venerdì 30 maggio 2008

Luoghi comunissimi

Il primo che mi dice "non ci sono più le mezze stagioni".
Il primo che mi dice "eh ormai non piove più".
Il primo che mi dice "l'effetto serra avanza e porterà estati ed inverni sempre più caldi".

Io odio il freddo e amo il caldo.

Il primo che si azzarda ad illudermi ancora... 

lunedì 26 maggio 2008

E' un mondo difficile

Trantor odia, nell'ordine:

i camionisti in autostrada
i suv
quelli che sorpassano sulla corsia di destra, mentre tu sei già ai 130
i camionisti che si sorpassano tra loro*
i suv
quelli che reputano la tua distanza di sicurezza un ignobile spreco di spazio e se ne appropriano
i camionisti
quelli che guidano a metà tra una corsia e l'altra
i bmw che ti spingono sfanalando a distanza di 2 metri finché non ti sposti sulla corsia dei camion
i suv
i camionisti che sfanalano appena li hai superati
i camionisti che strombazzano appena li hai superati, se vedono che hai la gonna
i suv.


[Forse non si è capito, ma Trantor oggi ha preso l'autostrada]

* si può essere più idioti?

sabato 24 maggio 2008

Cronistoria concerto 2 - Ai confini della realtà

Concerto del coro di Trantor, qualche mese fa (lo so lo so, l'aneddoto è ormai passato ma è talmente assurdo che merita).
Il coro deve cantare un quarto d'ora all'inaugurazione di una importante mostra d'arte ("come se mettessimo su un cd", è la geniale richiesta dei committenti); il tutto dovrebbe avvenire alle 18.45, dopo la presentazione.
La mostra è situata in una chiesa, per cui il coro con gioia potrà cantare da una splendida cantoria barocca.

2 giorni prima - Trantor viene contattata per il concerto; leggermente sconvolta per il poco preavviso concesso (della serie meglio tardi che mai), chiama tutti i coristi e anche 3 cantanti professionisti aggiunti, di cui 2 venuti apposta dalla bella Cremona (la loro vita rimarrà segnata per sempre), dato che logicamente i coristi che lavorano non possono organizzarsi in tempo per avere permessi o cambi-turno solo 2 giorni prima del concerto.

Giorno del concerto - ore 17.
Il coro si ritrova per provare. Bisogna salire in cantoria: la situazione ricorda "Indiana Jones e il tempio maledetto".
Anzi, Indiana Jones è stato più fortunato.
La cantoria infatti è rimasta chiusa per circa 30 anni e noi siamo i primi pionieri a risalirci dalla fine della guerra fredda.
I gradini sono alti misure variabili e casuali tra i 25 ed i 37 cm, il che chiaramente non è simpatico. Più che altro perchè intorno non si vede una beneamata cippa.
Tutto intorno ci sono chiodi, sedie rotte, pezzi del povero organo ormai distrutto, spuntoni vari, piccioni morti.
Ovunque si è depositato uno strato di 3 cm di escrementi su cui non si è indagato.
Trantor dimostra il suo solito genio indossando scarpe con tacco 8.
Un contralto, con temporanei problemi alle ginocchia, infine desiste e rimane giù.
Un basso, una volta salito, guardando nel vuoto si interroga inquieto sul tema "Io però non ho fatto l'antitetanica".

Ore 17.15
L'intrepido coro-Jones prende comunque la cosa in ridere, come da sua buona abitudine.
Si inizia a provare, e tutto fila liscio; l'acustica è ottima e fa ben sperare.

Ore 17.30.
Trantor incontra gli organizzatori, secondo cui una suggestiva esecuzione nel buio più totale sarebbe tanto, tanto gradita, per non dire obbligatoria.
Trantor e i coristi si limitano a connettere il paio di neuroni necessari e replicano, con un ingenuo sorriso, che veramente al buio totale non si leggono gli spartiti, né si vede il direttore.
Ha quindi luogo questo geniale dialogo:

Organizzatori: "Beh, il buio totale è la richiesta del curatore della mostra... Ci spiace ma non c'è altro modo"
Coro: "... Come non c'è altro modo?"
Organizzatori: "... Userete i cellulari dai!"
Coro: "Beh, ma noi non possiamo cantare così... Semplicemente non ci si riesce, come facciamo a tener su gli spartiti, e anche i cellulari, che poi ogni 2 secondi si spengono??"
Organizzatori: "Eh, ma però il momento musicale ci deve essere assolutamente, al buio, ma ci deve essere"
Coro: "... E poi il pubblico che intanto dovrebbe guardare la mostra, come fa se c'è tutto buio?"
Organizzatori: "No, il curatore vuole AS-SO-LU-TA-MEN-TE che ci sia buio"
Coro: "..."
Organizzatori: "..."
Coro: "..."
Organizzatori: "..."
Coro: "..."

Ore 17.40.
L'impasse viene sciolta da un genio non meglio identificato, che propone di comprare delle lucine portatili da libro.
Fortuna vuole che di fianco alla chiesa ci sia un negozietto "tutto a 99 cent", dove vendono le sante lucine.
Organizzatori: "Uff ok, ora andiamo a comprare le lucine... Quanti siete?"
Coro: "Siamo in 15; magari prendetene 17 o 18, così se succede qualcosa ne abbiamo di scorta"
Organizzatori: "Eh no, eh? Se siete 15 ne prendiamo poi 15!!"
Coro : " e "
[Il coro-Jones è stato comunque più furbo, visto che in realtà i coristi erano 13 eh eh eh ]

Ore 17.50. Il coro, ormai quasi soffocato dalle risate, monta le lucine su ogni propaggine umana conosciuta.
Trantor ha diritto a due lucine, dato che una sola non riesce ad illuminare sia lo spartito che le sue mani, e ho detto tutto sull'intensità delle lucine.
Da giù, la mamma di Trantor immortala per sempre l'immagine comica del coro-speleologo.

Ore 18.00. Con un anticipo di 45 minuti sulla tabella di marcia, gli organizzatori corrono affannati su in cantoria e chiedono al coro di cantare subito.
Si spengono tutte le luci, e il coro accende le magiche lucine azzurre.
Si parte a cantare. Durante il primo pezzo, a circa 38 secondi dall'inizio, si levano proteste dal pubblico.
A quanto pare, c'è chi essendo ad una mostra vorrebbe anche magari vedere le opere esposte, durante l'ascolto.
Fiat lux, le luci della chiesa si accendono.
Il coro-Jones continua a cantare, con un ridente "noi ve l'avevamo detto" nel cuore.

venerdì 23 maggio 2008

Senti, ma...

Ho sentito che si prennuncia il ritorno al nucleare.

Ma usare gli stessi soldi per costruire impianti solari no, eh?

giovedì 22 maggio 2008

Bouquet di sottobosco, miele, ciliegia, note vanigliate, timo, lattuga, nutella, cipolla fritta, tua nonna, topi morti

C'è qualcosa che Trantor in fondo non ha mai capito, qualcosa che le è sempre sembrato una presa in giro colossale, qualcosa di fronte alla quale la sua prima reazione è sempre, invariabilmente, il latte alle ginocchia.
Sa di essere smentita dalla storia e dalle tradizioni, e per questo ha spesso cercato di venirne a capo, di sforzarsi nel cercare di comprendere la profonda importanza che, evidentemente, questa cosa riveste nella società, cercando di non sentirsi superiore (giammai!).
Sa inoltre che migliaia di persone campano grazie a questa cosa, e quindi in realtà Trantor è contenta che essa esista.
Però.

Però Trantor non se n'è mai fatta una ragione.
Trantor trova che i sommelier, con annessi e connessi, facciano venire il latte alle ginocchia.

O meglio, poveri cari, non è che la infastidiscono: la fanno ridere.
I vini saranno indubbiamente un mondo meraviglioso, però ride all' "o
lfattivamente intenso, fine, persistente con sentori che ricordano il floreale (rosa), note fruttate e sentori terziari speziati (pepe e vaniglia)" (sentori terziari speziati, geniale), ride al "colore purpureo con riflessi violacei, limpido e poco trasparente con archetti persistenti ed avvicinati tra di loro" (?), ride al "profumo etereo quasi inebriante con sentori di ribes, viola, ciliegia, prugna e note speziate di liquirizia e vaniglia" (c'è altro? Mancano i topi morti), ride al "si consiglia di servirlo tra i 18 e i 20 gradi in abbinamento a formaggi di media tostatura" (?!), ride al "vino rosato con riflessi ramati, dal perlage fine e persistente, con profumi avvolgenti dalle note di rosa che ricordano la bacca dell’uva, la ciliegia e i lieviti freschi" (che poesia!).

Non ce la fa, ride e viene colta da convulsioni.

Forse incorrerà nell'ira dei sommelier; tuttavia, questo la conforta.

uuuuu

no scusate, sono capitata su questo blog.
Sto ancora ridendo.

la prova del serpentone

La prova del cuoco, qualche settimana fa.
Gioco del serpentone, la domanda è la stessa da almeno una settimana.

Clerici: "ciao! Chi sei?"
Genio: "sono Maria Assunta, da Napoli" (non mi ricordo il nome, dico a caso)
Clerici: "allora, l'indovinello è ..................; secondo te qual è la risposta giusta?"
Genio: "eh, boh... non lo so... Un aiutino?"
Cleirici: "ma nemmeno io la so la risposta... Non posso aiutarti"
Genio: "..."
Clerici: "dai, buttati!"
Genio: "... eh, non lo so..."
Clerici: "dinne una"
Genio: "... boh, non saprei..."
Clerici: "... allora..."
Genio: "..."
Clerici: "allora niente, ciao"
Genio: "... ciao"


Ma certa gente cosa telefona a fare?

lunedì 19 maggio 2008

Y?

Perché i cuochi non riescono più a dire "l'insalata" "il pomodoro" "la pastella" "la sfoglia" "l'impasto" ma devono per forza dire "la nostra insalata" "il nostro pomodoro" "la nostra pastella" "la nostra sfoglia" "il nostro impasto"?

Perché a 'la prova del cuoco' c'è Simone Rugiati 18,5 volte alla settimana?

Perché esiste un gioco idiota come "il serpentone"?
E sopratttutto, chi c**** scrive i testi?

Perché improvvisamente nessuno parla più dell'Alitalia?

Perché quando Trantor deve stampare quel file importantissimo per la tesi finisce l'inchiostro della stampante?

Perché l'unica volta che Trantor DEVE registrare assolutamente una trasmissione da un canale rai sul satellite, quello è l'unico canale della galassia che non è in chiaro?

Perché nei forum di moda bisogna per forza scrivere "forumineeeee ho messo sull'albumino le fotine del toppino del golfino e dell'abitino karino che ho preso ieri col mio ammmoreee!!!!!" per avere uno straccio di risposta da qualcuno?

Perché tutte le volte che Trantor si persuade sia finalmente arrivata l'estate improvvisamente sembra di essere a novembre?

Perché l'unico treno mai in ritardo è quella ciofeca del regionale da Modena delle 18.53?

Perché nei negozi quando Trantor entra sorridendo la trattano da cazzo e quando entra scazzata la trattano da signora?

Perché Trantor ha sempre freddo?

domenica 18 maggio 2008

Il mostro

Oltre a FrauBluecher c'è un'altra entità capace di inibire il senso pratico di Trantor fino a farla sentire il bradipo idiota di cui sopra, ed è il visore di microfilm.

Dato che spesso ha fatto stampare direttamente interi microfilm fidandosi ciecamente, da quando è all'università Trantor ha utilizzato il mostro circa una volta ogni 2 anni; in questi 2 anni ovviamente Trantor si dimentica tutto quello che aveva imparato la volta precedente circa il suo funzionamento (che comunque, bisogna dirlo, non richiede una laurea apposita).

Così ogni 2 anni Trantor si ritrova puntualmente in piedi, davanti al visore, con in mano il rotolo e un grosso punto interrogativo sulla faccia ("E adesso cosa faccio??").
Le prime volte chiedeva al bibliotecario-simpatico-Beppe di spiegarle tutto da capo; lui sorrideva e con la stessa pazienza che avrebbe di fronte ad un bambino ritardato illustrava il semplice funzionamento alla Trantor-matricola; Trantor allora si batteva la mano sulla fronte ed esclamava "ora ricordo! Grazie Beppe vado avanti io, ora ho capito"
Peccato che invece Trantor non avesse capito un c****.

L'altro giorno Trantor era in piedi, da sola, di fronte al mostro; è in facoltà da 6 anni, e si vergogna a chiedere aiuto di nuovo al bibliotecario-simpatico-Beppe; per fortuna nella sala l'unico altro essere umano è uno studente con le cuffie nelle orecchie, che quanto pare non si accorge di Trantor.

Trantor accende il visore; srotola con cura il nastro; cerca di inserirlo delicatamente nelle fessure; è troppo delicata, quindi il nastro si divincola da solo e cerca di scappare; riprova con la forza bruta; scorre circa 2 metri di nastro prima di accorgersi che l'ha montato al contrario; rifà tutto da capo; scorre il nastro fino ai primi fotogrammi leggibili; non si legge un c****; cerca la manopola per mettere a fuoco; la gira per ore, ma non cambia nulla; presa da un impeto di impegno civile chiama perfino l'aiuto-bibliotecario-lavoro-qui-da-2-giorni per avvisarlo che "la manopola non funziona, bisogna aggiustarla!"; impietosito, l'altro studente esce dall'anonimato e viene in aiuto ai due; dopo soli 20 secondi emerge che Tranor ha inserito in nastro sopra il fermo posto sulla lente, e non sotto, in modo tale da rendere ogni tentativo di messa a fuoco totalmente inutile.
Un po' come guardare nel binocolo senza togliere il tappo, tanto per dirne una.

Trantor spera di mettere a frutto l'esperienza e ricordarsi qualcosa, la prossima volta.

venerdì 16 maggio 2008

C'è nessuno?

Trantor se lo chiede ogni volta che prende la macchina e guida, ogni volta che capita davanti ad un distributore, ogni volta che guarda determinate pubblicità, ogni volta che paga il benzinaio, ogni volta che uno dei suoi comunica alla famiglia "oggi ho fatto gpl", ogni volta che i telegiornali parlano dei barili di petrolio.

Trantor se lo chiede ogni volta che vede aumentare il prezzo dei carburanti sui cartelli stradali, pericolosamente vicini a (e a volte sopra) 1 euro e 50 al litro.

Trantor sa che la domanda potrebbe non avere risposta, tuttavia ci prova.

Trantor si chiede: ma chi cappero è che compra il BluDiesel???!

lunedì 12 maggio 2008

Cronistoria concerto

Ieri sera, nella ridente località mantovana di G., si è svolto un concerto del coro di Trantor.
Segue cronistoria fedele.

Ore 10.00. Trantor scrive un sms all'organizzatrice per avvisarla che il coro, sulla scorta dell'ansia galattica del direttore, vorrebbe avere la chiesa aperta dalle 19.20 per provare.

Ore 13.00. Trantor si chiede che ne sia stato dell'sms; inizia a telefonare all'organizzatrice, la quale, astutamente, non risponde.

Ore 16.00. A seguito di sopraggiunti problemi familiari, i genitori di Trantor vanno a Brescia. Trantor rinuncia definitivamente all'idea di caricare da sola il pianoforte elettronico ("chissenefrega dell'Ave Verum, faremo tutto a cappella, amen").

Ore 16.05. Mozart si rivolta nella tomba (o meglio fossa comune, o meglio boh).

Ore 18.00. Il livello di ansia di Trantor giunge al culmine. Dopo aver telefonato a 3 persone diverse le quali non c'entrravano nulla, Trantor riesce ad avere il numero di casa dell'organizzatrice; i di lei genitori la informano che l'organizzatrice leggerà senz'altro gli sms, quando si sveglia.

Ore 19.25. L'organizzatrice chiama Trantor, dicendo che sta venendo ad aprire la chiesa, che l'sms l'aveva letto subito, ma che per motivi suoi in genere non risponde mai.
Trantor si chiede a cosa siano servite 9 ore e 25 minuti di ansia gratuita.

Ore 20.30. Leggendo i programmi di sala, il coro si rende conto di aver misteriosamente e a sua insaputa cambiato nome: da Cappella Musicale S. Francesco da Paola è divenuta Cappella Musicale S. Francesco da Padova.
Anche il buon Tomas Luis de Victoria, pace all'anima sua, è diventato Victiria.
Sempre meglio di Orlando di Tasso, comunque.
Ci si chiede quindi che senso abbia che gli organizzatori riscrivano il programma di sala, quando il direttore l'ha apposta spedito via elettronica per essere copia-incollato senza danni.

Ore 20.50. Trantor, mentre conversa amabilmente con i suoi coristi in canonica, si appoggia su di un ridente tavolo, che sembra essere sempre stato lì apposta per quello. Dato che invece uno dei suoi piedi era evidentemente finto, il ridente tavolo cade.
Peccato che sul ridente tavolo ci fossero una bottiglia di acido muriatico, 2 flaconi di idraulico liquido, e uno scatolone contenente 18 vasetti di vetro.

Ore 21.00. Il concerto si svolge senza intoppi, e il coro canta davvero bene.

Ore 21.45. Mentre presenta, Trantor si chiede quanto ancora potrà usare la storia "pensate, questa sera ascolterete questo brano per la prima volta da 500 anni!", il che è in un certo senso vero, ma al prossimo concerto nello stesso posto bisognerà pur inventarsi qualcos'altro.

Ore 22.40. Si va a mangiare in una ridente e distinta trattoria in quel di Gazzuolo.
C'è chi ordina una teglia enorme di spaghetti allo scoglio, teoricamente per 5 persone ma che si rivela sufficiente a sfamare tutti i coristi con rispettive famiglie.
I discorsi ridanciani passano dalle disavventure alimentari (i vermi vivi nel pollo della coop), a "quando squartavamo i topolini vivi per gli esperimenti di farmacia", a "noi invece vivisezionavamo le rane per studiare l'elettricità", a "una volta in ambulatorio mentre visitavo un cane gli è uscito un occhio dalle orbite. Poi però l'ho rimesso a posto".

Ore 24.00. Stanchi, satolli e soddisfatti, ci apprestiamo a ripartire dalla ridente Gazzuolo.
Ci si lascia così:
"certo che questi posti fuori dal mondo sono deprimenti"
"ma no, è così poetico!"
"qui è tutto sognante..."
"io qui mi sparerei dopo un'ora"
"eh, questi posti sono come la nebbia: va bene farla entrare apposta in cantina perchè fa bene al culatello, però che 2 *****!!"

sabato 10 maggio 2008

The End of Eternity

Trantor ha pianto.
Chissà perchè, ma si commuove sempre quando finisce un libro di Asimov.
Questa volta era il turno di La fine dell'eternità, regalatole dal moroso:* assolutamente meraviglioso.
(Trantor sa bene di aver detto la stessa cosa di ogni libro di Asimov, quindi non è in fondo molto attendibile come critico letterario.)

Però ha apprezzato una maggiore caratterizzazione del protagonista rispetto agli altri romanzi, anche se avrebbe voluto sapere di più sui Secoli Nascosti, e sul personaggio di Noys.

Ora il numero di romanzi che le mancano da leggere di Asimov è quasi a zero; e questo è un problema.


* A dirla tutta, Trantor e moroso erano in libreria; Trantor, che talvolta dimostra di essere logica quanto un lemming che si butta da una rupe, guardava sospirosa e combattuta il libro e commentava fra sé "accidenti, se fossimo da feltrinelli avrei la cartapiù, ma se lo compro qui perdo i punti...!".
Il moroso, superiore a queste boiate, ha preso in mano la situazione, cioè il libro, e l'ha regalato a Trantor, che ha reagito come una pupattola che finalmente ha il suo ciucio.

Riflessi condizionati

Trantor, al momento, non si ritiene una persona particolarmente introversa.
E' stata timidissima da bambina, e anche ora ogni tanto le capita di arrossire quando le chiedono l'ora in treno, oppure quando qualcun altro parla di lei in sua presenza.

Tuttavia ormai ha diretto diversi cori riuscendo a tenere in mano la situazione, almeno alle prove; agli esami non farfuglia e anzi, si trova più a suo agio agli orali che agli scritti; quando presenta i concerti o fa conferenze si diverte a parlare davanti a tutti; quando conosce una persona nuova solitamente fa di tutto per essere spigliata ed abbastanza estroversa da essere considerata normale, a meno che la persona non le piaccia da morire; ha imparato a fare (ogni tanto) battute a cui qualcuno ride; con una certa dose di orgoglio non si ritiene un'imbranata alla guida. Magari guida da schifo, ma non è imbranata.
Non è più quella roba informe, insicura e poco curata che era alle medie, e ora, per reazione, ha più fiducia in se stessa e adora farsi carina, a volte quasi eccentrica; è convinta di non essere una completa stupida, dal momento che dopo anni ha capito come si usano le proporzioni.
Ritiene di avere infine qualcosa di simile al senso pratico, il che la porta ad amare i dettagli organizzativi, di qualsiasi genere siano.

Tuttavia, ci sono situazioni in cui Trantor si sente sempre, invariabilmente, un bradipo imbranato e scemo.
Quando lavora con la sua capa-coordinatrice, FrauBluecher.

FrauBluecher è un'insegnante della scuola di musica.
FrauBluecher è giovane, curata, pratica, l'equivalente di un'organizzatissima donna d'affari in carriera; Frau Bluecher è spigliata, sempre di corsa, indaffarata, precisa, non si dimentica mai nulla.
FrauBluecher sa sempre dove tenere le mani; non inciampa, non fa cadere le maracas, fa ridere i bambini, riconosce al volo quella giusta nel mazzo di 63 chiavi, sa far funzionare qualsiasi macchinetta del caffè senza perderci davanti più di 3 secondi.

Trantor, quando si trova con lei, e cioè ogni santo giorno dal lunedì al venerdì, ridiventa quella bambina timida che arrossisce e fa fatica a completare le frasi; quello che un minuto prima, da sola, avrebbe risolto in un attimo diventa ora una questione insormontabile.
Comincia col rovesciarsi il caffè della macchinetta; poi inciampa in tutte le porte e sedie che Murphy riesce a mettere sul suo cammino.
Devono scenderle fette colossali di salame sugli occhi, dato che non riesce mai a trovare quello che FrauBluecher sta indicando esasperata da 8 minuti.
Ci mette almeno 9 secondi per rispondere alle domande di FrauBluecher, la quale nel frattempo ha fissato 2 riunioni, piegato 10 leggii, scritto 5 sms e montato un armadio.
Le escono di bocca tentativi di battute pietose, a cui puntualmente nessuno ride.
Alla domanda "ci sei venerdì 14 alle 17.40?" il cervello le si fonde nello sforzo di fare mente locale e dimostrare prontezza di spirito (dopo 2 secondi FrauBluecher interviene con "ah sì venerdì 14 fai lezione dalle 18 alle 19.30 quindi per le 17.40 ci sei, ok bene ci troviamo a scuola ciao").

Se Trantor ha in più dei bambini piccoli nel raggio di 5 metri, la sua soglia di imbarazzo salirà al 98%, e dato che sicuramente in quel momento il bambino si rivolgerà in qualche modo a Trantor, lei, che spontaneamente non riesce neanche a sorridere, ad un bambino, si sentirà come chi fa scena muta ad un esame.

In queste circostanze, FrauBluecher si rivolge a Trantor come se parlasse ad un bambino di 5 anni. Quando però pretende di spiegare a Trantor "Incolla, incolla... Sai, puoi anche usare ctrl+v, sai, i due tasti contemporaneamente", oppure si attarda a spiegare per la terza volta con voce paziente e didattica una cosa elementare che Trantor ha già capito da 2 ore, ebbene in quel frangente Trantor si incazza.
Non si sa bene verso chi, forse verso Trantor stessa.
Comunque si incazza, e inizia a meditare nei minimi dettagli il post di sfogo che pubblicherà la sera stessa su splinder.

martedì 6 maggio 2008

Follie, follie!

Matrimonio fuori regione.
Trantor viene chiamata a suonare alla cerimonia da un altro organista, che ha avuto un impegno imprevisto.
Trantor apprende che al matrimonio dovrà accompagnare una cantante lirica, amica degli sposi, che non conosce.
Trantor inizia a preoccuparsi. Poi però dimentica e non ci ripensa più fino al giorno delle prove.

Orgogliosa di se stessa, Trantor riesce a trovare il paesino e la chiesa al primo colpo.
"Bene, così la prossima volta, il giorno del matrimonio, non dovrò perdermi fra cartine e campagne mantovane."

Alle prove ci sono il parroco, e la cantante.
La cantante ha 70 anni, e parla solo francese.
Trantor conosce il francese come può conoscerlo un italiano che l'ha studiato sui libri per le medie.
La cantante parla per 15 minuti di tutta la sua vita, di suo marito morto qualche anno fa, di quanto si commuova ai matrimoni nonché semplicemente entrando in chiesa, si commuove, mi bacia, dice che da giovane cantava le operette, e un sacco di altre interessanti cose inedite.
Il parroco si spazientisce e taglia la corda lasciandoci sole.
Trantor inizia ad odiare l'altro organista.

La cantante vuole cantare l'Ave Maria di Schubert e un misterioso pezzo francese di cui mi ha portato solo il testo.
La cantante non sa leggere la musica.
Trantor ha la nausea.

Si comincia a provare da Schubert. Trantor suona l'introduzione; al momento di attaccare la cantante prende una serie di note diverse, nessuna delle quali corrisponde a quella che Trantor vede scritta sulla parte.
Si riprova. Cambiano le note attaccate, ma misteriosamente ancora nessuna di queste è un si bemolle.

La cantante inizia a scusarsi e a giustificarsi, perchè in fondo lei è un contralto (deduzione di Trantor).
Dunque Trantor lascia che attacchi la melodia e medita di trovare la tonalità dopo.
La cantante non capisce.
Trantor cerca di spiegare come funziona e mescola parole inglesi, italiane, latine, pseudo-francesi, esperanto, gesti.
La cantante riattacca un monologo su quando cantava nei teatri e ora ha tanta, tanta nostalgia.
Si commuove.
Trantor vomita.

Dopo sforzi improbi, Trantor trova la tonalità (?) e si arriva in fondo al pezzo.
Si passa dunque al pezzo francese di cui Trantor a quanto pare dovrebbe inventarsi la musica.
La cantante parte; Trantor crede di aver riconosciuto una serie di accordi, dopo vari tentativi.
La tonalità è una grande sconosciuta, ma almeno il fantomatico pezzo francese è banale abbastanza da essere accompagnato all'impronta.

Trantor cerca di andare a casa, districandosi dai baci commossi della cantante.
Al parroco è nel frattempo venuto in mente che Trantor, a causa del suo cognome, discende da  un generale degli alpini.
Detto questo, ci salutiamo.

Giorno del matromonio.
Trantor arriva in chiesa in anticipo come sempre, ma con la complicità di murphy è riuscita a perdersi nelle campagne mantovane.

La cantante è eccitatissima. Piange. Bacia Trantor. Si prova qualcosa, poi ci si commuove di nuovo.
La cerimonia va abbastanza bene: Trantor riesce vagamente a seguire la cantante, suonando con una mano, dandole gli attacchi con l'altra, e cantandole le note d'attacco.
Durante il rito nuziale, la cantante piange. Sottovoce, mi spiega di quanto amasse suo marito scomparso.

Gli sposi pagano Trantor; la cantante bacia sia il parroco che Trantor e li bagna con un fiume di lacrime.
Trantor è dimagrita di 2 chili. Trantor riparte.
Trantor si perde nelle campagne mantovane.

Ma perché?

Quando finii le medie, nonostante mi interessassero ma non capissi una mazza di materie scientifiche, nonostante tutti mi dicessero "classico, classico!!!", oppure "conservatorio, conservatorio!!!", io scelsi il liceo scientifico.

Tra i possibili indirizzi, scelsi il PNI (piano nazionale informatico).
Il più difficile. Quello con più ore.
Quelli del tradizionale uscivano tutti i giorni alle 12.25, se non alle 11.50.
Noi uscivamo sempre alle 13.10.
Scelsi anche l'unica classe che in più avrebbe studiato tedesco.
Ovviamente, la seconda lingua che avevo fatto alle medie era francese.

All'università, mi misi subito all'opera per inserire nel piano di studi gli esami più complessi.
Inserii due esami non obbligatori di lingua e letteratura latina, frequentati in media da 4-5 studenti, per i quali studiai mesi, e imparai quasi a memoria 2 libri dell'Eneide.
In seguito mi auto-ringraziai, ma a tutt'oggi sono gli esami per cui ho sputato più sangue (e non faccio lettere antiche, eh).

All'esame di storia della musica barocca e classica, invece dei 10 approfondimenti d'analisi che avrei dovuto portare, ne portai 14. Comprese delle sonate di Beethoven incasinate.

Quando scelsi la materia della tesi triennale, fra i 3-4 prof possibili andai direttamente da quella più severa, con la fama di essere tra le più impegnative, il capo del dipartimento.
Quella insomma che agli esami non di rado qualcuno esce piangendo (scusate l'italiano, ma se no la frase non mi veniva).
Scelsi inoltre uno studio non compilativo, dove non esisteva quasi bibliografia.
Mentre gli altri fecero ottimi lavori nelle 40-50 pagine richieste, io me ne uscii con 2 volumi, il primo di 70 pagine, il secondo di 300, con tutte le trascrizioni inedite.
Ed era una tesi triennale.
E se ho fatto la triennale a quel modo, mi viene la nausea pensando a quanto spenderò dal cartolaio per la specialistica.

E quando infatti scelsi la tesi specialistica, andai dal prof considerato uno dei più preparati e disponibili.
Ovviamente, essendo il più preparato e appassionato, la bibliografia generale da inserire nella tesi non ha fine.
La bibliografia relativa invece allo specifico del mio studio non esiste. Può essere un vantaggio.
Oppure una terribile scocciatura.

All'esame di drammaturgia antica a, oltre al resto del programma, dovetti scegliere tra due libri da portare all'esame: o "il teatro greco", di circa 100 pagine, praticamente un sunto di quello che la prof aveva ampiamente spiegato al corso.
Oppure "il teatro romano", di 550 pagine, di cui al corso avremo fatto più o meno il 2%.
Io scelsi "il teatro romano".
La prof mi guardò a metà tra la compassione ed il rispetto.
"Ma perchè ha scelto questo? Cioè, complimenti, non l'aveva mai portato nessuno! ma... perchè?"

Ecco appunto. Perchè?

domenica 4 maggio 2008

Apple Pies

Ieri sera con gli amici sono andata al concerto degli Apple Pies, la cover-band ufficiale dei Beatles, nella ridente località di T.
Dopo la classica cena da sagra, grassa e insana (piadina, patatine fritte con ketchup, coca cola), ma proprio per questo gustata fino in fondo, ci apprestiamo ad ascoltare la band; ovviamente, il nostro tavolo si trova in prima fila a 1,5 metri dalla cassa di destra.

Ore 22 - Il gruppo inizia ed è bravissimo; alla batteria al posto di Ringo c'è un frigorifero, che comunque è bravo pure lui.
Si passa dalle canzoni più orecchiabili a quelle "sperimentali" degli ultimi anni; cantiamo a squarciagola e rimembriamo felici i favolosi Sixties - ovviamente nessuno di noi li ha vissuti, ma facciamo finta di.

Alle 22.05 Trantor pensa "che bello, finalmente ascolterò Love me do"

A mezzanotte ci guardiamo ammirati e commentiamo "quanto sono bravi?! Due ore di concerto senza battere ciglio, mitici!"

A mezzanotte e 10 Trantor e Sabo si interrogano su "ma perchè non hanno ancora fatto Love me do?"

A mezzanotte e 15 e 13 gradi centigradi c'è chi vorrebbe tanto andare a prendere in auto il maglioncino.

A mezzanotte e mezza, durante una serie di canzoni eufemisticamente meno note, qualuno azzarda timidamente "ma secondo voi quanto dura?"

A mezzonotte e 45, durante una Hey Jude che dura ormai da 10 anni, ci alziamo, ci facciamo strada fra i fan ubriachi, tiriamo fuori le chiavi della macchina e andiamo a sparare boiate su una panchina vicina all'uscita.
Tuttavia manteniamo un contegno e ci imponiamo di rimanere fino alla fine.

All'una meno 10, dopo un bis pleonastico (Yellow submarine, toh! Praticamente l'unica della discografia che non avevano ancora cantato) ci avviamo finalmente alla macchina; il consenso unanime è "oh, bravi, ma per quest'anno basta Beatles" oppure "certo che con tutti i soldi che hanno preso 45 pezzi sono il minimo",  "in fondo a me le canzoni sperimentali non sono mai piaciute", "c****, e Love me do??!", "adesso vado in macchina e metto su del metal", e via dicendo.

Serata indimenticabile!

PS avreste dovuto vedere il mio amico Pipes che mima le canzoni. Se riesco lo filmo e lo metto sul Tubo
PPS alcune battute scritte qui sopra non sono mie, ma pagherò regolare siae agli amici

AGGIORNAMENTO:
Trantor ha finalmente capito perchè non hanno cantato Love me do; cito da Pipes-wikipedia:
"Cmq Love me do hanno fatto bene a non farla è insopportabile poi porta male perchè è stata suonata alla batteria non da Ringo ma dal primo batterista Pete Best, e le chitarre sono state sovraincise e rivisitate da dei guru dell'epoca della discografia."
Grazie Pipes!

Inoltre, Trantor non aveva neanche capito bene il nome del gruppo, dato che si chiamano Apple PieS e non Pie; alle volte Trantor è un po' lenta.

giovedì 1 maggio 2008

Tortuosità

Telefonata col moroso, presissimo in ufficio con tutte le iniziative culturali della città.

Lui: "sono giorni incasinatissimi, siamo tutti presi dall'organizzazione del festival! Ci sono una marea di cose a cui tener dietro!!"
Io: "povero, immagino! Quindi anche oggi sarete tutti impegnati..."
Lui: "sì, dalle 14 fino a mezzanotte; dobbiamo allestire e poi ci sono tutte le iniziative... Come ieri, non un minuto libero... Che casino! Tu oggi che fai?"
Io: "l'importante per voi è che vada tutto bene. Io oggi studio e poi stasera chiederò agli amici se qualcuno esce, altrimenti sto in casa e uscirò con loro domani"
Lui: "ah... ma... beh, se esci magari non riesci a fare un saltino qui?"
Io: "... ma avevo capito che sareste stati indaffaratissimi..."
Lui: "sì, ma ehm in realtà se passi di qui e stai con me mentre vigilo sulle iniziative a me va bene... Ci sono gli stand del gnocco, possiamo mangiare qualcosa e poi ti faccio vedere gli altri stand, il grosso dell'organizzazione in fondo è prima di cena..."
Io: ""
Lui: "è che mi manchi tanto... Ho voglia di vederti"
Io: "... beh, se me lo chiedi così allora certo che vengo...! Potevi dirlo subito...!"

Eh, alle volte bisogna saper interpretare!

Uno sconto?

Matrimonio di gente che non conosco.
Gli sposi mi chiamano con una cantante per suonare l'organo alla cerimonia.

Telefonata d'ingaggio:
Sposa: "... Bene, i pezzi vanno benissimo... Il costo?"
Io: "150 a testa sia io che il soprano, quindi 300"
Sposa"... Ah. Uno sconticino-per-gli-sposi no?"
Io: "No, mi dispiace, questa è la nostra tariffa normale per tutti i matrimoni..."
Sposa: "... Sicura? Daaai... In fondo è una messa, è una cosa spirituale..."

Accidenti. Voi pagate SENZA BATTERE CIGLIO migliaia di euro per i fotografi, i fioristi, l'abito, i camerieri, il ristorante, il parrucchiere, a volte anche per la macchina (c'è anche chi noleggia la limousine), il pianobar per il rinfresco E QUALSIASI DI QUESTE PERSONE GUADAGNA COL VOSTRO MATRIMONIO ALMENO QUANTO IO IN UN ANNO.
E venite a chiedere a me lo sconto su 300 euro???
Col c**** che ve lo faccio lo sconto. Ho studiato 10 anni per imparare a suonare, probabilmente più dei fotografi (senza offesa per la categoria, sia chiaro).
E venite anche a rinfacciarmi che "è una cosa spirituale"!!

Telefonata "allora-è-tutto-a-posto?" la sera prima della cerimonia.
Sposa: "Bene, è tutto a posto... Per il compenso, ehm, ti passo il mio fidanzato... Io non sono brava a dire certe cose..."
Io: "... "
Sposo: "Ciao, per il costo, allora ti volevo chiedere, non è che potete farci uno sconto? Dai!! 300 euro mi sembrano tanti" (!)
Io: "No, il prezzo è quello, come avevamo concordato"
Sposo: "..."
Io: "... A domani?"
Sposo: "Ok... Vabbè, ci vediamo domani"

NO COMMENT. 

Cerimonia. Finito il rito, aspettiamo fiduciose che qualcuno ci dia l'agognata busta.
Arriva lo sposo.
Sposo: "Bellissimo, grazie, è stato stupendo!
Noi: "Grazie, è stato un piacere"
Sposo: "Ecco, qui c'è la busta... Davvero non c'è lo sconto-sposi?"
Noi: "NO"



Come al solito, la musica è l'ultima ruota del carro. Sigh.