12 maggio 2008

Cronistoria concerto

Ieri sera, nella ridente località mantovana di G., si è svolto un concerto del coro di Trantor.
Segue cronistoria fedele.

Ore 10.00. Trantor scrive un sms all'organizzatrice per avvisarla che il coro, sulla scorta dell'ansia galattica del direttore, vorrebbe avere la chiesa aperta dalle 19.20 per provare.

Ore 13.00. Trantor si chiede che ne sia stato dell'sms; inizia a telefonare all'organizzatrice, la quale, astutamente, non risponde.

Ore 16.00. A seguito di sopraggiunti problemi familiari, i genitori di Trantor vanno a Brescia. Trantor rinuncia definitivamente all'idea di caricare da sola il pianoforte elettronico ("chissenefrega dell'Ave Verum, faremo tutto a cappella, amen").

Ore 16.05. Mozart si rivolta nella tomba (o meglio fossa comune, o meglio boh).

Ore 18.00. Il livello di ansia di Trantor giunge al culmine. Dopo aver telefonato a 3 persone diverse le quali non c'entrravano nulla, Trantor riesce ad avere il numero di casa dell'organizzatrice; i di lei genitori la informano che l'organizzatrice leggerà senz'altro gli sms, quando si sveglia.

Ore 19.25. L'organizzatrice chiama Trantor, dicendo che sta venendo ad aprire la chiesa, che l'sms l'aveva letto subito, ma che per motivi suoi in genere non risponde mai.
Trantor si chiede a cosa siano servite 9 ore e 25 minuti di ansia gratuita.

Ore 20.30. Leggendo i programmi di sala, il coro si rende conto di aver misteriosamente e a sua insaputa cambiato nome: da Cappella Musicale S. Francesco da Paola è divenuta Cappella Musicale S. Francesco da Padova.
Anche il buon Tomas Luis de Victoria, pace all'anima sua, è diventato Victiria.
Sempre meglio di Orlando di Tasso, comunque.
Ci si chiede quindi che senso abbia che gli organizzatori riscrivano il programma di sala, quando il direttore l'ha apposta spedito via elettronica per essere copia-incollato senza danni.

Ore 20.50. Trantor, mentre conversa amabilmente con i suoi coristi in canonica, si appoggia su di un ridente tavolo, che sembra essere sempre stato lì apposta per quello. Dato che invece uno dei suoi piedi era evidentemente finto, il ridente tavolo cade.
Peccato che sul ridente tavolo ci fossero una bottiglia di acido muriatico, 2 flaconi di idraulico liquido, e uno scatolone contenente 18 vasetti di vetro.

Ore 21.00. Il concerto si svolge senza intoppi, e il coro canta davvero bene.

Ore 21.45. Mentre presenta, Trantor si chiede quanto ancora potrà usare la storia "pensate, questa sera ascolterete questo brano per la prima volta da 500 anni!", il che è in un certo senso vero, ma al prossimo concerto nello stesso posto bisognerà pur inventarsi qualcos'altro.

Ore 22.40. Si va a mangiare in una ridente e distinta trattoria in quel di Gazzuolo.
C'è chi ordina una teglia enorme di spaghetti allo scoglio, teoricamente per 5 persone ma che si rivela sufficiente a sfamare tutti i coristi con rispettive famiglie.
I discorsi ridanciani passano dalle disavventure alimentari (i vermi vivi nel pollo della coop), a "quando squartavamo i topolini vivi per gli esperimenti di farmacia", a "noi invece vivisezionavamo le rane per studiare l'elettricità", a "una volta in ambulatorio mentre visitavo un cane gli è uscito un occhio dalle orbite. Poi però l'ho rimesso a posto".

Ore 24.00. Stanchi, satolli e soddisfatti, ci apprestiamo a ripartire dalla ridente Gazzuolo.
Ci si lascia così:
"certo che questi posti fuori dal mondo sono deprimenti"
"ma no, è così poetico!"
"qui è tutto sognante..."
"io qui mi sparerei dopo un'ora"
"eh, questi posti sono come la nebbia: va bene farla entrare apposta in cantina perchè fa bene al culatello, però che 2 *****!!"

4 commenti:

  1. mi consolo! l'altro giorno - primo vero concerto come solista - Mauro Giuliani è diventato Giuliana (chi è? la signora del pianerottolo accanto?). Va bè che gli autori per chitarra sono sconosciuti, ma...

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  2. Ah ah! :-) sì gli organizzatori ne fanno davvero di tutti i colori...!

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  3. Mi rendo conto che per un artista sarebbe fondamentale vedere il proprio nome sul programma di sala e non quello della sciura del pianerottolo però c'è di peggio:quando ti sbagliano il nome in stecca su tesserino sanitario, pergamena della laurea, tesserino dell'ordine professionale è come dire SECCANTE?

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  4. SIREL: No... Stai scherzando? Ma che nome/cognome hai?? Comunque ti capisco, io ho un cognome stranissimo e tutti, da quando sono nata, sbagliano il numero delle R (ce ne vuole 1 ma tutta la galassia ne mette 2)...
    Alle volte persino il moroso ha dei dubbi, e ho detto tutto ;-)

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